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Questa avventura e' pensata per essere giocata dallo stesso gruppo di giocatori in due fasi successive. La prima fase si ambienta nel 1403; il gruppo interpreta alcuni membri dell'Inquisizione spediti nel monastero benedettino di Benediktbeuren (a sud di Monaco, nella regione bavarese) per investigare su alcuni fatti di sospetta stregoneria. La seconda fase si ambienta nel 1995; il gruppo interpreta una formazione di musica da camera che ha un concerto nello stesso monastero, per il centenario della nascita di Karl Orff. Ovviamente, le due trame hanno alcune cose in comune, come i giocatori avrannno modo di verificare...
I Carmina Burana sono un antico manoscritto tedesco: una raccolta di poemi religiosi, politici, morali, erotici, bacchici e satirici che risale al 1230 circa e ritrovato solo nel 1803 nel monastero benedettino di Benediktbeuren, nelle Alpi Bavaresi. Il nome fu dato da Johann Andreas Schmeller quando nel 1847 ne usci' la prima edizione completa. Karl Orff (1895, 1982) musico' i poemi, modificandone i temi originali.
I Carmina Burana non sono solo una raccolta di poemi, ma contengono una serie di invocazioni rituali. Essi sono stati ritrovati in un antico tempio pagano dal frate benedettino Carlo Orff nel 1403, che li ha musicati. La loro esecuzione nella cappella della chiesa di Benediktbeuren avrebbe dovuto portare a termine l'invocazione, ma il provvidenziale intervento di Maestro Medoro e dei suoi confratelli dell'Inquisizione riusci' a contrastarne il potere. Fino a quando i Carmina Burana furono ritrovati quattrocento anni dopo. Un noto musicista di nome Karl Orff li musico' di nuovo; e per ironia del destino il loro potere dovra' essere scatenato durante la loro esecuzione proprio a Benediktbeuren, ad opera di un gruppo di musicisti fra i quali spicca un celebre violinista, Maestro Medoro...
Nel 1403 Benediktbeuren e' una tranquilla abbazia benedettina dell'ottavo secolo delle Alpi bavaresi; vi risiedono una quarantina di monaci insieme a molti inservienti. Il priore e' l'Abate Girolamo e fra i tanti frati spicca il compositore Fratello Carlo (Orff). La costruzione e' molto antica e comprende un vasto edificio con un chiostro centrale; una torre, che ospita la biblioteca; una antica chiesa intitolata a San Gregorio, che si dice essere stata costruita sulle rovine di un tempio pagano; un vecchio cimitero.
Da un po' di tempo circolano voci strane su Benediktbeuren; si dice che alcuni monaci si comportano in modo strano, che di notte in chiesa si sentono strane musiche, che si ritrovano al mattino galline sgozzate e candele nere. Stregoneria forse. Da tempo l'Inquisizione aveva deciso di inviare qualcuno a Benediktbeuren, ma dopo la morte di Fratello Luca, avvenuta a meta' dicembre in circostanze misteriose, non c'e' piu' tempo da perdere. Una delegazione di tre inquisitori domenicani, accompagnata da un drappello di guardie, si reca nel monastero per far luce sugli eventi. Gli inquisitori sono l'anziano Padre Alberico, il brillante Maestro Medoro ed il suo giovane allievo Fratello Gregorio. Fra le guardie spiccano il Capitano Giandomenico Reia ed il Sergente Alberto Gorizia.
Per i fini del gioco, le uniche cose non mondane degli inquisitori sono le seguenti: Padre Alberico possiede una copia del Malleus Maleficarum, nel quale sono descritti i rituali per scacciare il demonio, che impiegano corca un minuto ed un tiro su will (piu' o meno i modificatori dati dalla conoscenza degli eventi e del suo nemico). Maestro Medoro ha True Faith e Fratello Gregorio Senso del Pericolo. Il Sergente Gorizia e` un bravo combattente ma ha lo svantaggio Codardia, che risultera` utile in vari passaggi. I personaggi dovrebbero avere sui 50 punti con pochi svantaggi oltre a quelli cattolici.
Per giocare questa avventura e` necessaria un'atmosfera cupa ed inquietante, con possibilmente penombra e luci di candele. Procurarsi una copia dei Carmina Burana inoltre aiuta molto. Soprattutto i giocatori devono essere abbastanza maturi per calarsi nel pensiero dell'epoca che e` assai poco ilare e vede sesso e omosessualita` come due cose comuni ma di cui non si deve assolutamente parlare se non per condannarle. Inoltre gli inquisitori, anche se non devono agire ciecamente e stupidamente, dovrebbero vedere stregoneria ed eresia molto di piu` di un normale investigatore dei giorni nostri ed essere piu` portati a condannare Gisella.
La chiesa del monastero e' stata costruita su di un tempio pagano dove si compivano innominabili sacrifici ad una creatura delle tenebre conosciuta come il Maligno; la sua presenza e' ancora forte e cerca la strada per risorgere dalla prigionia della sacre mura della chiesa.
Un antico tomo, il Liber Diabolicus era sepolto sotto il tempio; in esso era contenuta una invocazione per il Maligno. Frate Andrea lo ha scoperto per caso ed ha cominciato a studiarlo, subendone la diabolica fascinazione. Comincia quindi a frequentare la fornita biblioteca per cercare di comprendere la formula di invocazione e di ricostruirne le parti mancanti; l'anziano bibliotecario, Frate Stefano, si insospettisce per le pressanti richieste e comincia a tenere d'occhio il confratello. Una notte questi si introduce in una stanza privata dove il bibliotecario custodisce le opere blasfeme per non inquinare l'animo dei frati; Frate Stefano se ne avvede ed inizia una colluttazione che termina con la caduta del bibliotecario dalla finestra della torre. E' il 4 maggio del 1403; l'incidente viene presto archiviato come fatalita', sebbene l'Abate Girolamo abbia parecchie perplessita' ed il giovane bibliotecario, Frate Rodolfo, si avveda che da alcuni tomi della stanza privata siano state strappate alcune pagine. Riferito il fatto all'Abate, al bibliotecario viene imposto un voto di silenzio sugli eventi della notte.
Frate Andrea si e' cosi' procurato altro materiale per portare a termine l'invocazione; poiche' questa comprende anche una parte musicale, e' costretto a coinvolgere anche Frate Carlo, il maestro musicista del monastero. Anch'egli ne e' presto soggiogato, al punto di passare giornate intere all'organo della chiesa.
Presto Frate Andrea e Frate Carlo iniziano a sviluppare abitudini malsane, come assentarsi dalle preghiere e dal lavoro quotidiano; inoltre i due frati rivolgono pressanti attenzioni a due giovani novizi, Fratello Luca e Fratello Alarico, che ne sono diabolicamente soggiogati. Presto nel monastero si diffondono strane voci; l'Abate Girolamo perdona tutto al compositore, ma punisce spesso Frate Andrea. Ad ogni modo i preparativi per l'invocazione sono a buon punto: dovrebbe avvenire la notte di Natale del 1403.
Il 21 novembre tuttavia Frate Andrea, inviperito per una ennesima punizione ed offuscato dal contatto con l'occulto, decide di anticipare la cerimonia e fare tutto da solo e si reca nottetempo in chiesa, seguito dal suo fido Fratello Alarico. Mentre il novizio siede all'organo, dove Frate Carlo ha lasciato le partiture, Frate Andrea inizia la litania di invocazione. I frati del monastero, abituati dalle prove notturne di Fratello Carlo, non si curano della musica che proviene dalla chiesa. Al contrario il maestro si sveglia di soprassalto e corre in chiesa, seguito da Fratello Luca con quale in quel momento giaceva. Al suo arrivo la cerimonia e' al culmine: il canto e la musica sono assordanti, sembrano provenire da un altro mondo; la chiesa e' illuminata da una luce innaturale e trema come per un terremoto; dal tabernacolo sull'altare proviene un'ombra nera ed inquietante. Frate Andrea e' come trasfigurato, perche' in lui sta per prendere corpo il Maligno. Ma all'improvviso qualcosa va storto, forse perche' la cerimonia non era ancora sufficientemente completa o forse per una nota sbagliata dal poco pratico Fratello Alarico: parte dell'intonaco crolla, la partitura inizia a prendere fuoco ed il corpo orribilmente trasformato di Frate Andrea si contorce in spasmi orrendi di dolore. Fratello Carlo salva quel che resta della partitura.
I confratelli accorrono in tempo per vedere un'ombra nera e contorta fuggire attraverso il tabernacolo; Fratello Alarico siede all'organo, ricoperto di ceneri ancora in parte fumanti ed ha completamente perso il senno. Ancora una volta, l'evento viene insabbiato; l'Abate si rivolge alla Chiesa per chiedere aiuto ma senza riferire i macabri particolari; inizia a vedere anche con sospetto Fratello Carlo, che riferisce di essere accorso per primo e di non aver visto nulla che anche gli altri non abbiano visto; Fratello Sebastiano si avvede che questi nasconde cio' che resta della partitura, ma il maestro risponde seccato che sono affari suoi. Ancora una volta la fama di compositore del frate lo salva da indagini piu' accurate. Ovviamente, Frate Andrea e' scomparso, ma rimangono molte tracce di sangue sull'altare ed in particolare nel tabernacolo; i crocifissi della chiesa sembrano aver sanguinato ed ovunque c'e' fortissima puzza di zolfo. Nei giorni a venire altre piccole stranezze accadono: alcune candele si accendono da sole; dal tabernacolo esce odore malsano; si trovano in giro teste di galline. I frati sembrano comunque non farci caso, immersi in un clima di apatia.
A questo punto Frate Carlo ha pochissimo tempo, perche' sa che presto saranno condotte indagini sull'accaduto. Prepara dunque il materiale per una nuova invocazione, sebbene a questo punto debba essere molto attento. Nell'imminenza dell'evento comincia a dare evidenti segni di squilibrio; la notte del 18 questi sorprende il suo pupillo, Fratello Luca, che giace insieme a Fratello Sebastiano e percuote entrambi. A questo punto il novizio minaccia di riferire tutto all'Abate e ne nasce una colluttazione nella quale Carlo lo uccide. Minacciando l'altro novizio di incolparlo, il frate lo costringe ad aiutarlo a far scomparire il suo corpo nel bosco. Peraltro i due novizi si erano per sbaglio scambiati le cinte di corda. Ma proprio quella notte aveva nevicato e cosi' le loro tracce sono ben visibili. Ad ogni modo Fratello Alarico, che era nei pressi del pozzo, ha visto tutta la scena. Proprio in quel momento passava una fanciulla del vicino villaggio di Gaiendorf, Gisella, che spesso va a chiedere la carita' al monastero, ma stavolta stava rincasando dopo una notte passata con Frate Giuseppe; nella fretta perde il suo fazzoletto rosso. Frate Carlo intuisce una via di uscita: prepara la scena di una messa nera nel cimitero, con tanto di teste di gallina sgozzate, coltello rituale e candele nere.
L'indomani il corpo viene ritrovato al centro della scena preparata e semimangiato dai lupi. Dietro la spinta di Frate Carlo, Fratello Sebastiano finge di rinvenire il fazzoletto rosso, che immediatamente viene riconosciuto. La colpa ricade su Gisella, anche perche' sua madre Liliana, che vive con la figlia in una capanna nel bosco, e' sempre stata considerata strana. Ad ogni modo Frate Giuseppe ben si guarda dal rivelare i particolari della sua nottata. Molti sono comunque insospettiti dalle tracce di sangue e di passi che si trovano in giro, sebbene in gran parte coperte sotto il nuovo manto nevoso della nottata. Ad ogni modo l'Abate si decide a mandare a chiamare di nuovo l'Inquisizione, riferendo le accuse di stregoneria e le sue paure. E' il 19 dicembre; gli inquisitori sono dunque attesi entro pochi giorni.
Frate Carlo e' comunque deciso a tentare l'invocazione la notte di natale, quantunque sia probabile la presenza degli inquisitori. Dalla notte del 21 novembre non ha piu' lasciato le partiture in chiesa e le conserva nella sua camera, ancora bruciacchiate.
I giocatori sono membri dell'Inquisizione presso il Vescovado di Monaco di Baviera; il giorno 21 sera sono incaricati dal Vescovo Berenario di recarsi la mattina seguente a Benediktbeuren per indagare. Viene riferito loro solo che ci sono stati episodi sospetti nell'ultimo mese, a partire dal terremoto alla morte di un novizio. Il Vescovo Berenario si raccomanda particolarmente di non disturbare la persona e il lavoro del famoso compositore Frate Carlo, protetto da un Principe Elettore, ne' di infrangere la rigida regola benedettina.
Dopo due giorni di viaggio sotto la bufera e gli ululati di lupi, in serata del 23 giungono alle porte del monastero e sono accolti dall'Abate Girolamo. Sebbene il vento si sia placato, la neve continua a scendere e fa molto freddo. Il monastero si prepara a celebrare la messa di natale a mezzogiorno del 25 e la chiesa di San Gregorio e' stata risistemata in fretta per l'occorrenza.
Proprio quella notte Frate Gianni e Frate Marco, noti per il loro coraggio, si recano in chiesa; finora nessun frate si era azzardato a farlo. I due sono assaliti dal ghoul: il primo riesce a scappare, mentre il secondo verra' ritrovato il giorno successivo, orrendamente mutilato. Gli inquisitori verranno a conoscenza di questa notizia al loro risveglio, durante le odi del mattino del 24. Frate Gianni comunque non riferira' nulla di sua iniziativa, poche' teme di essere punito, visto che la Regola del monastero vieta di uscire dalle proprie celle dopo la ritirata, in questo periodo dell'anno stabilita intorno alle nove, dopo la cena e le invocazioni serali. Ad ogni modo e' fortemente turbato: sebbene la sua lanterna si sia spenta, ha visto controluce la sagoma di una creatura orribile attaccare il suo confratello. E' riuscito a scappare ma zoppica leggermente a causa di una ferita alla gamba che cerchera' comunque di tenere nascosta.
Se i giocatori non scoprono di meglio, l'Abate pretendera' il rogo di Gisella e Liliana, accusate di ogni stregoneria. Ad ogni modo la notte di Natale ci saranno sorprese...
La regola benedettina e` rigidamente fatta rispettare per tutti i monaci e anche per i loro ospiti, fatte salve le questioni di vita o di morte e le giornate particolari quali Natale. La vita del monaco e` rigidamente scandita da orari:
Ci tiene molto alla sua carriera e teme che questo episodio possa rovinarla per sempre. Per questo sara' molto prudente e cerchera' di mascherare le cose piu' occulte con una patina di mondana stranezza; sara' reticente a parlare dei guai passati, come la morte del vecchio bibliotecario, intorno ai quali non ha mai riferito nulla alla Chiesa. Rivelera' le cose un po' alla volta, pur senza far peccato di omissione se gli verranno chieste esplicitamente. Gli torna comunque piu' comodo che si dia tutta la colpa a Gisella ed a sua madre.
Scritti misteriosi sul Maligno come note a margine del breviario e segni di unghiate alle pareti. In un piccolo scrigno incassato nel muro, chiuso a chiave, ci sono le pagine strappate dei tomi rubati in biblioteca ed un cranio imbalsamato chiaramente risalente a centinaia di anni prima. Al suo interno c'e' uno scompartimento segreto ora vuoto; senza aver visto la forma della chiave (quasi un cerchio) e' pressoche' impossibile capire che si tratta di una serratura. Ne esistono due chiavi: la prima ce l'ha ancora il ghoul appesa al collo insieme ad un crocifisso sfigurato; la seconda ce l'ha Frate Carlo.
Frate Carlo non lascia avvicinare nessuno alle sue partiture. Fra le tante che scrive se ne trovano alcune bruciacciate; le note sono scritte su di una pergamena dall'aspetto antico. Su di essa sono incisi in stile molto antico i caratteri latini dell'invocazione: si tratta del Liber stesso. Un'ispezione palese della camera di Frate Carlo o peggio, un arresto del Frate, suscitera` l'indignazione dell'Abate Girolamo e, soprattutto, le ire del Vescovo Berenario.
E' stata perquisita dopo la sua morte, ma non c'e' nulla di speciale, a parte strani segni nervosi sul breviario.
E' totalmente sconclusionato ma sa praticamente tutto ed alcune sue frasi enigmatiche possono portare indizi.
E' terrorizzato ed oppresso dalle proprie colpe; porta visibili i segni delle percosse ma non fara' il nome di Frate Carlo che teme troppo e del quale subisce l'arcana influenza. Ha come cinta di corda quella che fu di Fratello Luca, ma si giustifichera' dicendo che a volte si fustigavano insieme e devono essersele scambiate.
Cerchera' di fare l'indifferente ma se messo alle strette rivelera' la sua terribile esperienza notturna in chiesa.
Cerchera' di negare il suo coinvolgimento, sebbene sappia che questo costera' la vita a Gisella.
Frate Andrea era diventato strano ed era stato punito molte volte.
Frate Andrea se la intendeva con Fratello Alarico.
Di notte a volte si ode musica dalla chiesa; Frate Carlo prova anche di notte.
Il terremoto del mese precedente non era naturale; si e' vista un'ombra scura vicino all'altare e c'era del sangue in giro. Si udiva la musica dall'organo, ma Fratello Alarico sapeva appena suonare. E poi Frate Carlo e' arrivato prima di tutti: per la gran fretta correva scalzo nella neve.
Da quella notte intorno alla chiesa succedono cose strane.
La morte di Frate Stefano non e' stata un caso; prova ne e' il fatto che a Frate Rodolfo e' stato fatto fare voto di silenzio.
Fratello Luca e Fratello Sebastiano se la intendevano. La cinta di corda di Fratello Sebastiano e' stata ritrovata addosso al corpo di Fratello Luca.
Frate Carlo aveva un debole per Fratello Luca; ma nessuno dice male di un grande maestro come Frate Carlo.
Alcuni frati approfittavano di Gisella, specialmente Frate Giuseppe.
Dentro il tabernacolo, che lascia passare a malapena un uomo magro, c'e' il tunnel che porta alle antiche catacombe ed alla base del pozzo. Il ghoul vive qui. All'ingresso di persone sante alcuni scheletri di antichi adoratori del male potrebbero risvegliarsi nell'imminenza dell'invocazione.
Frate Rodolfo ha la chiave della stanza riservata dove sono ancora custoditi i tomi dai quali furono strappate pagine nella notte della morte del vecchio bibliotecario. Si tratta di tomi che contengono poesie blasfeme o descrizione di riti malvagi.
Vi si trovano anche libri che parlano dell'antico tempio e di come la chiesa sia stata eretta per sigillarne l'entrata.
La chiesa di San Gregorio e' stata costruita sulle rovine di un tempio pagano, che non era altro che una costruzione di pietra con al centro delle scale per scentere alle antiche catacombe. Proprio sopra le scale e' stato costruito l'altare, con il tabernacolo al suo centro. Esso doveva servire a sigillare l'antico male dopo che secoli prima la setta di cultisti era stata sconfitta. Durante una riparazione del tabernacolo Frate Andrea ha inavvertitamente riaperto l'ingresso e si e' avventurato nelle catacombe. Queste sono uno stretto tunnel a ridosso di un fiume sotterraneo, che conduce anche in una grotta alla base del pozzo; qui sono stati sepolti molti antichi adoratori del Maligno, aspettando di essere risvegliati insieme a lui. Frate Andrea ha urtato un cranio imbalsamato; dentro di esso era stato ricavato uno scomparto segreto, che conteneva Liber.
Sotto il pozzo vive un ghoul, ovvero cio' che e' divenuto Frate Andrea. La sua sola presenza basta ad avvelenare l'acqua, che induce uno stato di debole stordimento in chi la beve per lungo tempo. Questo fatto basta a spiegare la leggera confusione mentale e l'apatia dei frati del monastero. Alla base del pozzo si accede attraverso un tunnel che conduce sotto l'altare della chiesa. Fratello Alarico si reca spesso di notte alla base del pozzo e vi butta galline ed altri animali per cibare il ghoul di cui avverte la presenza.
Frate Carlo cerchera' di tornare nella stanza di Frate Andrea per svuotare la cassetta segreta delle prove. Eventualmente puo' costringere Fratello Sebastiano a farlo.
Qui sono sepolti solo frati. Le tombe piu' recenti sono quelle di Frate Stefano, morto il 4 maggio 1403, e fratello Luca, deceduto il 19 dicembre 1403, oltre a ovviamente Fratello Marco se e' gia' morto. Durante una azzardata visita notturna un personaggio, meglio se codardo, avra' la gamba toccata da un braccio di un vecchio cadavere mal seppellito o forse riesumato da qualcuno. Durante l'invocazione i tre cadaveri piu' recenti si risveglieranno come zombie: FO 12, DX 11, IQ 8, CO 14, move 3, no stordimento, no shock, no svenimento, no moltiplicatori danni, pugno 9 (d-1 botta), muore a 0 PF.
Gisella abita insieme all'anziana madre Liliana in una baracca nel bosco. Effettivamente Liliana da' l'idea di una strega, sebbene sia solo una vecchia un po' fissata con le erbe e gli occhi storti. Raggiungere la casa e' faticoso per via dell'abbondante neve e puo' essere pericoloso per via dei lupi: FO 10, DX 14, IQ 5, CO 11, move 9, morso 14 (d-2 taglio), DP 1, schiva 7+DP, RD 1, cerca entrare ravvicinato.
Di giorno la chiesa e' un luogo normalissimo; alcune notti tuttavia essa e' ammantata da un alone spettrale e vi succedono strani eventi: alcune candele si accendono, a volte si ode una musica sebbene non ci sia nessuno a suonarla ed a volte la mattina tracce di sangue sono trovate alla base dei crocifissi. Questi eventi dipendono in parte dall'immininza dell'evocazione, che ha lasciato un alone nefasto. in parte essi dipendono dal ghoul, che di notte sorveglia la chiesa.
Se i personaggi entrano di notte in chiesa, il ghoul cerchera' di spaventarli. Gli occhi di Cristo iniziano a sanguinare copiosamente: il crocifisso e' pieno di sangue. Inoltre il ghoul ha il potere di oscurare in qualsiasi momento ogni fonte di luce, ad esempio con improvvise folate di vento puzzolente di zolfo. Infine, puo' far suonare il grande organo; mentre il volume sale, le partiture prendono fuoco.
Somiglia vagamente ad un umano, e` alto 2 metri e cammina ricurvo con un saio lacero e un crocefisso rovinato con una chiave al collo. Non ha piu` i sandali e ha gli artigli al posto delle mani. Ha il corpo ricoperto di scaglie. Emette grugniti e puzza. FO 20, DX 13, IN 6, CO 13, move 6, DP 3, schiva 5+DP, RD 3, artigli 13 (2d+1 botta) fino a range 2, rigenera 1 PF a turno tranne da acqua santa, udito +3, olfatto +3, vede attraverso tutti i crocefissi. Si nasconde dietro l'altare, l'organo o il pulpito.
La notte di Natale Frate Carlo si reca in chiesa deciso ad eseguire l'invocazione. Ancora una volta, da tutto il monastero si sentono risuonare possenti le note ed il canto blasfemo. Tutta la scena ha del soprannaturale: luci spettrai, voci diaboliche, odori mefitici, sangue dalle pareti, pavimento in frantumi, carta che prende fuoco, l'organo che ben presto suona da solo, folate di vento. Al culmine della scena il Maligno cerchera' di entrare nel corpo di Frate Carlo; oppure, nel caso in cui questi sia stato ucciso, in quello della persona piu' vicina all'altare.
Nel momento dell'invocazione si svegliano tutte le forze occulte: si sente un forte odore di zolfo, la terra trema, le partiture prendono fuoco, l'organo suona da solo, i crocefissi sanguinano, crolla il soffitto, una luce innaturale avvolge la chiesa, il ghoul e gli scheletri delle catacombe usciranno dal tabernacolo, gli zombie di Fratello Luca e Frate Marco arriveranno dal cimitero. Inoltre un branco di lupi dagli occhi iniettati di sangue si fara' strada fino alle porte della chiesa, che dall'esterno apparira' come un'ombra maligna.
A questo punto Padre Alberico dovra' mettere in atto le sue preghiere per scacciare il demonio; la cosa ha un senso solo se i giocatori intervengono prima che questi si sia completamente incarnato: a questo punto e' troppo potente. Questi avra' un modificatore al tiro will che dipende da quanto ha effettivamente scoperto e da quanto si aspettava la situazione. L'esorcismo gli costera' abbastanza fatica da farlo comunque svenire. Gli altri giocatori non possono fare altro che proteggerlo fisicamente dagli attacchi. I vari orrori saranno molto poco propensi ad attaccare Maestro Medoro.
In teoria la storia dovrebbe finire in modo tale che, sebbene con gravi perdite, i giocatori riescono a scacciare il male ed a tenerlo ancora sepolto. Le musiche brucerannno e la chiesa sara' squarciata a meta', vuoi dalla potenza demoniaca, vuoi dalla magia dell'invocazione stessa.
E' molto importante per la prossima avventura capire dove andra' a finire il Malleus. Nel caos della situazione si potra' facilmente perdere e qualche monaco potra' recuperarlo; forse il bibliotecario.
Questa seconda avventura si gioca nel 1995. Il gruppo e' una formazione di musica da camera che deve suonare a Benediktbeuren in onore dei cento anni dalla nascita del celebre Karl Orff, che ha composto i Carmina Burana. Fra i musicisti spiccano il violinista, Maestro Medoro; l'anziano direttore, Professor Alberico ed il giovane violoncellista Gregorio. Insieme a loro il coro dei monaci benedettini fara' risuonare nella nuova chiesa di San Gregorio la massima opera del maestro. A questo evento mondano, che si svolgera' la notte di Natale, sono invitate molte celebrita' locali, fra le quali il Vescovo Berenario. Presenti anche l'ingegner Giandomenico Reia e il geometra Alberto Gorizia, che dovranno dirigere i lavori di restauro del monastero programmati per l'anno venturo.
Ovviamente c'e' lo zampino del Maligno: nel 1803 un manoscritto chiamato Carmina Burana fu ritrovato proprio a Benediktbeuren durante un restauro, il secondo della sua tormentata storia (il primo avvenne nel 1403 e sappiamo perche'). Il maestro Karl Orff fu a tal punto estasiato dall'idea di musicare quel manoscritto che si vi dedico' anima e corpo. Si tratta ovviamente del Liber; ancora una volta, il Maligno si serve di Karl Orff (un nipote? reincarnazione?) per musicare il testo; ma questa volta i protagonisti della scena sono gli stessi giocatori. Per ironia del Maligno, infatti, gli stessi che hanno impedito una volta il suo ritorno saranno coloro che lo faranno definitivamente reincarnare!
A livello di gioco si pone un problema: i giocatori sanno gia' molte cose. In realta' le due avventure giocano proprio su questo: i personaggi stessi sanno quelle cose nel profondo del loro cuore, in quanto sono la proiezione futura degli Inquisitori del 1403! Sanno, ma sanno che non dovrebbero sapere; ironie del Maligno, che vuole tormentare i responsabili della sua prigionia. E' come se i fatti che i giocatori hanno sperimentato nell'avventura precedente gli si parassero davanti come flashbacks ai quali la moderna mente razionale si rifiuta di credere.
Ad ogni modo, per non essere ripetitivi, alcune cose sono cambiate nel monastero.
La chiesa e' stata ristrutturata nel 1800; la galleria sotto l'altare e' stata completamente ricoperta. Comunque le catacombe ci sono ancora e gli antichi adoratori del Maligno aspettano il momento della loro rinascita. Visto che durante le precedenti evocazioni ci sono state scosse telluriche, questo potrebbe ripetersi ed aprire la strada ancora una volta. L'antico organo occupa ora una posizione centrale sopra la porta di ingresso, di fronte all'altare. E' li' che lo spirito del Maligno e' piu' forte; tanto da aver soggiogato il maestro organista, Frate Bernardo, che in effetti ha l'aria parecchio stralunata.
Il pozzo esiste ancora ma e' solo ornamentale; e' chiuso da una grata di ferro. Sotto tutto e' rimasto uguale, sebbene l'abitante infernale non ci sia piu' da 400 anni.
Il vecchio cimitero e' stato ricoperto interamente ed ora e' un innocuo orto. Sotto pero' ci sono i frati del 1403 che, infettati dalla malattia del ghoul, potrebbero decidere di risvegliarsi.
E' molto ben fornita; c'e' addirittura un libro, il Diarium Rodolfi bibliotecari, scritto dall'allora bibliotecario Frate Rodolfo, che descrive i fatti del 1403 piu' o meno come furono. Ovviamente e' scritto in latino; lingua che i giocatori scopriranno di conoscere un pochino, misteriosamente. Vi sono schizzi a mano dei volti dell'epoca: molte saranno le fortunose somiglianze. Fra le tante facce che i giocatori conoscono ce n'e' una che non hanno mai visto: e' quella di Frate Andrea, che e' in tutto e per tutto simile al Vescovo Berenario. E' molto probabliche che se il Malleus e' stato perso nell'avventura precedente sia qui; altrimenti Frate Rodolfo puo' averne riportato una parte nel suo Diarium o Padre Alberico puo` averlo lasciato in consegna alla biblioteca del monastero; oppure e` nelle mani del corrispondente moderno del frate che lo ha recuperato nel 1403.
A Benediktbeuren non mancheranno i flashbacks; all'inizio tutto deve essere immerso in un tranquilla e rassicurante clima natalizio ed un po' vip. Il bello e' che i giocatori, ed i personaggi, sapranno che sta per succedere qualcosa anche se non ce n'e' alcun segno apparente! Parlandone con chiunque sarebero guardati come matti, visto che nulla fa pensare al peggio. Il Vescovo non prestera' assolutamente orecchio alle loro critiche e cerchera' di rabbonirli. Di boicottare il concerto poi non se ne parla: sono professionisti seri e perderebbero la faccia!
Se qualcuno si mostra agli occhi del Vescovo troppo avanti nelle indagini o troppo intenzionato a fermare il concerto, gli possono capitare cose spiacevoli: incubi notturni, forti emicranie o influenze, al limite spiacevoli visite notturne di scheletri di monaci di 400 anni prima, morti per colpa dell'infezione del ghoul e ben lieti di assaporare carne umana nella speranza di riottenerla! E poi gli scheletri da morti non sono che mucchi di vecchie ossa: se denunciato il fatto provochera' reazioni dallo schifato all'offeso per il pessimo gusto dello scherzo. Ma, si sa, i musicisti sono eccentrici! Ad ogni modo al Maligno fa piacere che ci sia il maggior numero possibile di musicisti a suonare in suo onore!
Tra il pubblico ci saranno una giornalista molto carina, Gisella ed il suo collega fotoreporter un po' svitato Alarico. Anche alcuni monaci hanno connotazioni simili ai loro corrispondenti del 1403; piu' i monaci si saranno distinti all'epoca, piu' sara' vicina la loro somiglianza. A seconda di come saranno stati trattati 400 anni prima, le persone attuali avranno inconsciamente reazioni piu' o meno amichevoli verso i musicisti.
Cio' e' particolarmente vero per Gisella, che e' l'unica ad avere in parte coscienza, come i personaggi, degli antichi fatti. Si tratta infatti di una esperta di paranormale che si nasconde sotto l'identita' di una semplice giornalista. E' venuta a Benediktbeuren seguendo un impulso irrefrenabile e compira' ricerche per suo conto per capire la situazione. Quando avra' chiara la situazione cerchera' di scongiurare l'evocazione. Cerchera' la collaborazione dei musicisti, se gli inquisitori 400 anni prima l'avevano trattata bene; altrimenti ne diffidera' istintivamente e sara' anche pronta a far loro del male per impedire il concerto. Alarico ne segue gli ordini senza discutere.
Tutto e' pronto per il concerto della notte di Natale; la messa e' tenuta dal Vescovo in persona; e' in lui che il Maligno vuole incarnarsi. Assolutamente nulla in lui fa pensare a contatti col maligno: e' signorile e serafico. Il coro si dispone sugli spalti ai lati dell'altare, l'organista e' al suo posto, lo spazio per i musicisti e' ai piedi dell'altare. La chiesa e' affollatissima di spettatori.
Come sappiamo i Carmina Burana sono un rituale di invocazione; il Vescovo declamera' a gran voce ed il possente coro e gli strumenti faranno da cornice rituale. Man mano che il rituale va avanti, sara' sempre piu' difficile smettere di suonare o di cantare, sebbene le solite scene apocalittiche si susseguano in chiesa. Terremoto, crocifissi sanguinanti, venti impetuosi, risa oscene. L'altare si spacca in due e vi escono i corpi degli antichi adoratori demoniaci in forma di zombie.
Solo se tutti i musicisti smettono insieme di suonare il rituale si fermera'; anche l'organista, che e' in estasi mistica, dovra' essere fermato. Infine si dovra' fermare il Vescovo, nel quale sta prendendo forma il Maligno e che sara' difeso dagli zombie.
Per fermare del tutto il rituale occorre recitare l'invocazione del Malleus. L'invocazione deve essere recitata da una persona pura; ovvero, un personaggio che si sia comportato in maniera irreprensibile o meglio che si e' confessato da poco. Chi sta per leggerlo sapra' nel suo intimo se e' abbastanza puro da attivare l'invocazione; per farlo basta un tiro will con una penalita' basata sulla cattiveria del personaggio. L'attivatore poi sviene. Al limite si puo' convincere uno dei buoni frati a farlo; ma a nessuno puo' essere imposto.