New York 12/10/1963
Il perché questi pazzi si siano messi a tutti i costi a fare una spedizione artica in inverno mi sfugge, tuttavia la paga è superba e la faccenda mi intriga, ci deve essere sotto qualcosa di importante. E poi è un periodo di scarso lavoro. Certo che viaggiare in idrovolante con altri membri che ne sanno meno di me mi pare strano.
Toronto 15/10/1963
E mi pare ancora più strano il singolare metodo di pagamento, con sequestro dell'equipaggio a bordo con promessa di avere metà denaro bonificato chissà se e chissà dove. Ho fatto amicizia con Chris O'Connell e siamo solidali nel rifiutare il lavoro se le ricevute di pagamento non saranno corrette. La nave rompighiaccio russa mi ispira fiducia, più di quanto dovrebbe.
Sulla nave YYYYY 16/10/1963
Prendo posto con Chris O'Connell e lasciamo la strana guida locale, ormai americanizzata, che ci ha accompagnati fin qui pur sapendo meno di noi in cabina con il radiotelegrafista imbarcatosi subito dopo di noi. Anche a loro hanno fatto la strana proposta del bonifico a distanza. Conosciamo anche il medico di bordo, che pare essere pure il terzo ufficiale, devono avere carenza di ufficiali qui. Ci credo, con quelle regole di ingaggio. Conosciamo anche il secondo ufficiale, un tipo confuso e con un timore reverenziale per il capitano.
In viaggio 18/10/1963
Finalmente partiamo e finalmente il comandante ci spiega quale è questa missione. Dobbiamo trivellare dei pozzi di acqua dolce sotto al pack, acqua che resta ghiacciata anche in primavera. Pur avendo loro il punto esatto, pare che non si possa attendere per nessun motivo il disgelo, deve esserci del minerale prezioso là sotto, forse uranio, altro che acqua ghiacciata preistorica. Vedo i materiali, grandi trivelle per carotaggi nel ghiaccio e motoslitte ultimo modello, belle robuste a benzina. Siamo se non altro ben equipaggiati.
Artico 25/10/1963
Insistiamo con il capitano per essere portati più avanti possibile
Pack 27/10/1963
Siamo sbarcati e con le motoslitte ci dirigiamo sul posto. E' molto difficile fare il punto qui, manca ogni segno di riferimento e le indicazioni che mi hanno dato dalla nave non sono precise. Sono costretto a far fare un lungo giro e poi a far piantare il campo base a qualche miglio dal punto esatto. Dormiamo qui in una decina più due guide locali, oltre alla nostra guida americanizzata. [Foto numero 1.]
Pack 28/10/1963
Arriviamo sul luogo e vengono messe in opera le trivelle. Tutto procede bene, pare che abbiamo finalmente trovato il punto giusto. Dopo qualche ora sentiamo uno sparo, poi un altro. Corriamo immediatamente nella direzione e c'è la guida americanizzata che ha ucciso una guida locale con una fucilata, l'altra guida locale ancora ci spara ma mi colpisce di striscio per fortuna. Dopodiché scappa. La nostra guida Goran riferisce che c'erano altre due persone con lui, uscite non sappiamo da dove. Ci ritiriamo immediatamente nella zona delle trivelle e ritorniamo tutti al campo base da dove avvisiamo la nave via radio. Ultima comunicazione, la nave poi non risponderà più.
Campo base 29/10/1963
Il signor de Ribera ci ingiunge di tornare a recuperare il materiale. Arrivati sul posto troviamo una ventina di indigeni che stanno bruciando tutto [Foto numero 2 e 3] e un vecchio ci avvicina [Foto numero 4] spiegandoci che un potente male è celato nel sottosuolo. I miei sospetti trovano conferma, uranio. Per fortuna non abbiamo nulla da recuperare e torniamo al campo base.
Campo base 30/10/1963
Veniamo assaliti da una ventina di indigeni, tutti con la pelle scarnificata e in vistoso stato confusionale. Il meccanico Chris O'Connell ne fa entrare 7, ma il medico sospetta una malattia contagiosa. Io sparo per allontanarle e ne uccido uno. Ne nasce un parapiglia, i marinai danesi sparano agli indigeni, de Ribera spara ad un marinaio, il medico spara a De Rivera, il meccanico spara al medico e qualcuno tenta di accoltellare il meccanico. Io mi riparo per prudenza dietro al mio tavolo. Dopo un po' tutto si pacifica e il medico decide di far entrare tutti gli indigeni e di portare fuori 3 indigeni e 1 marinaio morti. Abbiamo un marianio ferito grave, il medico ferito, l'ingegnere e de Rivera contusi e tutto imbrattato di sangue, oltre ad una dozzina di indigeni malati e probabilmente contagiosi, anche se secondo me è solo un effetto delle radiazioni dell'uranio stimolato dal fuoco. La nave ancora non risponde.
Campo base 2/11/1963
Io, O'Connell, de Rivera, un marinaio e il radiotelegrafista Hakkington partiamo per il rendez vous con la nave, ancora silente. Il medico sta ora molto male. Arrivati sul posto troviamo la nave incagliata e nessun segno di vita a bordo [Foto numero 5]. Saliamo in quattro sulla nave con arpioni e troviamo dei cadaveri squarciati. Cerchiamo di raggiungere la radio ma siamo attaccati da strani mostri, che a quanto pare hanno sterminato tutto l'equipaggio, enormi, velocissimi e di forma di una aragosta. Resistono a numerosi colpi di pistola ed hanno inzozzato tutta la plancia con una fanghiglia appiccicosa. Hanno catturato la nostra guida.
Tentiamo una strada alternativa e passiamo per la zona radio, dove la fanghiglia ha preso tutto ormai, anche se forse con molta fatica possiamo farla funzionare. Scendiamo nella stiva e troviamo alcune aragoste che ci seguono di nascosto. Nella camera iperbarica troviamo delle uova che devono schiudersi e le distruggiamo. In un piano sopraelevato appare un essere orrendo.....