Ero imbarcata sulla nave del Capitano Eshel quale scorta delle prezione mercanzie del goblin Orvidan l'Astuto. Perché costui fosse chiamato "astuto" quando ci aveva promesso ben 100 monete per un incarico tutto rilassante mi era onestamente oscuro. Comunque eravamo arrivati tranquillamente ad Eliendall, la nostra meta. Il cibo su quella nave non era certo buono ma mi sono adattata. Viaggiava con me mio fratello, o meglio Dervin che è sempre cresciuto con me nella foresta di Lloidevall e che recentemente avevo reincontrato e mi aveva convinto a intraprendere questo lucroso lavoro. Oltre a lui c'era Joshua, un discreto guerriero assai fuori di testa per la sua spada. Ho provato una volta a spostarla un pochino per avvicinarmi a lui e mi ha cazziato. Che modi. Olaf, un nano ubriacone e chiacchierone, concludeva il gruppo di "guardie", anche se tra tutti noi forse era il più vero ed indubbiamente era il più abile in caso di un vero attacco. Una cabina di lusso era occupata da Joriol, un sinistro suonatore d'arpa che più tardi avrà un ruolo incredibile in questa storia.
All'arrivo a Eliendall osservammo una strana scena: un uomo a cavallo ballava con dei lupi. Ho visto cose del genere a Lloidevall, ma qui aveva un aspetto molto più sinistro. Ad ogni modo nessuno dei miei compagni le diede importanza ma per me rimase sempre un brutto presagio: la natura che si comporta in maniera sinistra non è mai una buona cosa. La sera stessa ho capito perché Orvidan era chiamato l'astuto: il ladrone mi ha trattenuto 2 monete sulle 100 promesse, e questo nonostante Olaf mi avesse avvertita. Non mi lamentai, tanto 98 monete erano comunque tantissimo per quel poco che abbiamo fatto. Olaf ci propose una taverna e io, ignara della vita in città, mi ci recai tutta tranquilla come se si trattasse di una caccia notturna nella foresta. Era una caccia, ma ai miei soldi e forse anche a qualcos'altro di mio. Certo che gli orchetti di quella locanda, mi pareva si chiamasse il Drago Rosso, facevano proprio schifo anche se ben più pericoloso di loro era Olaf, che rischiò di farci ammazzare come probabilmente già sapeva il taverniere prima ancora che entrassimo. La vita in città è ben peggio che a Lloidevall: ogni vicolo, ogni angolo e ogni taverna ti può fare trovare un amico come un nemico. La sera stessa, come se non bastasse la taverna con gli orchetti ubriachi, fummo rapinati e, quando già avevo deciso di rinunciare alla mia fortuna, Joshua si mise a combattere. Ce la sa fare con la spada quell'uomo, ma non sarebbe bastato se Gunther, che al momento era per noi solo un omone, non fosse intervenuto a massacrare quei ladri. Dervin tra l'altro con un colpo di genio invidiabile riuscì quasi a far scappare il ladro che si era preso le nostre monete!
Gunther ci propose un affarone! Ci portò in una sala buia e una voce ci propose, e ci diede, ben 500 monete per una missione ridicola: osservare uno scambio di uno strano amuleto tra Joriol e un altro tizio l'indomani notte proprio sulla nostra nave e alzare una bandiera quando sarebbe avvenuto lo scambio. Certo che in città la vita è strana: un attimo eravamo rapinati e l'attimo dopo eravamo ricchi. Comunque noi, astutamente, iniziammo a spendere. Io mi comprai due vestiti, uno per tutti i giorni e uno da sera con cappello e mantello. Per fortuna, perché mi sarebbe seguito in seguito, anche se grazie a Olaf non a molto. Tornando alla storia, la città l'indomani era piena zeppa di bancarelle per la festa di primavera. Durante il giorno la città cambia aspetto: diventa amichevole, sicura, e tutti ti aiutano, sono simpatici, gentili. Insomma, in città si gira di giorno. Questa volta il turno di avere una buona idea era mio e decisi di comprare una bottiglia di spirito dei nani di un tale distillatore molto famoso di cui nemmeno ricordo il nome. Bé, quel rompipalle di Olaf non ci mollò un istante, soprattutto perché non ricordo chi tra Dervin o Joshua gli promise un sorso! Meno male che li ho messi subito tutti tre in riga e lo spirito dei nani venne stappato solo la sera sulla nave. Anche se quel nanaccio è robustissimo, alla fine riuscimmo a buttarlo a terra ubriaco. Altra storia per i marinai che caddero al primo sorso.
E venne la sera. Noi eravamo talmente ben preparati che quando arrivarono gli uomini sulla nave per un pelo non ci scoprirono e noi non vedemmo nulla. Insomma, in città bisogna essere sempre preparati, non ci si può mai rilassare. E soprattutto bisogna pensare in fretta: decidemmo di andare dietro a quegli uomini di corsa per vedere se avevano l'amuleto, dato che ci scocciava issare la bandiera senza essere certi e turlupinare così il nostro allora presunto benefattore. Pessima scelta: sulla riva del porto i nostri uomini furono attaccati da un misterioso uccello nero e gli lanciarono del fuoco. Magia probabilmente. Dopodiché Joriol scappò nei vicoli del porto urlando "Morghenstein sei un pazzo". Gunther pensavamo fosse morto nella battaglia ma evidentemente ci sbagliavamo perché lo avremmo rivisto in seguito. Invece Morghenstein per fortuna non lo abbiamo mai incontrato da molto vicino. Sono arrivate le guardie della città e come sarà abitudine in seguito fummo imprigionati. Però qualche istante prima che ci portassero via ho intravisto un rotolo di pergamene che apparivano molto interessanti sulla scena del delitto. Gli altri non le videro nemmeno per sogno, anzi Joshua si fermò a rubare un guanto; non me lo sarei aspettata da parte sua. Dimenticavo un piccolo particolare: per non avere più problemi con uomini e orchetti un po' troppo intraprendenti mi ero travestita da uomo: inutile dire che questo non migliorò la mia posizione agli occhi delle guardie. Anzi, una provò a tampinarmi raccontandomi di misteriosi omicidi ma intervenne il sergente a zittirci sul più bello.
Passammo una nottata in prigione che devo dire non era poi tanto male. C'era anche un goblin poveretto, che non ricordo più come si chiami, chiuso in cella con noi. Ad un certo punto un bel ragazzino, tale Artiglio Bianco, arrivò in prigione e pagò la cauzione per noi. Artiglio Bianco, chissà perché questo nome, ci portò da Mastro Mikon, un goblin alchimista della Gilda degli Alambicchi. Veramente un bel negozio quello di Mastro Mikon, e interessante. Finalmente mi sistemai un pochino. Mastro Mikon conosceva Morghenstein, e ne sembrava giustamente proccupato. Ci intimò di non immischiarci assolutamente in questa questione e ci propose di iscriverci alla Gilda dell'Arpa tramite intercessione di Fiz, amichetto di Artiglio Bianco. A posteriori la manovra di Mastro Mikon mi sembra molto strana: ci ha fatto iscrivere alla Gilda dell'Arpa quando mezza città sapeva benissimo che la sera stessa Joriol avrebbe suonato proprio là. Insomma, la Gilda dell'Arpa, nella persona del povero Maestro Eiork, mi accolse a braccia aperte. La mia prima sonata, accompagnata dal mio canto, riscosse un discreto successo tanto da farmi osare quella vecchia canzone elfica che avevo solo sentito qualche volta di sfuggita. Fu un successone. Ricevetti i complimenti di Maestro Eiork in persona. Invece Joshua e Dervin si dedicarono ad arti più belliche, con il bravo Joshua che fece un'ottima figura mi pare proprio con il capitano delle guardie della gilda. è proprio bravo quello spadaccino; peccato per la sua mania per la spada. Questi miei commenti non devono far pensare che mi sia dimenticata di Dervin. Il mio buon caro Dervin, che darebbe la vita per salvarmi e forse qualche volta l'ha pure rischiata, rimane sempre saldo nel mio cuore.
La sera comunque concerto di Joriol alla Gilda dell'Arpa. E chi si fece vedere? Olaf, l'ubriacone. Quella serata temo rimarrà nella storia della gilda sia per gli avvenimenti che successero dopo che per lo scandalo che suscitò Olaf. Dopo che ci venne presentata Giulia, la bella sorella di Fiz che subito evocò gli entusiasmi sia miei che dei miei maschietti (menomale avevo il vestito elegante), Olaf esordì con russate sonore e gite al bar gratuito della gilda. Non gli dò proprio torto: il concerto di Joriol con la sua arpa era un po' una palla, soprattutto l'ultima canzone che parlava di un oscuro presagio di un amuleto che perde di forza quando viene compiuto un omicidio. Queste parole, che al momento ci parevano assurde, poi assunsero un significato un po' più chiaro. Strana compagnia aveva Joriol in camerino: due goblin. Considerando comunque che noi eravamo accompagnati dalla disperazione del bar della gilda che nel frattempo stava facendosi fuori tutti i fiaschi di birra, non ci preoccupammo troppo di Joriol. Insomma, una figura mostruosa e dubito che Giulia ci rivolgerà mai più la parola.
Rientrando mesti al nostro albergo, il Bue Grasso, cambiammo idea sull'opportunità della presenza del nano: difatti fummo attaccati nuovamente da dei briganti che questa volta avevano intenzione di accopparci prima di prenderci le monete. A me bucarono il vestito nuovo e ciò mi irritò non poco. Dervin mi difese eroicamente e si meritò, mentre era incoscente, un regalo particolare. Gunther anche questa volta arrivò a sorpresa e ci portò da quell'uomo che agisce nel buio. Dopo un giusto cazziatone per la mancata missione precedente con le 500 monete già incassate, ce ne affidò un'altra ancora più semplice. Solo dopo un bel po' avremmo capito che ci stava fregando. La missione era banalissima: consegnare una pergamena sigillata, per la quale comprai tanto di portapergamena, a mezzanotte in una casa nel quartiere ricco. Noi, come sempre, ci facemmo trovare impreparati: anziché osservare prima dove fosse la casa ci mettemmo a cercarla poco prima di mezzanotte ma avevamo delle notte difficoltà a trovare la casa giusta. Alla fine Joshua si fece attaccare da dei manigoldi, capitanati da Joriol e da una misteriosa ragazza bionda, che lo sconfissero facilmente. Deve essere stata la serata del buon dormiente, dato che quando riuscimmo a scovarlo nel buio completo anche Dervin e Olaf crollarono mezzi addormentati. Ero seriamente preoccupata per Dervin che stava morendo dissanguato ma questa volta non potevo aiutarlo perché ero troppo stanca e c'erano troppi occhi che ci guardavano. Joriol ci portò proprio nella casa dove saremmo dovuti andare: gentile da parte sua e quindi avrebbe potuto restituirci anche le armi dato che Joshua rompeva più di un bambino viziato.
Entrati in quella casa vidi cose irripetibili: Joriol, con il suo strano amuleto a forma di mano a pugno, combatteva contro presenze che non vedevo ma potevo sentire nel buio e sembrava avere il sopravvento. I goblin e la ragazza bionda erano spaventatissimi, e fosse stato per loro ce ne saremmo andati tutti a gambe levate lasciando là pergamene ed amuleti. Ma Joriol non contento ci portò in cantina. Qui l'atmosfera era veramente oscura e drammatica. Joriol preso da un'enfasi quasi mistica estrasse un paletto e pronunziando una formula magica del suo Ordine del Frassino lo conficcò in un cadavere dentro una bara. In quella bara anche un bambino avrebbe capito che c'era Maestro Eiork, ma Joriol era così ostinato che non sentii gli avvertimenti della donna bionda. Nel momento in cui maestro Eiork morì, la voce di Morghenstein risuonò nella cantina. Non ricordo cosa disse, ma questa volta fu lui a sbeffeggiare Joriol. Io non mi trattenni certo a pensare alle conseguenze di queste azioni e me la diedi a gambe pensando al povero Dervin gravemente ferito avvolto nel mio mantello. Io, Dervin e Joshua ci trascinammo a fatica per le via della città dei ricchi, inseguiti dalle guardie. Alla fine io e Dervin arrivammo al Bue Grasso ma Joshua si fece catturare.
E a quanto pare il guerriero della spada spifferò tutto in quanto l'indomani delle guardie prontamente ci incarcerarono. Dopo qualche ora della cella, che ormai ben conoscevamo, arrivarono Guastaldo, Adamo e Slash, tre guardie della Gilda dell'Arpa, per condurci di fronte al giudice Erlair. Il giudice sembrava saperne molto degli avvenimenti della nottata e ci informò che anche Joriol era morto durante quella notte. Io raccontai tutta la verità, 'sì come fiume in piena, ma ebbi l'impressione che il giudice non mi credette molto. Per fortuna fummo portati di fronte ad una persona più informata, l'inquisitore Heam dell'Ordine del Frassino. A lui raccontammo tutto, dall'inizio alla fine. L'inquisitore sembrava incupirsi sempre più, soprattutto quando Joshua confessò che il guanto rubato aveva sei dita. Dopo una assai frettolosa spiegazione da parte sua, ci spedì alla ricerca della ragazza bionda. Io non mi interessai molto al perché tutta questa agitazione, dato che dopo l'avventura nella casa, due rapine e un fattaccio in locanda davo per scontato che ogni avvenimento in città fosse pericoloso e avevo come unica intenzione quella di andarmene. Dervin però pareva interessato alla faccenda e temendo che, come poi successe, avesse bisogno di me, decisi di andare con loro.
Assieme alle tre guardie e all'inquisitore, ma senza Olaf probabilmente perso in qualche locanda, andammo alla Gilda dell'Oro Nero, il cui strano simbolo avevamo trovato su una borsa di un goblin combattuto il giorno prima. I quartieri meridionali della città sono decisamente i peggiori: là subimmo l'ennesimo agguato. Per fortuna questa volta i guerrieri erano veramente tanti, tanto da darmi la possibilità di salvare l'inquisitore da una morte certa. Devo dire che, nonostante non mi abbia visto nessuno, non ero per nulla sicura di dovere o potere salvare quell'uomo. Se lo meritava? Ho fatto bene? Ancora non capisco bene molte questioni legate all'arcano. Fatto sta che funzionò e alla fine, nonostante Joshua si fosse innamorato di alcune tattiche di battaglia suicide in cui mi aveva coinvolta, ci salvammo. Il nostro nemico non era un uomo: era un bale di nome Soidelkan, essere con sei dita (e proprietario del guanto rubato da Joshua a quanto pare) fortissimo che si dice si nutra di sangue umano. A me è sembrato parecchio saggio, anche se la stanchezza stava prendendo il sopravvento e le sue spiegazioni ormai mi apparivano sempre più fumose e lontane e forte si faceva il mio desiderio di abbandonare al più presto la pericolosa Eliendell.
Ma invece no. Si erano tutti incaponiti a trovare quella donna, che se non fosse per la pena che mi faceva l'avrei accoppata quando l'abbiamo trovata. E fosse stato facile trovarla: dovemmo contattare Smitz, l'amico goblin del suo compagno goblin (i gusti sono gusti), salvare Gico, l'amico dell'amico che volle pure dei soldi per evitare di venire picchiato da degli usurai, e alla fine la trovammo che si faceva menare da Gunther. Inutile dire che Gunther era veramente enorme e le nuove tecniche che Joshua aveva inculcato nella testa di Dervin avevano avuto lo splendido effetto di mandare a terra i miei due guerrieri. Meno male che una punta provvidenzialmente intagliata nel mio bastone riusci a perforare la spessissima corazza di Gunther e a mandarlo morto a terra. Dovemmo pure convincere Leia che non ce l'avevamo con lei e ancora una volta feci del mio meglio per salvare Dervin. Non so come successe che nessun altro ci attaccò quella notte, ma arrivammo da Heam e Soidelkan alla locanda della Luna Rovesciata sani e salvi. Non ci volle molto all'inquisitore per convincere Leia a vuotare il sacco: anche Lotarius, amministratore della Gilda dell'Arpa, pareva fortemente coinvolto nellla faccenda quale alleato di Morghenstein contro Joriol contro Soidelkan. Heam era nel panico più totale. Capisco che per lui scegliere l'alleanza con il suo nemico Soidelkan contro l'altro suo nemico Morghenstein è una dura decisione, ma io veramente degli intrighi di questa città ne posso sempre meno. Dervin mi pare orientato a inseguire Lotarius che si dice sia fuggito fuori città con una compagnia di musici e io sono daccordo. Sicuramente non intendo stare qui a rischiare la vita per difendere Leia né mettermi al servizio di Morghenstein.
Finalmente ci siamo decisi: usciamo da questa città. Mi manca molto la vita decisamente più tranquilla e riflessiva degli spazi aperti. Però, per intercessione di Mastro Mikon che ci affida pure un suo apprendista, tale Simon un tipo un pelino sinistro ma che secondo me ci risulterà simpatico oltre che utile, ci siamo imbarcati nell'inseguimento di Lotharius, che a quanto pare potrebbe fruttarci qualche beneficio nella lotta di Heam contro Morghenstein. Tutti questi intrighi mi complicano assai la visione dei miei desideri e la comprensione del mio vero destino. Andiamo alla Gilda dell'Arpa per avere alcuni indizi su dove si sia diretto Lotharius. Per fortuna, dato che temo che io e Dervin difficilmente potremmo mettere più piede là dentro, troviamo Slash fuori dalla gilda e ci intratteniamo in una discussione. È un po' sbruffone ma mi piace quel suo modo di fare così sicuro. Attiriamo anche un discreto capannello di curiosi che ammirano la sua esibizione con la spada.
Dopo un po' finalmente convinciamo Slash a venire con noi e quindi ad entrare in gilda per indagare su dove sia andato Lotharius. Ci riferisce che la carovana di artisti con cui viaggia, scortata nientepopodimeno che da Adamo e Guastaldo, è diretta nella vicina città di Jaslin ed è partita da un giorno. Siamo in ritardo, dobbiamo raggiungere la prima locanda sulla strada da due giorni che separa Eliendall da Jaslin prima che faccia buio. Dopo una breve visita al Bue Grasso in cui mi sono potuta rimettere un attimo in sesto per il viaggio partiamo e devo dire che il primo giorno di un viaggio è sempre assai piacevole. Conosco meglio Simon e Slash, mentre Dervin non mi racconta nulla di quello che ha passato negli ultimi tempi, chissà perché, chissà perché gli è sorto quell'attaccamento morboso alla mia persona negli ultimi giorni.
Arriviamo finalmente alla locanda e, vedendo Olaf sulla spiaggia, non resisto alla tentazione di fare un bagno per ripulirmi di tutto il fango che mi è finito addosso durante il viaggio. Rimane solo Dervin a sorvegliarmi che per non vedermi si gira; che timido il mio fratellino. Rientriamo in locanda quando sentiamo delle urla ed è ovviamente il consueto Olaf che si fa sentire. Osservo però questa volta stupefatta Simon: sta mangiando come un bue, un bue grasso per citare una nota locanda! Non me lo sarei mai aspettata: ora capisco perché Mastro Mikon era così ansioso di mandarlo con noi. Olaf si dedica alle scommesse e ad una assurda gara di birra con dei goblin. Questo nano ha in sè una robusta dose di saggezza, purtroppo affumicata dall'alcol e dal sesso. Io me ne infischio e mi preparo per la notte. Per fortuna ho scelto di stare in stanza con Dervin, anche se non mi sarebbe dispiaciuto conoscere meglio Slash o il nostro bue Simon o vedere se Olaf si vanta a vuoto, perché mentre dormivo beata sento qualcuno passare sopra di me e un fiotto di sangue caldo mi arriva addosso. Non è certo uno dei miei migliori risvegli e subito penso che Dervin sia ferito. Invece no: il mio valido fratellino con un netto colpo di spada nell'oscurità più totale ha trafitto una persona che si era infilata per la finestra. Voleva sicuramente approffitare di me o quantomeno farci del male. Dervin è proprio un ragazzo eccezionale, e gli voglio molto bene. Intendo mostrargli tutta la mia gratitudine per avermi salvato la vita ma non so davvero come fare.
Chiamiamo Simon e Slash che dormono nella stanza accanto e interroghiamo l'uomo. Dopo aver confessato che intendeva chiaramente violentarmi, Slash lo costringe a rivelare che voleva anche farci del male. Così lo lego con la corda che ha usato per salire sulla finestra e gli sequestro il coltello. Addosso non ha nulla di valore. Slash usa dei sistemi di interrogatorio alquanto violenti e il sensibile Dervin è molto impressionato. Lo porto lontano per calmarlo e nel frattempo il manigoldo rivela che tale "assassino" lo ha ingaggiato per uccidere chiunque arrivasse alla locanda chiedendo di Lotharius. I ragazzi insistono per andare a chiamare Olaf che, a quanto pare, conosce metodi di indagine più efficaci. Io non capisco perché torturare quest'uomo: basta guardarlo negli occhi per capire che ci ha detto la verità ma sta nascondendo una parte del racconto. Difatti Simon è aggredito da tre complici goblin mentre sta andando da Olaf, che dorme nella stalla per taccagneria. Urla e Dervin si precipita ad aiutarlo. Anche Slash ci va ma passando per la finestra e non badando molto al delinquente che viene calpestato in malo modo e conciato veramente male. Io resto sola con lui e cerco di chiudergli le ferite sommariamente. Sento rumori confusi provenire dalla zona della battaglia, a quanto pare anche Olaf si è aggiunto al combattimento ma io non posso lasciare solo il prigioniero.
Dopo un po' appare Slash sotto la mia finestra e gli calo il delinquente, ormai cadavere. Non mi dispiace non essere riuscita a fare nulla per lui: se l'è veramente cercata. Non posso nemmeno dormire sicura di notte nel mio letto senza che un uomo mi si fiondi addosso. Slash porta il cadavere nella stalla dove inspiegabilmente si sviluppa un incendio. Delle guardie di passaggio si attivano, in ritardo come al solito, e iniziano a fare domande. Io, per togliere ogni sospetto dovuto alla copiosa presenza di sangue nella mia camera e sulle mie lenzuola, mi rispoglio e coperta solo con un lenzuolo insaguinato mi precipito per le scale urlando che è arrivato un uomo nella mia stanza. Per fortuna la polizia non mette molto il becco e uno dei goblin era già un noto pregiudicato e quindi questa volta, stranamente, niente nottata in guardina. La mattina ce ne andiamo di soppiatto come tre quarti degli ospiti della locanda. La povera locandiera mi è sembrata assai disperata.
Poco prima di arrivare a Jaslin vediamo una strana tenda con una piccola folla davanti. A guardia della tenda ci sono due ragazzi carini, in costume uguale e armatura metallica, che ci dicono che dentro c'è un Cavaliere di Talantir, ferito gravemente in un duello disonorevole con uno spadaccino vestito di nero. A parte il fatto che un duello non vedo proprio come possa essere onorevole, vengo anche a sapere che il disgraziato si è impegolato in quel duello solo perché l'uomo vestito di nero, che dalla descrizione somiglia sempre più all'"assassino", non gli ha ceduto il passo sulla strada. Folle, folle, e ce ne sono tanti come lui: ricordo Joshua, con il suo morboso attaccamento per quel pezzo di ferro, e anche Simon e Slash non mi sembrano con tutte le rotelle a posto: un bel periodo a contatto con i valori semplici della natura penso risolverebbe molti dei loro problemi. Quando vediamo una vecchia sedicente guaritrice uscire dalla tenda con aria di fallimento, Slash spara la sua: "Noi possiamo aiutarlo, lei è una guaritrice". "Lei è una guaritrice" ha detto! Come ha fatto a saperlo? Sono sicura che quando ho curato Heam era impegnato in una sanguinosa battaglia con Soidelkan e nessun'altra volta ho usato il mio potere in sua presenza. La situazione qui si fa pericolosa: devo assolutamente provvedere anche con mezzi radicali. Penserò dopo a cosa fare, per il momento mi allontano lasciando che i ragazzi facciano una brutta figura e mi imbosco dietro ad alcuni alberi.
Riprendiamo il viaggio su mio pressante sollecito, ovviamente con il cavaliere ancora ferito a morte. Figuriamoci se faccio qualcosa io dopo quello che ha detto Slash e dopo che sono venuta a sapere come quell'idiota sia riuscito a farsi ferire. Poco dopo per fortuna vediamo la città e le guardie stanno pure chiudendo le porte. C'è qualche motivo per farlo? I delinquenti non possono entrare anche di giorno? Ma forse lo fanno per tenere dentro i delinquenti di notte, visto che indubbiamente è molto peggio restare dentro che fuori. E ci fanno pure pagare. Stavolta ci stabiliamo in una locanda degna di nota in cui Olaf viene pure guardato malissimo per le sue pinte di birra. Convinco il riluttante oste a portarmi una tinozza per lavarmi. Dervin, che ho pregato tanto di dormire con me questa notte, si gira ma vedo che mi sta guardando con la coda dell'occhio. Tutta questa vita cittadina deve aver arcuito molto la sua timidezza e penso che voglia fare l'amore con me ma non osi chiedermelo. Ora non se ne parla nemmeno, sono distrutta dal viaggio, mi fanno male i piedi e ho da risolvere la questione di Slash. Forse alla prossima locanda quando si sarà lavato anche lui prenderò io l'iniziativa. Slash! Lui è il mio obiettivo al momento. Scendo e trovo Dervin che mi aspetta annoiato, Olaf che beve la quarta pinta e Simon che mangia la terza portata! Devo in effetti aver allungato eccessivamente i tempi necessari per truccarmi, ma non è facile dipingersi la faccia senza apparire banale o pacchiana. Cercherò Slash più tardi.
L'indomani lo trovo già che fa colazione, e con la spada al fianco! Un altro maniaco, teme un'aggressione di prima mattina? Allora mi faccio coraggio e lo intercetto mentre rientra in stanza. Lo interrogo subito, senza pensarci. E cade dalle nuvole. Dalla sua espressione capisco che proprio non sa nulla e ha sparato quella affermazione a vuoto. Che figura, ora è lui che mi incalza chiedendomi se sono una guaritrice. Nego a fatica. Cerco di inventare scuse. Ma non ci casca. Cerco di scappare ma mi afferra per un braccio. Vedo la sua spada nel fodero. Ho paura. Urlo. Chiamo Dervin. Per fortuna un altro che va a fare colazione con la spada. Mi divincolo e mi rifugio in stanza. Sento arrivare Dervin e lo invito ad entrare spiegandogli sommariamente la situazione: ora Slash è adiratissimo con me, ha anche messo in dubbio la nostra unione come gruppo e lo capisco. Provvedo subito a recarmi di sotto per parlare con lui, ma, cocciuto come un mulo, se ne va senza farmi proferire parola e così lo inseguo fino all'uscio della sua stanza. Gli parlo attraverso la porta e con l'aiuto di Simon riesco a tranquillizzarlo un pochino ma mi è ancora molto distante.
Andiamo in giro per Jaslin a cercare il gruppo di Lotarius e troviamo Guastaldo e Adamo terribilmente annoiati che sorvegliano dei giullari. Slash riesce a sapere che Lotharius ha passato la notte probabilmente da tale Adelina, una prostituta che lavora in un bordello del porto. Stranamente è chiuso fino al primo pomeriggio e riusciamo ad entrare piuttosto tardi. Dervin e Slash sono deputati ad incontrare Adelina per la quale pagano ben 2 monete d'argento mentre noi tre restiamo fuori. Dopo una buona mezzora Olaf e io entriamo per vedere come è fatto dentro e Olaf si interessa subito ad una giovane goblin che costa ben 15 monete lasciandomi così sola in quell'ambiente singolare. Mi faccio due calcoli: considerando che Olaf ha preferito a me, che ero gratis, pagare una goblin e che gran parte del ricavo va al bordello, dubito che io guadagnerei molto dal lavorare qui. Dopo un'oretta siamo tutti nuovamente insieme fuori dal bordello e vedo gli uomini, salvo Simon, piuttosto strani. Meno male sono nata donna. Urge partire subito per il Lago Sogno, e stavolta non è certo colpa mia se siamo in ritardo.
Consueta marcia forzata e a sera siamo alla consueta locanda a bere. Stavolta non siamo in città ma in un puzzolente villaggio di pescatori e si vede. Niente tinozza per il bagno, rimedierò con il lago, e solo quattro pescatori con cui Olaf può attaccar briga. Invece di iniziare la solita rissa, veniamo a sapere da loro che hanno noleggiato la loro barca a Lotharius partito da qualche ora per destinazione ignota. Usciamo a cercare di armeggiare con le bisacce del cavallo di Lotharius, il quale è stato così furbo da abbandonare là una lettera che viene subito involata da qualcuno. Sentiamo dei rumori provenire dalla riva del lago e andiamo a vedere: ci sono i quattro pescatori che aspettano il ritorno di Lotharius la cui lanterna si vede all'orizzonte. Ci nascondiamo dietro ad alcuni cespugli quando, vedendo scendere l'"assassino" con Lotarius, un nano e alcuni sgherri dalla barca, Olaf attacca! Siamo veramente disorganizzati, ne parlerò ai ragazzi appena possibile, dobbiamo accordarci precisamente sulle strategie di combattimento prima di iniziarne uno. Comunque ora è troppo tardi e quando vedo Olaf alle prese con tre orchetti e Slash che si butta su Lotharius, mi butto anch'io su un'orchetto dal quale però me le prendo di santa ragione dato che è buio pesto e riesco a mala pena a parare i suoi colpi. In breve mi disimpegno per andare ad aiutare Slash, ferito dall'"assassino" mentre gli orchetti cadono uno dopo l'altro sotto i colpi di Olaf. Lotharius, il nano e l'assassino stanno scappando con la barca! Tocco il buon Slash sulle spalle sussurandogli dolcemente "Vai Slash, vai. Seguilo." e lui già si sente meglio e tenta di tuffarsi per seguire la barca di Lotharius. Vedendo che Olaf non sta proprio messo bene e che inseguire a nuoto una barca di notte non è per nulla facile, decidiamo di occuparci degli orchetti quando non vedo più Dervin. Giace per terra, ferito gravemente, immobile, mentre l'"assassino" si sta allontanando a nuoto. No, non può essere morto. Respira ancora e mi ci butto sopra di peso piangendo. Spero solo che sia sufficiente per riportarlo in forze perché sento che io non mi reggerò in piedi a lungo. Dervin, prenditi cura di me per favore finché non mi rimetto.
Mi risveglio finalmente e sono in un comodo letto al calduccio. Dalla luce che filtra è mattina, probabilmente è passata solo la notte. Sono contenta, tutto sembra essere andato bene. Ma non c'è Dervin accanto a me e sono in stanza da sola. Pare la stanza di una locanda, della locanda del villaggio di pescatori e sento fuori il vocione rassicurante di Olaf, probabilmente intento a bere tanto che lo chiamo ma nessuno mi sente. Così mi alzo, sono ancora assai debole, ed esco in corridoio. Subito Slash e Olaf mi vengono incontro ma non paiono felici. Mi accompagnano nella stanza accanto alla mia e ho un tremendo sospetto: la stanza è buia, intravedo il profilo panciuto di Simon seduto al capezzale di qualcuno. Spalanco la finestra e mi precipito con le poche forze rimastemi a scoprire il letto: Dervin giace gonfio e violaceo. Come è possibile? Lo scopro interamente e lo esamino: non ha alcuna ferita. I ragazzi farfugliano tutti assieme e riesco a capire solo che è arrivata una vecchia guaritrice e ha detto che era avvelenato e solo un antidoto, reperibile a Jaslin e di nome Janus, poteva salvarlo. Questo a quanto pare è l'unico aiuto che abbiamo e quindi, senza nemmeno perdere tempo a riposarmi un po', andiamo a prendere i cavalli. Già, quali cavalli? Naturalmente quelli di Lotarius, con l'oste che osa pure lamentarsi e che zittisco prontamente con un'elargizione di 50 monete. Alla prossima una bella legnata sulla testa. Lasciamo il fidato Simon a custodire Dervin e ci precipitiamo verso Jaslin.
Entriamo a Jaslin nel tardo pomeriggio. Io e Olaf andiamo nella via degli Alchimisti a cercare qualcuno che ci fornisca un antitodo, mentre Slash va a cercare l'aiuto di Guastaldo e Adamo che potrebbero esserci preziosi. Questa volta la città sembra molto più amichevole di tutte le altre volte, incomincio a pensare che il problema sia Eliendall più che la città in generale. Magari nei miei viaggi ne vedrò delle altre e scoprirò la verità. La via è molto lunga ed in fondo c'è un negozio che pare faccia al caso nostro. Il proprietario purtroppo è estremamente sordo e non capisce una parola di quello che gli dico; ho paura a fare curare Dervin da lui, perché potrebbe sbagliare diagnosi. Quindi, quando mi propone due antidoti, Janus da 500 monete e Esculapius da 1000 monete, decido di prenderli entrambi, tanto a Dervin male non faranno. Sto già per intraprendere una trattativa con Olaf per farmi regalare i soldi che mi mancano quando vedo in fondo al negozio un volto noto: Artiglio Bianco è qui. In effetti il proprietario, udito a parte, mi ricordava molto Mastro Mikon. Proprio in quel momento arrivano anche Slash e Guastaldo attirati indubbiamente dal volume disumano che bisogna usare per comunicare con Mastro Melfin. Il bel guerriero è con noi, ottimo. Artiglio Bianco riesce a convincere l'alchimista a farci pagare solo 400 monete e mi tranquillizza per quanto riguarda l'acquisto del solo Janus. Questo ragazzo è proprio un tesoro, dopo tutto quello che gli abbiamo fatto passare!
Ben presto siamo cacciati fuori dal negozio per eccessivi schiamazzi e, mentre i ragazzi vanno per negozi di armi, io cerco il cavaliere di Talantir per indagare ulteriormente su Janus. Nessuno vuole venire come me: speriamo non mi succeda nulla. I tipi vestiti uguali che stazionano fuori dalla tenda del cavaliere molto gentilmente mi informano che ha usato Janus e che ha fatto effetto. Rincuorata ritorno nella locanda, sana e salva; purtroppo si è fatto orami tardi e mi sconsigliano di partire a cavallo di notte. Sono tremenendamente preoccupata per Dervin e non riesco a darmi pace. Stanotte dormo con Slash che ha un singolare trucco anti intrusione con delle bottiglie e probabilmente è per questo che a lui non entrano mai malintenzionati in camera. Una notte d'inferno: non ho fatto altro che pensare a Dervin gonfio e viola che soffre e non ho riposato per niente. Per fortuna è arrivata l'alba e partiamo. Lungo la via ci tocca fare pure dei pezzi a piedi: i miei compagni ignorano il mio suggerimento di lasciarmi i due cavalli migliori e farmi andare avanti al galoppo fino allo sfiancamento degli animali, anzi, si fermano pure a dare una mano ad un contadino a cui è caduto del fieno dal carro! Molto irritata me ne vado avanti quando arriva la cuoca della locanda di corsa. Agitata e ansimante ci riferisce che Dervin e Simon sono stati rapiti! Qull'inetto di Simon! Sarà stato sicuramente a mangiare! Indaghiamo nella locanda e l'oste nicchia e accusa pure i due di essere scappati senza pagare. Olaf lo convince senza usare l'ascia, e secondo me fa molto male: quest'oste avrebbe proprio bisogno di essere rimesso in riga. Siamo totalmente privi di indizi e lo sconforto sta per impadronirsi di noi. Lasciamo la locanda, giustamente senza aggiungere una moneta al conto già pagato il giorno prima e sulla spiaggia vediamo un crocchio di pescatori: due cadaveri sono giunti a riva e le relative vedove stanno piangendo disperate. Mentre nessuno bada a me in quanto sta per giungere la vecchia megera che ha salvato Dervin, esamino i corpi e uno pare essere miracolosamente ancora in vita. Aspetto che la vecchia faccia qualcosa per curarlo e, lesta, mi avvicino e lo riporto in vita. Tutti gli onori vanno immediatamente alla strega del paese, che passerà il suo mese di gloria. Sono indecisa se andare in seguito a ringraziarla per l'aiuto dato a Dervin e, a quanto mi riferiscono, anche a me oppure se considerare sufficiente questo aiuto alla sua popolarità. Ma che stupida: i poteri che hanno salvato la vita di quel poveretto non provengono mica da me, non sono stata io. Come ho fatto ad essere così superba! Dovrò passare a ringraziarla e, se la vedrò degna, la informerò del debito che lei ha ora con altre entità superiori.
Il poveraccio nel frattempo parla a stento e ci informa che la loro barca è stata attaccata nella zona Est del Lago Sogno da delle persone che paiono proprio l'Assassino e Lotarius. Prendiamo immediatamente una barca, ma quanto fatica a convincere il pescatore a mollarcela. Questo dev'essere un villaggio di taccagni, a parte la megera, e solo l'intervento della vedova del pescatore lo convince a mollarcela. La navigazione è piacevole, specialmente quando timona quell'esperto di Olaf. Strano questo nano marinaio, non pensavo ne esistessero. A proposito di nani marinai: Artiglio Bianco ci ha fatto pervenire alla locanda a Jaslin una pergamena che parla di un nano pirata che sarebbe andato con Lotarius. Se usasse lo stampatello forse potremmo capire di più. In poche ora siamo sull'altra sponda ove attracchiamo e cerchiamo di raggiungere il villaggio più vicino. Ormai è notte e la strada non è facile ma arriviamo alla locanda del villaggio sani e salvi. Locanda vuota, a quanto pare gli affari vanno maluccio per questo povero oste che, rispetto al precendente, mi fa pure pena. Nemmeno il tempo di chiedere se ha per caso una tinozza ove farmi un bagno, che non faccio da una quantità innumerevole di giorni, che entrano un goblin e un orchetto con fare spavaldo. Nemmeno salutano gli altri avventori, noi, e pretendono subito dall'oste vettovaglie e sua figlia. Se le vettovaglie mi fanno subito pensare a rifornimenti per un grosso gruppo, quale quello di Lotarius con tanto di Simon aggregato, proprio non capisco cosa ci vogliano fare con la figlia. Non la vorranno mica tenere per quando finiranno le scorte di cibo, come pare evidente dalla reazione dell'oste che, nonostante gli affari a rotoli, nicchia a consegnarla loro. All'improvviso gli avvenimenti precipitano: il goblin guarda Guastaldo e scappa senza motivo. Slash, altrattanto senza motivo, gli corre dietro con la spada sguainata. Onestamente mi pare una delle solite reazioni esagerate di Slash: che abbia una relazione con Guastaldo con una gelosia a tal punto che basta un semplice sguardo per suscitare la sua ira? Dovrò stare particolarmente attenta a come mi comporto con Guastaldo, Slash potrebbe uccidermi per una carezza. Se mi comportassi io così con me stessa, dovrei assassinare metà della popolazione maschile dei luoghi dove passo. Quando arrivo fuori il goblin è già morto e l'orchetto, tale Boriol, è catturato e gli vengono sequestrati i soldi. Questo sacchetto di soldi fa un giro singolare: finisce dapprima nelle mani dell'oste, per metterlo a tacere dato che sta chiamando le guardie a squarciagola, e poi, visto che l'oste non vuole sentire ragioni, torna nelle mani di Boriol, così almeno lui sta zitto. Porto il goblin morto al cospetto di Guastaldo il quale non dice nulla e si schifa pure. E io mi sono insozzata di sangue verde: urge un bagno. Forse urge però ancora di più andare via prima che arrivino le guardie e ci facciamo accompagnare da Boriol, ora nostro caro amico grazie alla restituzione dei suoi soldi, al covo del suo padrone.
Boriol ci conduce ad un capanno in mezzo alla foresta dove pare ci siano Lotarius, l'Assassino, e i nostri due compagni. Al solito la nostra abilità strategica fa sì che, oltre a non chiedere nulla a Boriol di chi esattamente ci sia dentro alla casa e di come sia fatto l'interno, lo spediamo al villaggio a comprare le provviste alla locanda: speriamo che, essendo senza torcia, si perda e non riferisca alle guardie la nostra posizione. Sfondiamo la porta in malo modo, dando ai nostri nemici la possibilità di organizzare per bene una difesa, e entriamo all'urlo di "Tutti addosso all'Assassino". A quanto pare ho urlato solo io dato che me lo ritrovo davanti, mentre un dardo mi trapassa l'armatura, e mi mena alla grande costringendomi ad arretrare fino alla porta. Quando qualcuno si accorge che la lanterna che ho mollato sta causando un incendio, intervengono anche i miei compagni, mentre Olaf bada a tenere sotto controllo tre goblin. Non appena anche Olaf si unisce al combattimento contro l'Assassino, per lui la situazione si mette molto male: messo in un angolo tenta una manovra disperata prima di cadere morto per terra. È identico a Guastaldo, ora capisco come mai il Goblin si sia stupito tanto. Gustaldo non capisce più nulla e io vado nell'altra stanza a liberare i prigionieri. Maledizione: la finestra aperta indica chiaramente che Lotarius è fuggito, probabilmente assieme al nano pirata. Penso molto prima di somministrare Janus a Dervin: anch'io sono stata colpita dall'Assassino e rischio anch'io di fare quella fine. Slash mi convince dicendomi che il potere venefico dell'Assassino non risiede nelle sue spade in quanto anche lui è stato colpito e non ha avuto alcun sintomo. Rischio e ficco la boccetta in bocca a Dervin, mentre Simon mugugna, avrà probabilmente fame ma dovrà attendere di essere slegato. Guarito Dervin, incomincio a pensare anche alle mie finanze: incasso subito da Dervin 250 monete quale risarcimento per metà elisir e metà fatiche e spese varie. Dal gran traffico che vedo sul corpo dell'Assassino, spogliato delle armi e dell'armatura, capisco che l'usanza di città deve essere quella di depredare tutto il possibile con la regola che chi primo arriva primo arraffa, anche se non mi sembra giusto depredare gli averi di Simon e Dervin approfittando che sono legati. Pertanto slego Simon, di modo che anch'egli possa partecipare alla gara, e mi metto a cercare. Recupero gli averi di Dervin, che poi gli restituirò, e due gemme blu ben nascoste in un doppio fondo di una cassa, dando sportivamente a Simon la possibilità di recuperare i suoi averi prima che passi io. Marchio tutto con le lettere G e D prima che qualcuno me li prenda pensando che sono stati abbandonati là da Lotarius in fuga.
Presto, dobbiamo fare presto. Tra poco potrebbero arrivare le guardie e arrestarci. Vediamo delle luci in fondo alla strada e ci fiondiamo fuori dalla finestra da cui è scappato Lotarius. Guastaldo e Slash, uno troppo perplesso e l'altro troppo temerario, restano spavaldi di fronte alla baracca e aspettano a testa alta. Sentiamo parlottare, non sembra che le guardie vogliano arrestare nessuno stavolta e quindi uno alla volta usciamo dalla boscaglia. I nostri visitatori sono quattro guardie comandate da Heres il ranger, che viene proprio dalla foresta di Lloydevall, e Almeiren, falconiere di Elishen. Eres è assai adirato perché Guastaldo ha ucciso l'"Assassino", ma Almeiren lo calma dicendo, giustamente, non potevamo fare altrimenti. La faccenda più sospetta è ancora la mostruosa somiglianza di Guastaldo con l'"Assassino", ma questi sono fatti suoi e forse un giorno si degnerà di spiegarci tutto. Heres e Almeiren ci spiegano che erano sulle tracce dell'"Assassino" per una questione che nulla aveva a che fare con Lotarius: pare che fosse implicato in faccende di orchetti, che pare stiano diventando pericolosamente numerosi sui Monti del Sogno, e nel rapimento di Lady Isaniel, un'elfa di Lloydevall. A proposito di Lotarius, Simon una volta slegato e foraggiato ci spiega che non aveva assolutamente con sè la Mano di Shergal. A questo punto pare ovvio che la abbia Coin, il nano pirata. Gentilmente Simon ci legge anche la pergamena di Artiglio Bianco che recita "Coen partirà con la sua Schiuma Mari e l'Assassino è un nobile delle baronie meridionali decaduto". Utile saper leggere: devo ricordarmi di farmi passare un vecchio libro da qualcuno e incominciare ad imparare, magari riesco a convincere Simon ad insegnarmi.
Decidiamo di passare la notte nella locando di Perlianfel, in caso Lotarius si faccia rivedere nel villaggio. L'oste non è per nulla contento di vederci e, solo con un'abbondante dose di minacce, lo convinco a munire la mia stanza di un bagno caldo. Questi osti sono proprio dei rompipalle. Insegno a Dervin il trucco delle bottiglie di Slash e passiamo una nottata tranquilli. Quando ci svegliamo è già tardissimo e torniamo alla baracca nel bosco. Grazie alla mia abilità nel cercare tracce scopro prontamente i ruzzoloni di Lotarius sui sentieri del bosco. Camminiamo per ore, seguendo i sentieri dei tagliaboschi, quando incontriamo uno strano ometto. Piccolo, rugoso, vestito di stracci, ma con degli occhi vivissimi ci guarda fissi e parla con una vocina stridula. Grosgon mi è immediatamente simpatico: è una specie di ometto della foresta, costui vive sempre qui, proprio come ho fatto io per due anni a Lloydevall, e posso capire il suo modo di pensare. Conosce addirittura Holailvall e dice che si fu innamorato di qualche mia concittadina tempo fa: magari è mio padre o mio nonno. Su mia richiesta ci invita a casa sua, so che questo è un grosso sacrificio per chi vive da solo e, farci entrare senza conoscerci per bene è un grosso onore che ci sta facendo. La sua casa è sotto un albero sul quale cantano costantemente gli uccellini! Fantastico e buonissima anche la zuppa che ci dà per cena. A proposito di cena e uccellini, il falconiere ha dato a Dervin un fischietto per chiamare il suo falco ammaestrato. Non so cosa ne pensi il falco, ma secondo me starebbe meglio libero per i fatti suoi; sono contraria a quel fischietto ma per ora vedo che Dervin non ne abusa e quindi non gli dirò nulla. Grosgon ci informa che secondo lui ci sarà un attacco di orchetti a breve contro dei popoli umani e poi attaccheranno la città più grande dei nani; chissà come fa a saperlo, ma Dervin mi dice che secondo lui è un mago. La nottata è una delle più piacevoli degli ultimi tempi: dormo tra l'ometto e Dervin e mi sento proprio bene. La mattina partiamo di buon ora salutando Grosgon e gli lasciamo dei regali: io la mia spilla di legno, Olaf gli ripara gli attrezzi dell'orticello, Dervin gli scrive una lettera e in cambio trovo nel mio zaino delle radici che mi saranno sicuramente utili in futuro.
Riesco a convincere Simon a farmi volare! Non ci credevo nemmeno io che mi avrebbe portata e lo ha fatto solo per cinque monete. Ci siamo sollevati da terra, io avvinghiata sulla sua schiena, e siamo andati sopra gli alberi e sopra le colline. Il panorama è fantastico, un fiume sulla sinistra, una valle davanti a noi e la foresta di Lloydevall in lontananza. Che esperienza meravigliosa, tanto che mi dimentico di dare a Simon i soldi ma gli dò un bacino. Seguiamo il sentiero di Lotarius, che nel frattempo pare essere stato catturato da quattro orchetti, e giungiamo in nella strana valle abbastanza di fretta nella speranza di individuarli prima che arrivino alla loro base. Il territorio degli orchetti sembra essere molto vicino: degli inquietanti tamburi stanno battendo in lontananza e con il passare della giornata il rumore aumenta, o forse è solo una nostra impressione. A questo punto io mi domando perché stiamo seguendo Lotarius, giacché non ha lui la mano di Shergal, ma ormai siamo in questa valle ed è sera e altro non possiamo fare se non cercare un posto sicuro dove passare la notte. Decidiamo per il versante di sinistra e appena è passato il mio turno di guardia una pattuglia di cinque orchetti ci attacca. Solito problema con la luce: Simon cerca di accendere la lanterna ma ci sta mettendo troppo. Dovremo trovare un altro sistema, ad esempio lasciandola sempre accesa. Provvede Dervin facendo una piccola luce dalla sua mano sinistra, sta diventando bravo il ragazzo. La battaglia è abbastanza semplice, grazie al fatto che due orchetti, stupefatti dalla nostra potenza, rimangono imbambolati. Ma un orchetto scappa: mi butto nei rovi per seguirlo e Dervin dietro di me. Dervin mi supera ma l'orchetto va ancora più veloce di noi. Sono troppo lenta con questa armatura e non so correre veloce: devo allenarmi di più. Senza nemmeno riposarci consegno a Simon le cinque monete che rubo agli orchetti morti e ne recuperiamo uno ancora vivo. Lo interrogo e confessa che sono tanti e hanno un fortino con Lotarius prigioniero nelle vicinanze. Olaf, senza alcun motivo, gli mozza prima una mano e poi entrambe le gambe. è una scena mostruosa, non riesco a resistere e me ne vado. Interrompere Olaf in questo momento potrebbe essere pericoloso e l'orchetto ormai è spacciato. Fortunatamente muore e decidiamo di abbandonare la valle al più presto.
Viaggiare di notte nel bosco potrebbe essere molto pericoloso e quindi ci limitiamo a cambiare versante della valle. Scelta pessima: dall'altro lato, durante la salita, vediamo in controluce lunare un orchetto, palesemente di guardia. Olaf tenta un'azione astuta e disperata: gli lancia l'ascia ma lo sfiora. Sei orchetti e un essere enorme ci inseguono e ci buttiamo a rompicollo giù per la vallata. Sono la più sfortunata: finisco esattamente in una trappola e batto la testa. Urlo agli altri, con la voce flebile che mi è rimasta, di scappare, ma tornano indietro e mi difendono: se sopravvivo me ne ricorderò. Una battaglia furibonda, in cui reggiamo solo grazie alla flebile luce uscente dalla mano sinistra di Dervin. L'essere enorme è un orco, grossisimo, praticamente immune ai colpi d'ascia con cui Olaf lo sta tempestando, e con uno spadone di dimensioni eccezionali. Io tento di tenere impegnati prima uno, poi due orchetti, ma quando diventano tre mi sopraffaggono e svengo vedendo solo la luce della mano di Dervin che si spegne.
Mi risveglio con un fortissimo male al torace in un posto buio e puzzolente. Addosso ho solo parte dei miei vestiti e vicino a me ci sono i miei compagni. Per terra del pagliericcio e da una parete filtra della luce che illumina il profilo inconfondibile di Lotarius. C'è anche un goblin con noi che mi sembra di aver già visto ultimamente. Siamo prigionieri dell'orco.
Aspettiamo. Aspettiamo. È buio e c'è un gran puzzo. Iniziamo a parlare con Lotarius: si lamenta pure che lo stavamo seguendo. Ma in effetti perché lo stavamo seguendo? Non riusciamo a darci una risposta e quindi tiranneggiamo sul poveretto che a quanto pare sta peggio di noi. C'è anche Rufus, il goblin sempre prigioniero: che sfortunato, dice di essere stato in prigione una decina di volte nell'ultimo mese. Lotarius, impaurito dal nostro tiranneggiare, cerca un appiglio per avere la nostra alleanza. A quanto dice sa parlare la lingua di questi esseri e sa un po' di cose che sono successe prima del nostro arrivo. Ci racconta che era prigioniera con lui la dama elfica e si vanta pure di avere abusato di lei. Se non fosse stato per quest'ultimo particolare e per la presenza di un pezzo di seta tra il pagliericcio non gli avrei mai creduto. Pensiamo e ripensiamo ad un modo per scappare, ma non ci viene in mente nulla. La porta è molto robusta e la feritoia nel muro molto piccola. Inoltre siamo stanchissimi e messi veramente male. Io incomincio a temere per la mia incolunità con la presenza nel fortino di quel grosso orco; sento dei passi, ecco che vengono a prendermi. Il mio ultimo pensiero è per Dervin, al quale allievo le sofferenze prima di andare. Ma non arriva nessuno. Olaf russa, Simon si riposa e Lotarius blatera con Rufus. Così penso anche un po' a me stessa e, distrutta, crollo addormentata.
Durante la notte vado a fare visita ai miei amici addormentati ringraziandoli di essersi messi in questo guaio per me. Rufus sta giocando con quel fischiettaccio di Dervin che stavolta potrebbe esserci utile. Dervin chiama il falco e gli leghiamo il pezzo di seta della dama elfica prima di mandarlo via. Sono sicura che lo porterà a Almeiren, il quale accorrerà in forze dove gli indica il falco. Al mattino siamo svegliati da un odoraccio: è arrivata la colazione. Lotarius e Rufus si precipitano avidi a bere questa brodaglia verde e io spero proprio che non sia troppo avvelenata. Solo Simon non mangia. Durante colazione Lotarius ci promette di unirsi a noi a combattere in caso di una fuga ma sono sicura che scapperà via lasciandoci nelle peste alla prima occasione. Comunque per ora non posso ancora accusarlo di nulla se non di non considerarmi affatto quando parlo. Bastardo, che sia perché sono una donna? Farà bene a stare a sentire le minacce che gli faccio perché alla prima che ci combinerà lo farò massacrare. Il piano di fuga è il seguente: non appena un orchetto aprirà la porta, verrà disarmato da Olaf mentre Dervin gli prenderà la spada e Simon pronunzierà un efficientissimo incantesimo sugli altri. E così succede: in un attimo vedo la spada nelle mani di Dervin mentre io devo soccorrere al volo Olaf colpito da un secondo orchetto entrato a tradimento. Simon però è sopraffatto da due di loro mentre altri due tengono d'occhio me e Lotarius, che non sta facendo assolutamente nulla. Invano tento di lanciare quel ciccione in mezzo alla mischia, che almeno si prenda una spadata in pancia pure lui. Ma Rufus dov'è? Quando Olaf e Dervin si arrendono sento la voce di Rufus che invoca pietà dall'altra stanza. Velocissimo era riuscito a scappare oltre gli orchetti armati: se non fosse che Rufus mi sta sempre lontano quando sono vicina a Olaf, mi farei insegnare un bel po' di cose.
L'orco ci fa allineare tutti fuori dalla prigione e probabilmente sarà la fine. Verremo, anzi forse verranno, mutilati per aver tentato di fuggire come aveva predetto un orchetto. Ma l'orco è molto strano: onora addirittura il tentativo di fuga e mi fa slegare per curare i miei compagni, Lotarius escluso ovviamente. Mai sentito parlare di un orco così, più compassionevole degli elfi! Che sia stato allevato da genitori adottivi umani? Che la natura abbia avuto degli effetti su di lui? Oppure che Ghea ci stia proteggendo? Ci portano, camminando pianissimo perché abbiamo tre feriti gravi, in direzione delle montagne e i tamburi che si sentono sempre più forti non ci lasciano nessuna speranza. Quando l'orco, stufo del nostro passo, anziché prenderci a calci per farcelo accelerare, decide di andare avanti lasciandoci indietro con solo sei orchetti, aiuto Olaf, che mi sembra l'unico che potrebbe liberarci, a curarsi. Però gli orchetti mi notano fare qualcosa di strano e per fortuna si limitano a legarmi, stavolta molto forte da farmi male ai polsi.
Poco dopo un rumore, un altro, ed ecco delle facce amiche. Slash e Almeiren si sono precipitati giù da una collina con quattro guardie e stanno attaccando gli orchetti. È la prima volta che sono contenta di vedere le guardie! Il combattimento si mette immediatamente benissimo per i nostri e io evito di imitare Rufus, fuggito sin dai primi attimi, per evitare che la mia fuga possa alterare l'andamento della battaglia. Ma non è una buona idea: quando rimangono due orchetti disperati uno mi punta la spada alla gola e minaccia Slash di uccidermi. Ma ecco che Olaf, legato, si butta di testa contro l'orchetto atterrandolo e il falconiere trucida l'altro con un colpo precisissimo. Sono stata salvata anche stavolta e si allunga la lista dei miei debiti di vita.
Rufus ritorna dopo un po' e ci racconta di una distesa poco distante con oltre trecento orchetti, molti orchi, tende e pietre sacrificali. Slash invece ci dice che per avere l'appoggio di Almeiren nella nostra liberazione gli ha fatto la promessa che lo avrebbe aiutato a liberare, a costo della vita, la dama elfica prigioniera degli orchi. Questa dama, a quanto mi dice, servirebbe per donare l'immortalità ad un capo orco che poi unirà varie tribù per lanciare un attacco ad umani e nani. Tutto ciò, nonostante non coinvolga direttamente la mia foresta, mi sembra assai pericoloso: ci metterebbero poco ad arrivare anche a Lloidevall! Inoltre ora il giuramento di Slash vincola anche noi: io decido di aiutare senza dubbi Slash ed Almeiren, se Ghea vorrà aiutarmi. Gli altri invece vogliono riposare un po' prima e così io, Almeiren e Slash partiremo per verificare se le parole di Rufus sono esatte e poi torneremo a prendere gli altri protetti dalle guardie del falconiere.
Ma prima di partire ci sono ancora alcune questioni da sbrigare. Innanzitutto recuperiamo parte delle nostre armi ed armature e siamo nuovamente abbastanza efficienti, anche se conciati malissimo: io sono mezza nuda, se mi vedessero così ad una serata della Gilda dell'Arpa farei più o meno la stessa figura di quando ho portato Olaf. Mi spiace anche per le radici di biancomirto che mi aveva regalato l'eremita: spero non se le siano mangiate gli orchetti perché sono molto rare da trovare. Altra questione in sospeso è Lotarius e, quando comunico che ha violentato la dama elfica per sua stessa ammissione, provoco una coda di volontari per menarlo. Mi chiedo chi si sarebbe offerto volontario per menare l'orco, qualora non fosse stato così clemente con me. Il primo, per decisione di Almeiren, è Slash che lo porta dietro alcuni alberi, cosa che mi fa ulteriormente pensare su Slash. Sento tutt'un tratto un urlo secco, e poi dei mugolii e rumori di calci e pugni. Ritorna Lotarius, sulle sue gambe, ma si rifiuta di parlare. Questa volta è il mio turno: lo ritrascino dietro gli alberi, ha solo un po' di lividi, e chiedo ad Olaf di venire con me per sicurezza. Voglio punirlo per non averci aiutato come promesso e per ignorarmi sistematicamente. Lo prendo a calci e si limita a continuare a mugugnare, nessun urlo lacerante. L'urlo lacerante di prima: controllo ed ecco confermato il sospetto che Slash ci sia andato veramente pesante, molto più di quello che pensavo. A questo punto ogni mia punizione è inutile, ha già subito secondo me più di quello che meritava. Però stavolta posso umiliarlo per bene, sistemando anche tutte quelle volte in cui mi ha fatto capire di valere per lui decisamente poco. Anche Olaf si stupisce per quello che sto facendo e, alla fine, gli chiedo di riportare Lotarius, che ora puzza terribilmente, dagli altri. Non mi pare nessun altro voglia infierire e Olaf ha il buon gusto di ricoprirlo prima di farlo vedere; quel nano si sta proprio civilizzando, penso che tra qualche anno lo si potrà portare di nuovo a qualche concerto. Prima di andare mi ricordo dei due debiti nei confronti di Olaf e Slash e mi metto a loro disposizione, oltre ovviamente ad avere ferma intenzione di aiutare Slash e Almeiren nella loro missione.
Slash mi regala una violetta, che carino, e mi pare di notare che Dervin, prima della nostra dipartita, abbia cercato un ruscello per lavarsi. Ho l'impressione di risultare ben accetta per motivi che esulano dalla mia collaborazione per la nostra salvezza; ciò mi riempie di tristezza, non mi va che i miei compagni mi tengano con loro per pietà o perché sono una donna.
Siamo alla calma prima della tempesta. Il tempo è buono, il clima caldo e la primavera fa risvegliare la natura. Ma i tremendi tamburi degli orchetti mi strappano ben presto dai miei ricordi di Lloidevall e dobbiamo usare massima cautela: ci avviciniamo piano piano al campo e ci appiattiamo nell'erba. Il campo ha tre grandi tende rosse, un circolo di fuochi e una moltitudine di orchetti e si trova tra due boschi, una ripida catena montuosa, una palizzata di legno e un lato sgombro ma molto ben sorvegliato. Slash propone una tecnica di aggiramento, passando rasenti alle pareti scoscese delle montagne, ma Almairen, il falconiere, consiglia di fare la missione di notte, quando gli orchetti saranno ubriachi ma probabilmente quando Lady Isaniel, la dama elfica prigioniera, sarà già stata sacrificata. Urge raccogliere informazioni e quindi ci avviciniamo ulteriormente al campo per intercettare le guardie di ronda e catturarne una viva. Mi metto subito a cercare le tracce del giro tipico delle guardie dietro una collina isolata e ben presto le trovo: il posto è ideale, la collina lo separa dal campo e dalle tracce è chiaro che una piccola ronda passa spesso da qui. Ma dove sono finiti gli altri: Almairen li sta portando sulla cima della collina, secondo lui ci sono delle tracce là. Tento di far notare che sono di molti più orchetti, di passaggio saltuario e che un urlo da lì si sentirebbe in tutto il campo ma nessuno mi ascolta. Teste di legno, solo perché lui è "il falconiere" e porta l'uccello sulla spalla pensano che sappia osservare la natura meglio di me. Ne rimango molto frustrata e non ho nemmeno la forza di protestare.
Dopo un bel po' passa 'sta ronda composta da cinque orchetti. Slash è il più lesto e ci salva tutti: con un colpo netto di spada fracassa il corno che un orchetto sta per suonare. La spada mi pare che sia quella che Slash ha preso dall'"Assassino", la prossima volta vedrò di essere più lesta a depredare gli sconfitti, chissà chi starà indossando i miei vestiti e chi si starà mangiando il mio biancomirto ora. Mentre mi perdo in questi pensieri Almairen e le guardie che sono già in battaglia e così mi ci butto anch'io con la spada di ferro di un orchetto, ben diversa da quella usata da Slash. Difatti mi prendo due bei fendenti e devo allontanarmi dalla battaglia per riposare curandomi cullata dalla natura. La pattuglia è facilmente sopraffatta e Slash uccide anche l'orchetto che sta fuggendo. Ne resta, quasi per miracolo, uno vivo che ovviamente non parla assolutamente la nostra lingua. Ma abbiamo Rufus, che si offre di fare da interprete. Anche lui fa qualcosa per questa missione, ha pure combattutto attaccando a sorpresa un orchetto alle spalle. Solamente io non sto facendo nulla e mi vergogno: vedo che i miei compagni cercano di non farmelo notare ma dal loro modo di trattarmi, soprattutto Almairen, è palese che mi considerano solo un peso. Rufus non ce la fa, l'orchetto parla in modo troppo strano e quindi l'unica nostra risorsa rimane Lotarius. E anche qui se i miei compagni si accorgono di quello che gli ho fatto daranno a me la colpa della sua mancata collaborazione; pertanto sulla via del ritorno mi accordo con Slash affinché riferisca a Lotarius che sono morta nella battaglia. Morta, se lo fossi veramente cosa farebbero i miei compagni? Dubito che a molti interesserebbe e forse solo Dervin e Olaf verserebbero poche lacrime.
Lotarius, rinfrancato dalla notizia della mia morte, interroga l'orchetto e gli strappa un mucchio di informazioni. La tenda rossa centrale è quella dello sciamano Zelg, mentre quella alla sua destra è di Gorosh, il capo delle trenta tribù di orchetti, colui che diventerà ben presto immortale grazie all'omicidio di Lady Isaniel in caso di fallimento della nostra missione che potrebbe significare un'invasione di Lloidevall. La terza tenda è quella dei prigionieri, da cui dobbiamo prelevare quantomeno Lady Isaniel, dato che il sacrificio dei prigionieri è previsto, secondo la traduzione di Lotarius, a fine rituale, che pare debba durare tutta la notte. Lotarius è un buon uomo in fondo, e la punizione che ha subito deve essere per lui tremenda. Pertanto quando Olaf scaglia la sua ultima creazione, un'ascia di pietra, contro la testa del povero innocente orchetto fracassandogliela, esco e mi faccio sentire fermando Olaf e ingiungendogli di non toccare Lotarius. L'ex amministratore della Gilda dell'Arpa non mi sembra per nulla contento di vedermi, cosa che conferma la mia impressione su quanto io sia sentita come utile da questa compagnia. Ciononostante chiedo che venga lasciato, durante lo svolgimento della nostra missione, su un albero slegato e con un coltello. Spero di non pentirmi di ciò, spero che una notte non me lo ritroverò con quello stesso coltello sulla mia gola.
Facciamo un lungo giro, secondo la tecnica di Slash, e il sole sta tramontando, secondo il suggerimento di Almairen. Avessi suggerito io qualcosa, nessuno mi avrebbe mai ascoltata nonostante sia palesemente quella che qui nella foresta ci sa più fare. Sono sempre più depressa: seguo il gruppo per inerzia e tento di fare quella che ormai è l'unica cosa che faccio, curare Dervin. Ci provo, allungo una mano, e non funziona! Dramma, dopo i miei compagni che pensavo amici anche la foresta mi abbandona. Come farò? Ho fatto male a lasciare Lloidevall e ad avventurarmi per tutte queste città, queste strane persone, questi fatti ben più grossi di me. Forse dovrei ritirarmi con Grosgon nei boschi qua vicino e assieme a lui vivere a più stretto contatto con il nostro mondo ignorando elfi e orchi. Ma come fare: Lloidevall è in pericolo e devo anche aiutare Slash e Almairen. Ci penserò dopo, nel frattempo siamo arrivati al limitare del bosco che costeggia il campo e tutti si girano a guardare me e Olaf: siamo rumorosissimi. Ecco, sono peggio di un nano nel camminare in un bosco e quindi decidono di lasciarci indietro. Che umiliazione, sono veramente inutile. Resta con noi anche Simon, che mi pare sia molto ferito. Sento che anche lui è depresso per questo e quindi cerco di rimetterlo un po' in sesto e funziona! Simon non lo vuole ammettere, ma è palesemente guarito. Lo spirito di questo bosco è con me, almeno lui. Siamo in tre al limitare del bosco e vediamo le manovre furtive di Almairen, Slash, Rufus e Dervin che armeggiano attorno alla tenda dei prigionieri.
Nell'oscurità, a quanto pare almeno sono rimasta quella che ci vede e ci sente meglio, capisco che Slash ha ucciso una guardia della tenda e che la sta tenendo in piedi per non dare nell'occhio. Dervin mi sembra stia facendo un incantesimo e Almairen sta entrando nella tenda da uno squarcio laterale. Ma stanno entrando anche due orchetti dal davanti, probabilmente per prendere un ostaggio. Difatti sentiamo tutti chiaramente, molto stranamente in perfetto ordeliano, un vocione, probabilmente quello dello sciamano Zelg oppure quello del capo orco o addirittura quello di un uomo dalla maschera bianca che si dice giri per il campo, che informa dell'inizio dei sacrifici. Questo strano personaggio deve essere un potente e furbo mago: per unire le tribù degli orchi sta usando un incantesimo per comunicare con tutti nella loro lingua; difatti Olaf mi riferisce di avere sentito il messaggio nel suo dialetto nanico. Olaf, mi giro e lo vedo ferito notevolmente. Approfitto di questo bosco amico per aiutare Olaf e anche questa volta funziona. Mi sento rinfrancata, forse si trattava di un episodio isolato dovuto al mio malcontento momentaneo. Purtroppo invece il mio senso di inutilità persiste: là stanno rischiando la vita e io sono qui che sto seduta in mezzo all'erba a guardare. Vedo Almairen uscire dalla tenda con una donna tra le mani e per un attimo ho quasi voglia che non si tratti di Lady Isaniel, che abbiano fallito e che abbiamo bisogno che sia io a compiere questa missione. Ma che sto pensando? I ragazzi sono già qui e, come al solito, devono esortarmi per uscire dai miei pensieri e scappare. Corro, corro, corro, vorrei aiutare la dama ma io, stupida, ho scelto di aiutare Olaf e ora sono troppo stanca: se aiutassi Lady Iseniel sarei io, decisamente meno leggera dell'elfa, a dover essere trasportata peggiorando la situazione.
Ho il cuore in gola quando rallentiamo il passo. Sento dei rumori, ma tutti si fidano di più di quello che sentono Simon e Almairen. Sento degli ululati di lupi davanti a noi ma tutti si girano dietro perché gli altri dicono che sono dietro. No, quelli sono troppo lontani, e difatti ben presto sentiamo la puzza dei lupi davanti a noi. Sono arrivati quattro orchetti a cavallo di lupi; questo, apparenze a parte, è un buon segno: gli orchetti a cavallo di lupi sono decisamente più veloci di quelli a piedi e questo vuol dire che il nostro inseguimento è iniziato molto in ritardo. Nella battaglia questa volta voglio fare una bella figura: mi lancio con la spada e colpisco ben tre volte un orchetto, ma troppo debolmente e lo scalfiggo appena. Slash invece ne uccide due, oltre al mio, senza usare la spada speciale, che, chissà per quale motivo, lancia indietro sfiorando Almairen e Lady Isaniel. Meglio che esca da questo combattimento: sono ferita gravemente e mi avvicino all'elfa per vedere se ha bisogno di qualcosa. Ma quel gelosissimo di falconiere non mi fa nemmeno avvicinare: teme forse che non abbia abbastanza forza per tenere la spada saldamente in mano! La battaglia ben presto è vinta, e non certo per merito mio. Come è consuetudine del gruppo prendo la buona spada di una delle guardie di Almairen morta, poveretta. Simon sta cercando di prenderle l'armatura mentre io prenderò il vestito e i soldi non appena Simon si toglierà. Ma le altre guardie ci fermano, appoggiate da Slash! Non capisco più come funziona, forse bisogna arraffare senza farsi notare troppo, difatti nessuno obbietta per la spada che ho preso. Che strani questi cittadini: lasciamo pure che armatura, vestiti e soldi se li prendano gli orchetti. Rincomincia la corsa: i rumori dei lupi lontani si sono avvicinati e incominciano ad essere pericolosamente vicini. Vedo delle figure in fondo al bosco, ma il rumore di un uccellaccio mi disturba. È il falco di Almairen, che speravo avesse guadagnato la propria libertà ma non deve essere molto intelligente dato che torna sempre indietro. Sono gli elfi, e ci prendono presto in consegna. Alla notizia della presenza di trecento orchetti e trenta orchi si ritirano assieme a noi fino al Lago Sogno.
Gli elfi sono molto soddisfatti della riuscita della nostra missione e promettono di intervenire contro le invasioni degli orchetti e di tentare di coinvolgere anche i nani, che saranno i primi ad essere attaccati. Gli elfi probabilmente ci inviteranno con loro a Lloidevall, ho sempre desiderato essere loro ospite. E sono certa che passeremo la con loro un ottimo periodo. Arrivati alla riva del lago, in uno dei paesi per cui siamo già passati, gli elfi si congedano da noi. Che delusione. Almeno è il momento dei regali: Olaf riceve un messaggio scritto in rune arcane, poi scelgono uno di noi, Dervin, e gli consegnano un preziosissimo medaglione dei boschi. Capisco immediatamente che è un oggetto dotato di poteri arcani, e sono molto contenta che lo abbiano dato a Dervin. Poi consegnano a Slash un arco, anch'esso dotato di poteri arcani. Che sia il premio per il lancio della spada durante la battaglia? È il mio turno e ricevo, da Lord Mires solo su insistenza di sua sorella Lady Isaniel, un gemmone gigante verde, molto grosso ma pare senza alcun potere magico. L'altro fratello, Lord Flaidelven, aggiunge che è un compenso per i danni che abbiamo avuto durante la missione. E così io devo fare soltanto da amministratrice del gemmone, non è una ricompensa per il mio impegno nonostante sia palesemente ferita. La mia situazione in questo gruppo è disastrosa: non ho fatto nulla per la missione, se non evitare di rovinare tutto, e gli elfi me l'hanno fatto chiaramente capire non dandomi alcuna ricompensa personale e non invitandomi presso di loro. I miei compagni si stanno chiedendo cosa ci faccia io tra di loro, lo capisco dalle loro espressioni, e ora mi vedono solo come una povera donna dalle uniche doti di detenere la pietra verde degli elfi e la speranza di soddisfare qualche loro desiderio poco segreto. Mi sento molto depressa, non so se avrò la forza di continuare questa vita. Non ci fossero gli orchetti sarei già da Grosgon, non avessi l'incombenza di vendere questa pietra per usarla per compensare gli oggetti rubatici dagli orchetti, come hanno stabilito gli elfi, sarei già tornata a Lloidevall. Durante la serata mi ritiro prontamente nella mia tenda e non voglio chiacchierare con quell'antipatico di Almairen. Dervin deve essere andato a dormire da Lady Isaniel, nella sua lussuosissima tenda: beato lui.
Mi sveglio al mattino e sono successe un mucchio di novità: tutto mentre dormivo, come al solito. Olaf ha deciso di tornare tra la sua gente a portare il messaggio ed è arrivato un messaggio di Joshua tramite Adamo, Guastaldo e Almairen: Joshua ci sollecita ad essere a Eliendall tra tre giorni per il processo. Scriverci un po' prima no, eh? Salutiamo Olaf e i gentili elfi, che partono a loro volta per Lloidevall per informare il loro popolo ed indagare sul misterioso uomo dalla maschera bianca. Noi ci dirigiamo ad Eliendall per aiutare Joshua. Lungo il viaggio ci fermiamo nella locanda "Al pesce fritto" dove troviamo nientepopodimeno che un parente di Olaf, Cronos, che ovviamente beve come lui, assieme ad un mago amico di Simon, Elia, che anziché mangiare come lui beve come Olaf! Questo mago è da pochi giorni stato ferito dall'assassino e probabilmente è stato curato dalla stessa donna che ha curato me e Dervin. Difatti la spada di Slash viene prontamente tenuta d'occhio da Elia, che ci tempesta di domande. Anche loro vanno a Eliendall e ci accompagnano lungo il viaggio: bene, perché come d'abitudine non appena ci avviciniamo alla città subiamo un bell'attacco di tagliaborse che vorrebbero delle monete per farci attaraversare un ponte. Io gliene avrei anche date, se ne avessi avute. Ma a quanto pare Slash no, e quindi in pochi secondi li picchiamo a dovere. Stavolta voglio mostrare il mio valore: prendo il mio antagonista e lo inseguo fin dentro alla foresta percuotendolo con il bastone improvvisato che mi sono procacciata. Ma quando l'ho quasi finito arriva Dervin e lo uccide con un colpo di spada. Stranamente nessuno dei briganti morti ha addosso alcuna moneta: devono essere stati veramente in una brutta situazione e forse abbiamo fatto male a non dare loro del denaro.
Appena entrati a Eliendall mi accorgo che non sono certo conciata da città. Sono mezza nuda, con addosso quattro stracci improvvisati e non ho nemmeno monete per pagare l'ingresso! Urge trovare una sistemazione, ma no: quella volpe di Joshua ci ha convocati nella peggiore taverna di Eliendall, la Luna Calante. Fortunatamente arriviamo là vivi e senza subire altri attacchi e troviamo l'inquisitore Heam e una vecchia conoscenza, Soidelkan, che dorme beato su un lettone. Heam ci redarguisce per non aver recuperato la Mano di Shergal, mica siamo degli arcimaghi elfici, abbiamo anche noi i nostri limiti! A rincarare la dose provvede Soidelkan, che appena svegliato ci informa che secondo lui dureremo poco! Bei presagi, difatti siamo tutti tesissimi. Heam se ne sta immobile, sembra quasi che stia controllando Soidelkan con la mente, mentre arriva Artiglio Bianco con una pozione di guarigione per Joshua ferito in uno scontro nei giorni scorsi. L'atmosfera è al limite del collasso e quando bussa l'oste stentiamo parecchio ad aprirgli. Entra e all'improvviso esplode, come bruciato dall'interno, e dietro di lui si fa avanti un treno di orrende creature, che si muovono lentissime ma con una perseveranza incredibile, sembra che siano animate magicamente. In questa battaglia mi dò da fare, anche perché inspiegabilmente Simon e Joshua guardano per aria, e butto giù qualcuno di questi esseri. Poi appare lui, quell'uomo bianco che da un po' di notti sta turbando i miei sogni, e si avvicina a me. Per la prima volta riesco a toccarlo e mi mette al collo uno strano medaglione alato con tre sfere. Il suo sguardo è molto penetrante e mi sento bene, molto bene, mi sento cadere, non respiro più ma sto bene, cado per terra, o meglio sprofondo, sto morendo ma sto bene... per un istante ho come l'impressione di prendere tre forti pugni e svenire.
Quando mi rialzo Eam è seduto ma completamente sudato, la finestra è fracassata, Soidelkan è tranquillo sul letto, i miei compagni sono tutti qui assieme ad una montagna di carne umana straziata. Mi riferiscono che sia arrivata un'altra bale, la sorella di Soidelkan, e poi dalla finestra sia entrato Morghenstein in persona per evitare che la bale liberasse Soidelkan. Pare che il suo nome sia Lerakentia, come ha gridato Morghenstein. Incredibile cosa sia successo mentre io stavo in quell'estasi piacevole e terribile allo stesso tempo, così come, da quanto raccontano, Joshua e Simon.
La polizia che arriva nella persona del sergente Migun ci riporta alla realtà. Per fortuna la presenza dell'inquisitore Heam ha un fortissimo ascendente sulle guardie che invece di arrestarci come al solito ci aiutano a trasportare Soidelkan in un luogo più sicuro, le prigioni di Eliendall. Noi invece andiamo in un alberghetto dove finalmente ci sistemiamo anche se io sono ancora priva di tutte le mie cose. Joshua, Simon e Dervin non restano con noi e onestamente ignoro persino dove siano finiti: l'importante è che siano sani e salvi e io ho tanta voglia di riposare. L'incubo, nuovamente quel sogno che ora è un'incubo: stavolta scappo dall'uomo vestito di bianco ma è inutile dato che lui, come sempre nei miei sogni notturni, rifiuta di avvicinarsi.
La mattina andiamo da Mastro Mikon che ci ha convocati per sentirsi raccontare tutta la storia degli ultimi giorni. Lui è un po' più comprensivo di Eam e ci elogia per aver salvato Lady Isaniel e ci dà una preziosa informazione: c'è un uomo, tale Reidain del Falco Dorato, che sta chiedendo in giro notizie della spada dell'assassino, che ora custodisce Slash. Pare che Reidain sappia qualcosa sull'assassino e alloggia alla "Locanda del Mite Viandante" sopra la "Regina dei Sapori". A sorpresa da Mastro Mikon, preceduti dal buon Artiglio Bianco, arrivano Guastaldo con Ariel, una maga che, non capisco proprio come mai, vuole unirsi a noi nella risoluzione dei nostri problemi: che sia un'inviata di Morghenstein, come la donna che ci ha aiutati all'inizio di questa avventura? Se non altro è collaborativa e mi aiuta nella mia ricerca di un commerciante che mi acquisti la gemme degli elfi. Su mia iniziativa andiamo alla Gilda dei Cristalli, nei Quartieri Meridionali, ma Guastaldo e Ariel si perdono in chiacchiere con uno strano uomo con un cappellone rosso con con campanellini che farfuglia sciocchezze: ecco come ci si riduce a stare troppo in città.
Alla Gilda dei Cristalli sono molto gentili, anche se ho come l'impressione che ci stiano fregando. Il commesso ci informa di andare nella loro sede di via Fergantina, dove sicuramente ci compraranno una gemma così bella. Ci incamminiamo prontamente quando siamo attaccati da dei loschi figuri, degli orchetti, che dicono di essere degli elfi. Inutile dire che i valorosi Slash e Guastaldo sistemano subito tutti, mentre Ariel stavolta combina meno di me. Lei non ha fatto nulla, mentre io ho mezzo stordito un orchetto. Questo mi risolleva moltissimo: non sono più l'elemento peggiore del gruppo. Poveretta, capisco come si sta sentendo ora: è duro essere inutili. Ma il losco figuro con il cappellone rosso è sempre là e la sua presenza mi inquieta: propongo di andare subito alla Gilda dell'Argento, dove senza discussioni mi danno 1600 monete per la gemma che spartisco equamente con Slash tenendo da parte 300 monete per Simon: riacquisto tutto ciò che gli orchetti mi avevano rubato e posso ritruccarmi: mi sento decisamente meglio ora.
Ora finalmente mi sento a posto e pronta per andare in tribunale a parlare con il giudice Erlair che, tanto per cominciare, con il suo odioso sguardo indagatore mi chiede dove siano Dervin, Joshua e Olaf. E non ha certo tutti i torti, ma lo tranquillizzo dicendogli che Dervin e Joshua sono in città e che può farli ricercare se non si presentano da soli. Gli racconto tutto per filo e per segno, tanto che quasi si lamenta per i dettagli che mi permetto di aggiungere di tanto in tanto. Arrivati all'inseguimento di Lotharius non gliene frega più nulla: che cafone, ora che la storia si faceva interessante. Dalle sue parole evinco che sia convinto che la colpa dell'omicidio di Mastro Eyork sia di Soidelkan e Ioriol mentre Heam mi guarda assai preoccupato. Farfuglio qualche cosa per discolpare Ioriol ma in effetti la sua posizione è scarsamente difendibile e io non è che sia un'esperta di retorica. Quand'ecco che arriva nientepopodimeno che un elfo bellissimo, più di Guastaldo, vestito di argento e azzurro e con una fenice disegnata sul vestito: Lord Selendill. Peccato che il tutto sia guastato da un discorsetto retorico che somiglia spiaccicato a quello del giudice. Perché tante parole e pochi fatti qui in città? È evidente che la colpa di tutto sia di Morghenstein, lo sento, e costoro farfugliano, cincischiano, menano il can per l'aia attorno a Soidelkan e Ioriol.
Usciti dall'interrogatorio con il giudice Erlair, che devo ammettere mi ha un po' spaventata, andiamo alla "Locanda del Baio", un albergo decente nella piazza centrale. È dura far superare la taccagneria ai ragazzi. Sto in stanza con Ariel, non ho voglia di uomini intorno per stanotte e ho come l'impressione che Slash ultimamente si sia messo in testa di avanzare dei diritti su di me solo perché dorme nella mia stanza. Ariel non è gentile con me: mi dice che sono racchia. Non mi sembra proprio, per lo meno non più di lei ora che la vedo mentre fa il bagno! Io volevo insegnarle a truccarsi ma vorrà dire che resterà ancora sbiaditina come è ora. Indubbiamente io sono più elegante di lei con il mio vestito nuovo con cappello e mantello, adattissimo per recarci alla "Regina dei Sapori", dove invece i miei amici non brillano certo per eleganza. Ci vuole così tanto a capire che in città bisogna avere un vestito per ogni occasione? Individuiamo subito Reidain, con il suo vestito del Falco Dorato e, quando arriviamo al nostro tavolo, Guastaldo viene scambiato subito per Romualdo l'Assassino. Finalmente l'assassino ha un nome, la gente incominciava a prenderci in giro parlando dell'assassino come se a Eliendall ce ne fosse uno solo. Mi incuriosisce la storia della famiglia del bel Gustaldo, ma non ne vuole parlare. Vengo solo a sapere che Romualdo è scappato di casa e che Guastaldo non ha mai avuto notizie dei suoi genitori: che situazione strana. Per fortuna Olemberg, un falconiere che siede allo stesso tavolo, mi illumina maggiormente: Romualdo aveva intrapreso, dopo l'abbandono della casa parentale e l'accoglimento da parte di Reidain, una via sinistra nelle Baronie Meridionali al servizio della famiglia Diorendall, in particolare nella persona di Gheorin. Come sospettavamo inoltre il falconiere Olemberg ci conferma che Romualdo era implicato nel rapimento di Lady Isaniel, il tutto per fare scatenere gli orchetti in una guerra che potrebbe portare la famiglia Diorendall a mettere le mani sulle miniere dei nani sui Monti Sogno. La faccenda si fa oscura e complicata. Viene tirata anche in ballo, non so perché, Floriana la sorella di Reidain, che egli tenta di fare incontrare con Guastaldo. Deve essere assai brutta dato che Reidain insiste parecchio per piazzarla a Guastaldo adducendo anche la scusa che Floriana stia indagando sull'aggancio tra Reidain e gli orchetti: figuriamoci, io sono uscita viva a malapena con tutto il gruppo contro gli orchetti e questa Floriana ora fa tranquillamente l'indagatrice. Non si sarà mai mossa da casa. Entra in scena anche la spada di Romualdo, ora "spada di Slash" a quanto pare, che avrebbe un cinghiale dentro ad uno scudo come incisione, il simbolo di Romualdo mi pare di aver capito. E per finire ci mettiamo dentro anche Morghenstein che dovrebbe, secondo la logica contorta di Reidain, Olemberg e Floriana tirare le fila di tutto. Se lo dicono loro...
Non facciamo in tempo a tornare satollissimi, e senza aver pagato, alla nostra locanda, dove intendo indire un simposio per discutere del da farsi e di chi siano i nemici, che il ben noto sergente Migun ci convoca d'urgenza dal giudice Erlair. Quanto rompe questo giudice, al lavoro anche di notte e proprio nella casa di Morghenstein. Mi sovviene un sospetto: quella casa l'abbiamo già esaminata a fondo e abbiamo appurato tutto ciò che c'era da osservare, ma Ariel mi tranquillizza dicendo che secondo lei Migun e guardie sono in buona fede. Se lo dice lei che dovrebbe essere una maga mi fido. Appena entrati nella casa,il sedicente giudice Erlair impone una mano su Migun e lo fa come bruciare dall'interno; immediatamente siamo attaccati da degli esseri lenti e schifosi. Alla faccia delle previsioni di Ariel. Stavolta mi dò parecchio da fare, soprattutto per convocare le guardie rimaste fuori che stavano per imboscarsi e per fornire i miei sprovveduti compagni di una fonte di luce per il combattimento. Slash dice di aver picchiato nell'oscurità un tizio con una cicatrice simile a quella che dovrebbe avere Gheorin, peccato che sia sfuggito per una porta secondaria che dava sulle fogne; comunque ha recuperato il suo mezzelmo. Nessuno di noi è morto o ferito grave e questo è già una cosa buona. Una delle guardie però è ferita gravemente e la curo con un metodo nuovo, di mia invenzione, che usa dei semi rossi. La guardia urla perché non sa che lo faccio per il suo bene e mi chiama strega: potrebbe anche essere un complimento dopo aver preso della racchia. Ariel ride: peggio per lei, indubbiamente so curare molto meglio di lei e avrei potutto insegnarle qualcosa se la sua mente fosse un po' più aperta di una cassaforte. Dopo un breve dibattito se sia più astuto scendere nelle fogne per inseguire i nostri pericolosissimi assalitori oppure più prudente andare a fare rapporto alla torre di guardia più vicina, andiamo alla torre dal giudice Erlair che invece sta proprio dormendo e per queste sciocchezze, una persona che si spaccia per lui e uccide il suo sergente, non va importunato. Fiduciosa come non mai nella giustizia, torniamo alla locanda per il famoso simposio sul da farsi.
Alla torre di guardia non mi sembra che le guardie siano molto preoccupate per la nostra storia, tanto che si rifiutano di chiamare il giudiche Erlair, che pare stia dormendo. Però sono tutte assai preoccupate giustamente per il povero sergente Migun, che sta veramente molto male. È tutto secco, quasi fosse stato bruciato dall'interno. Ma che sta succedendo? Becco due guardie che stanno parlottando tra loro e si scambiano un oggetto, molto sospetto. Può darsi che se lo siano imboscato dal campo di battaglia senza che Slash se ne accorgesse. Cerco di avvicinarmi ad uno di loro per sentire, mentre è tutto impettito per l'arrivo del capitano, cosa ha in tasca quando purtroppo il capitano lo chiama in disparte per raccontargli l'accaduto. Così ce ne andiamo ma voglio dare un'ultima sbirciatina: e faccio bene, perché vedo che la guardia lo sta consegnando al capitano e si tratta di un medaglione con un triangolo con una spirale avvolta intorno il tutto dentro un grosso cerchio.
Finalmente giungiamo alla locanda dove convoco gli altri nella stanza delle donne per un incontro sul da farsi. Ci facciamo mostrare da Slash l'oggetto che ha recuperato dopo il combattimento: una mezza maschera inferiore con il simbolo del cinghiale, si tratta indubbiamente di Gheorin! Passo la notte con Ariel e finalmente approfondisco la nostra conoscenza. Il giorno dopo arriva un messaggio di Redain per Guastaldo. Quando dopo un po' di insistenze si decide a leggercelo scopriamo che Floriana è stata rapita alle porte della città e suo fratello tornarà questa sera dopo aver indagato. Allora forse questa Floriana non è poi tanto inutile se è stata rapita, magari indagava veramente. Incomincio ad essere incuriosita e mi piacerebbe vederla. In ogni caso ci precipitiamo in tribunale dove incontriamo Heam, sempre più distrutto, il quale ci dice che quel simbolo potrebbe essere un simbolo di Shergal e di Set, due divinità l'una della magia e l'altra malvagia. Comunque suggerisce Mastro Mikon per l'interpretazione del medaglione. Il giudice Erlair invece è più preciso dato che il capitano ha effettivamente, cosa di cui dubitavamo, consegnato a lui l'amuleto: si tratta di una piramide nera attorno alla quale è avvolto un serpente rosso, il tutto bordato da un cerchio oro.
Ci rechiamo tosto da Mastro Mikon e durante il tragitto ho una interessante discussione con Guastaldo sulla fedeltà matrimoniale, questi due concetti ai quale pare che i cittadini siano inspiegabilmente molto legati. Nonostante la via degli Alchimisti sia assai lontana, non riesco a chiarirmi con Guastaldo e non ho proprio capito il motivo di simili idee che inducono ad assurde privazioni. Mastro Mikon dice che è il simbolo della Setta del Serpente, capitanata da un tale Orbailister, necromante cacciato dall'Accademia. Questa setta opera nelle fogne dei quartieri meridionali e pare, non ho capito bene perché, che Morghenstain si nasconda là anche lui. Nonostante Slash insista per tornare alla casa di Morghenstain, andiamo, solamente io ed Ariel, all'Ostello dei Bisognosi a trovare il povero sergente Migun per vedere come sta. Devono essere proprio bisognosi, tanto che lascio 20 monete per sapere dove si trovi e per poter stare un po' sole con lui. Ariel è assai lesta a guardare il punto in cui il sergente è stato toccato da quell'individuo che sembrava il giudice Erlair un po' più grassoccio e verifica che il segno della mano ha solo cinque dita ed è pure una mano piccina. Io non ce la faccio proprio a vedere il sergente, innocente, ridotto così e decido di curarlo mentre Ariel è occupata a esaminargli le spalle. Ma l'infermiere, quello che mi ha scroccato le 20 monete, mi vede e fa una faccia strana. Incomincia a farmi strani discorsi circa il bene che io sto facendo all'ospedale. Come ha fatto a capire quello che stavo facendo, oppure sta solo riferendosi alle monete che gli ho dato? Faccio finta di nulla, c'è Ariel e non posso fargli una scenata e gli dò altre 10 monete. Ma insiste dicendo che è mio destino fare del bene, e così trascino fuori Ariel in tutta fretta. L'infermiere non lo vedrò più, e speriamo che Ariel dimentichi in fretta. Uscendo fuori mi pare di scorgere il mendicante con il cappellone rosso, ma sono prontamente distratta da Guastaldo e Slash che danno spettacolo con le loro spade. Interrompiamo prontamente il tutto, con grande disappunto degli astanti, e finalmente accontentiamo Slash andando alla casa.
Troviamo la casa di Morghenstain sbarrata e con guardie di presidio. Quindi passiamo ad un'altra fase del nostro piano: raccogliere informazioni sulla Setta del Serpente. Quale posto migliore se non la Gilda dell'Oro Nero, dove io ho contatti con Leya, Gico e Smiz? La troviamo con un pochino di difficoltà e finalmente entriamo. Io e Ariel non veniamo prese molto sul serio dai goblin che sono là, forse perché sto tirando fuori troppe monete e spero non perché siamo donne. Dopo esserci fatti spennare 30 monete otteniamo l'informazione che Smiz alloggia alla locanda dei Due Galli vicino a Piazza dei Sospiri e troviamo pure una buon'anima che ci accompagna. La locanda è in realtà un pollaio con un oste simpatico ma troppo appassionato di galline e polli. Smiz ci riferisce che la Setta del Serpente è un gruppo di adoratori di Set, comandati da Orbalisiter, che ha sede nelle fogne sotto questo quartiere. Si accede da due cancelli, ma non capisco bene a cosa si stia riferendo e non ci dice nemmeno di che casa siano. La setta fra proseliti tra i maghi di Torre Incantata, l'accademia da cui Orbailister fu cacciato, e avrebbe un tempio nelle fogne. Aggiunge anche che ultimamente ha visto un negro orientale, che avrebbe a che fare con la setta, aggirarsi per la piazza. Dò 20 monete a Smiz perché inizi delle indagini su questa setta: mi pare una persona abbastanza riconoscente di quello che ho fatto per lui e spero non mi tradisca. Però il resto delle monete glielo darò a seconda delle informazioni che riuscirà a procurarsi.
Usciamo da questi luridi quartieri e siamo di nuovo al nostro buon hotel. Come farà Smiz a vivere in quel letamaio pieno di cacche di galline? Mi cambio d'abito, come è d'uopo qua in città per uscire di sera. Questa abitudine cittadina mi sembra veramente incredibile: devo mettermi l'abito più scomodo e che non mi permette di portare con me armi per uscire nel momento del giorno più pericoloso. Non sarebbe opportuno girare in armatura metallica quale abito da sera? Ariel difatti non si cambia e resta con il suo vestito con cui è venuta nei quartieri meridionali. Alla Regina dei Sapori Reidain ci informa che sua sorella è stata rapita per poterlo ricattare per ritirare l'appoggio della sua famiglia dato ai nani nella guerra contro gli orchetti, probabilmente quelli stessi orchetti che avevano rapito noi e Lady Isaniel. Sapevo io che Floriana non era stata rapita perché utile come persona! Ma in questo ristorante a quanto pare c'è qualcuno che ha le orecchie lunghe: un nobile, tale Alkein del Pettirosso delle Baronie Meridionali ha ascoltato la nostra conversazione e ci informa, chissà perché, che domani ci sarà il giudizio contro Soidelkan. Meglio andare a dormire prima che altre orecchie indiscrete sentano ulteriori cose.
La notte è assai tormentata. Non ho voglia di stare con Ariel, anche se mi incomincia decisamente ad essere simpatica soprattutto perché non è così insistente come i ragazzi, e così mi metto subito a dormire. Ma invece dell'uomo vestito di bianco che cerca di afferrarmi questa notte sogno piramidi con serpenti e un ciccione vestito da giudice Erlair che sacrifica una donna bruttina. Per fortuna vengo svegliata dalle trombe dell'araldo. Che strana usanza. L'araldo ci informa gentilmente che domani sera Soidelkan sarà giustiziato in piazza e che l'Ordine del Frassino è bandito dalla città. Povero Heam, sarà distrutto: ci tiene tanto al suo ordine. E oserei dire anche povero Soidelkan, condannato per una cosa che non ha voluto fare. Tra la folla scorgo Leya che mi riferisce che Gunther è stato visto in circolazione! Avrei giurato di averlo visto morto, l'avevo trafitto io davanti a Dervin e Joshua. Inoltre pare che Smiz ci voglia portare da tale Megera della quale Leya non si fida molto.
Siamo nei quartieri meridionali con Leya e, ahi noi, ancora Olaf. Perlomeno sarà abbastanza adatto ai quartieri e potrebbe esserci d'aiuto. Quand'ecco nuovamente quello strano mendicante con il cappello rosso e i campanellini: non so perché Ariel e Guastaldo siano così attratti da lui, dato che mi sembrano decisamente due persone con i piedi per terra. Ci fa uno strano discorso sulle tre botti dove si sta rifugiando che non capisco bene, ma sento che potrebbe avere dei significati nascosti. Leya, abbastanza infastidita da questa perdita di tempo, ci conduce celermente da uno strano personaggio, la megera, che abita in una casa davanti alla quale ci aspetta Smiz. Questa megera azzarda previsioni per ognuno di noi. Secondo me quello che dice è molto interessante e potrebbe rivelarsi vero: mi piacerebbe tanto sapere come faccia e osservo incuriosita a lungo il suo appartamento ma sono molto distratta dai pensieri della visione che ha avuto per me. Ha visto chiaramente l'uomo che oramai perseguita i miei sogni notte dopo notte e ha detto che percorreremo tanta strada assieme. Se quello che cercavo di sapere era se costui mi volesse male o bene, ora ho un forte indizio ma sono anche assai turbata, dato che la visione che ebbi io sotto l'effetto dell'incantesimo di Lerakantia diceva esattamente il contrario. Anche i miei compagni sono turbati: per Olaf prevede un violento combattimento contro gli orchetti sui suoi monti assieme ad un altro nano, probabilmente suo parente, per Slash vede un falco verde e una torre azzurra, chissà che vorranno dire questi simboli mentre per Ariel nulla, assolutamente nulla, tanto che le dice di riprendersi le sue 10 monete. Ariel è forse la più sconvolta, sento che teme che la megera le nasconda qualcosa di brutto. Mi spiace moltissimo, la consolerò non appena saremmo un po' sole, dopotutto il futuro non è mai scritto e dipende sempre dalla propria volontà. Quando Slash porge alla megera la maschera di Gheorin, costei vede tre uomini dentro a tre botti: uno è chiaramente Gheorin, un altro è biondo e paffutello e un terzo ha i lineamenti orientali. Vorremo chiederle anche qualcosa di Orbailister ma non abbiamo nulla: con il medaglione potrebbe fare avere visione anche su di lui, chissà se il giudice Erlair ce lo darebbe. Guastaldo invece ci fa mandare fuori per avere una veggenza personale. A me non dispiace, ma Slash se ne lamenta moltissimo.
L'orientale. Dopo un po' mi torna in mente che Smiz ci disse di un orientale che girava per i quartieri meridionali e aveva dato molto nell'occhio. Gli chiedo lumi più precisi e mi dice che Radel Kah è un ambasciatore del lontano Impero della Luna d'Oriente e che cercava proprio Gheorin Diorendall! Dovrebbe essere proprio lui l'uomo visto in una delle tre botti. Al sentire parlare di tre botti Smiz ci informa anche che esiste proprio un'osteria delle Tre Botti, un locale nel Quartiere Meridionale che però è frequentato anche da persone abbastanza benestanti. Urge un sopralluogo immediato, ma il locale è chiuso. Quindi andiamo a mangiare allo Scudo d'Argento e Smiz, al quale ho deciso di offrire io per tutte le informazioni che ci ha procurato, se ne approfitta subito offrendo a mie spese ad alcuni suoi amici. Non mi costa tanto, ma certo che qui se ne approfittano tutti. In piazza dei Sospiri, oltre alla locanda delle Tre Botti, c'è anche la Gilda degli Usurai e la Casa dei Piaceri. Ci pare subito una buona idea fare contento Olaf e lasciarlo tutto il pomeriggio alla Casa dei Piaceri ad indagare, probabilmente presso alcune goblin tipo quella conosciuta a Jaslin di cui mi ha narrato le abilità, su come sia fatta e quale sia l'attività serale della locanda vicina.
Passiamo dunque il pomeriggio separati: Olaf nel bordello, Guastaldo e Slash a fare un'esibizione di spada dalla quale guadagneranno un po' di monete e io ed Ariel in giro per acquisti. Il pomeriggio va decisamente molto molto bene: compriamo un vestito per Ariel, non elegante come il mio ma con il quale sta molto bene e finalmente potrà venire a teatro con me, e spero non con Olaf, una serie di completi di biancheria intima e scarpe eleganti per tutte due, lo stesso modello! Poi una sorpresa: incontriamo Lord Alkeider del Pettirosso che ci invita a bere qualcosa. Non me lo faccio ripetere due volte: è così bello, gentile e garbato. Si vede proprio che è un nobile, anche se non capisco perché continua a trattarci come se non fossimo in grado di fare alcune operazioni tipo aprire le porte, spostare le sedie, o trovare la strada. Ma dopo un po' l'atmosfera si fa strana, la gente si allontana, i rumori si assopiscono e Lord Alkeidar di toglie una specie di maschera che aveva in faccia e diventa Lord Selendill della Fenice! Che sopresa. Rimango basita, non so più cosa dire, e non ho nemmeno il vestito elegante! Lord Selendill dice che crede alla nostra storia, che Morghestain sia dietro tutti gli avvenimenti e che Joriol sia innocente e ci invita a continuare ad indagare. Per aiutarci alla locanda ci ha lasciato due monete d'oro a testa con inciso un simbolo della rosa e dice che potrò sempre inviargli messaggi a Lockiendall firmati Giulia e lui li leggerà sicuramente di persona! Come un'ebete non riesco nemmeno a parlare, a dire nulla. Ma Ariel è più controllata, magari è più abituata ad avere a che fare con queste personalità e riesce a congedarlo come si conviene. Quando lo racconterò a Dervin non ci crederà mai.
Difatti quei due armigeri di Slash e Guastaldo mi prendono per pazza, anche se, chissà perché, quando lo racconta Ariel incominciano a crederci. Perché io che cerco di essere sempre sincera vengo creduta meno di Ariel? Ma ritroviamo Olaf di fronte al pomposo ingresso della locanda delle Tre Botti e ci fornisce una mappa dettagliata dell'interno. Deve aver lavorato molto questo pomeriggio, povero. Dopo aver comprato un mantello per Guastaldo, che accetta di buon grado, e uno per Slash, che mi contringe a restituire per la sua testardaggine, trucco Ariel che però dalla fretta non mi viene molto bene. Sarà per la prossima volta. Passiamo un bel po' di tempo a decidere il da farsi e la situazione si fa molto tesa: Slash, il solito impulsivo, entra senza dire nulla a nessuno e Guastaldo diventa nervosissimo. Alla fine entrano Ariel e Smiz, che porta dentro lo spadone di Slash in barba ai controlli all'ingresso. Ariel, ci racconterà in seguito, riesce con la sua magia a entrare nelle stanzette riservate e a spiarne gli occupanti. C'era anche Lotarius! Ecco chi era il tipo biondo cicciotello della visione della megera. Non appena i tre escono da una porta segreta sul retro, io, Guastaldo ed Olaf li seguiamo per i vicoli e troviamo dopo breve Lotarius con degli sgherri che osa farci un'imboscata. Inutile dire che l'intervento di Olaf mette prontamente fine alla battaglia già quasi terminata dai validi Slash e Guastaldo. Mi sono molto compiaciuta per l'ottimo lavoro di Ariel: mi fa piacere che questa simpatica ragazza, alla quale comincio a volere bene, non si senta più un peso per il gruppo come una volta mi sentivo io. Vorrei tanto conoscerla più a fondo.
Arriviamo finalmente al Gatto Nero, una locanda conosciuta da Smiz, con Lotharius in brutte condizioni. Il locandiere pretende ben 30 monete per farci entrare. Una volta in stanza Slash si scatena: lo picchia e gli taglia un orecchio. Quest'uomo mi fa pena. Con tutto quello che gli abbiamo fatto. Addosso gli troviamo un messaggio che recita "La mano e` stata consegnata dal nano alla Luna d'Oriente" e lui, terrorizzato, ci racconta che Gheorin alloggia in via delle Terre Alte 72. Poi, devo confessare finalmente, l'interrogatorio finisce con l'arrivo delle guardie chiamate da quel traditore di oste. Slash ha un piano sagace: io vado nuda a letto con Olaf e nascondo Lotharius sotto le lenzuola. Gli altri si rifugiano nell'altra stanza che abbiamo affittato. Quando le guardie, accompagnate da quel maledetto dell'oste, entrano, mi scopro e da bravi polli non notano lo sfacelo di sangue che c'e` per terra. Continua cosi` il penoso interrogatorio di Lotharius il quale aggiunge un'informazione su Floriana: lo Stregone Nero, un essere piu` potente di Orbailister, l'avrebbe portata nelle terre alte mentre delle navi approderanno nella Baronie Meridionali e i fratelli Diorendall approderanno a Sud con le navi dell'ambasciatore Rhadel Ka. La faccenda si fa assai complicata e urge un attimo di tempo per tirare le fila degli eventi ma tempo proprio non ne abbiamo!
Mentre Lotharius, ormai piu` loquace di un mercante goblin, ci confessa anche che Lerakentia domani cerchera` di liberare Soidelkan, io lo trucco per nascondere la vistosa benda sull'orecchio e Slash lo tramortisce. Dopo una inquietante passeggiata notturna per i quartieri meridionali dove ci sentiamo seguiti ed osservati arriviamo alla sospirata Gilda dei Nani, dove Olaf ha promesso di farci offrire asilo. Peccato che poco prima ci siano dei tipi loschi che attendono in mezzo alla strada, velocemente e selvaggiamente picchiati da Olaf e Slash mentre il caro Guastaldo resta a badare a me e Ariel. Alla Gilda dei Nani per fortuna troviamo Serch, un amico di Olaf, che ci fa riposare li` un pochino finche' non fa giorno. Fuori diluvia ma mi scaldo dormendo vicino ad Ariel su un zozzo pagliericcio. Al mattino mando una lettera per Lord Selendill, riferendogli tutto quello che Lotharius ci ha confessato. Spero tanto che faccia in tempo a leggerla. Invece i ragazzi prendono una decisione che non mi vede molto daccordo: comunicare tutto al giudice Erlair. Secondo me non ci credera` mai e Lotharius davanti a lui non confessera` un accidente. In ogni caso Guastaldo va dal giudice a chiedere udienza e difatti arriva l'Inquisitore Heam con due guardie per prendere in cosegna Lotharius e accompagnarci in tribunale sotto una fitta pioggerellina.
Alla torre del corpo di guardia il giudice, come era ovvio, non ci crede e dice di avere altro da fare e che interroghera` piu` approfonditamente Lotharius dopo l'esecuzione di Soidelkan. Guastaldo e l'Inquisitore chiedono ed ottengono di vedere Soidelkan per l'ultima volta: chissa` perche'. Anche Slash se lo chiede e Guastaldo si giustifica dicendo che si tratta di una cosa di famiglia. Guastaldo deve avere una famiglia assai complicata, ha troppi affari di famiglia in piedi.
Nella piazza c'e` una grande confusione e festa. L'esecuzione di quel poveretto sembra un evento da fiera piu` che un evento tragico! Ad un certo punto arriva Shelen Erenal, patriarca di Mitra, un omone imponente con uno strano vestito bianco, azzurro e dorato e un bastone con il sole giallo. E` accompagnato da parecchi sacerdoti e incomincia un discorso noioso. Non tanto quanto quello di Lord Meldonio del Grifone che segue! Guastaldo e` sempre piu` strano: ora sta leggendo una lettera senza gli occhiali che diceva sempre di aver bisogno per vedere da vicino! Finalmente parla Lord Selendill, chissa` se avra` letto la mia lettera a tal proposito.
Dopo ampi rulli di tamburi e vari effetti scenici tanto per impressionare un pochino i cittadini entra Soidelkan incappucciato. Ci chiediamo giustamente se sia veramente lui. E cosi` fa tutta la folla attorno a noi, finche' il giudice Erlair gli toglie il cappuccio. Un tuono! E` veramente lui, e con la faccia cupa e minacciosa scruta la folla. Ride sprezzante mentre il boia lo mette sul ceppo per tagliargli la testa. Non fa in tempo a piegarsi che proferisce le parole "Giammai mi prostero` dinanzi a voi, squallidi omuncoli" e incomincia a perdere consistenza, come a divenire evanescente. Resta solo la sua ombra, un'ombra mostruosa. La folla incomincia a rumoreggiare, ora per la paura piu` che per la protesta e il Patriarca di Mitra emana un raggio di luce mentre qualcuno tira due saette contro l'ombra. Il corpo del boia si squaglia, le guardie scappano, tutti scappano, non si vede piu` nulla. Siamo troppo lontani per intervenire ma probabilmente per fortuna anche sufficientemente lontani per non morire di paura come la` davanti. Ma gli eventi giungono fino a noi: per terra appare una moltitudine di ragni. Queste bestie mi ricordano i culti di alcune sacerdotesse bale, forse proprio Lerakentia! Veniamo spintonati a destra e sinistra e, maledizione, dov'e` Ariel?
Accidenti. In mezzo alla baraonda che si e` creata abbiamo perso Ariel. Chissa` dov'e` finita. In piazza non si vede nulla, fuoco, fiamme, fumo, il Giudice Erlair che urla ordini alle guardie. Noi iniziamo a fare giri attorno alla piazza per vedere se abbiamo notizie della povera maga ma nulla. Finche', dopo un lungo peregrinare, Olaf non la vede tra due guardie: non si sara` mica fatta arrestare. No, la stanno solo sorreggendo perche' pare ferita gravemente e fa fatica a camminare. A me le guardie non mi hanno mai aiutata, al massimo mi hanno trascinata in prigione a calci.
La facciamo sedere a lato della strada e controllo i suoi bendaggi: non e` grave e ce la fara` tranquillamente. Ci racconta l'accaduto: nella folla pare abbia visto una donna ammantellata che somigliava a Soidelkan assieme ad un altro uomo incappucciato. Li ha seguiti e sono entrati in una casa e in quel mentre l'uomo, da oltre venti metri di distanza, ha colpito Ariel con una manata facendole un taglio in pancia! Indubbiamente opera di magia. Subito siamo ansiosi di tornare sul luogo del fatto ma le guardie che hanno accompagnato Ariel sono li` e ci redarguiscono dicendoci di non farci giustizia da soli contro il ladro. Ma quale ladro? Era un bale, faccio notare alle guardie, mentre sento all'improvviso qualcosa tra le mie chiappe. Ehi, e` Olaf, ma come si permette! Accampa scuse dicendomi che solo cosi` mi fa stare zitta, ma sa bene che non e` vero. Proseguiamo, ignorando gli avvertimenti delle guardie circa i ladri, fino ad una casa in stato di abbandono dove giustamente Guastaldo entra e bussa. A questo punto la porta della casa sembra esercitare una singolare attrazione sui membri del gruppo perche' Guastaldo si mette a parlarle, mentre gli altri armeggiano in modo strano con la serratura. Alla fine Slash con fare sicuro la apre e tutti entrano come un fiume in piena. Un vero fiume, che ha cancellato tutte le eventuali tracce in questo luogo molto polveroso. Slash misteriosamente sventra una finestra mentre io trovo un messaggio appeso ad una porta che parla di Floriana. Ariel gentilmente ce la legge e ci dice che Floriana e` stata portata a Torre Arcana dallo Stregone Nero.
Olaf decide di aprire la porta e seguiamo un corridoio che conduce in un magazzino con una botola, trovata da me grazie al fatto che Slash ha spaccato tutto senza motivo. Scendiamo io ed Olaf e troviamo delle scale che si inoltrano in un sotteraneo in cui vediamo strane ragnatele enormi e sentiamo un improvviso rumore sulla destra. E` una bestiaccia enorme un ragno a gobbe pelose. Non capisco perche', ma Olaf e Slash decidono di affrontarlo con me che reggo la lanterna e Guastaldo che protegge Ariel. A me sembra che Ariel potrebbe benissimo stare da sola e quindi probabilmente Guastaldo sta tirando fuori scuse per stare solo con lei. Ma la battaglia e` gia` iniziata e Slash e` avvinghiato dal coso mentre Olaf colpisce indiscriminatamente tutto e tutti. Anch'io partecipo colpendo il ragnone peloso poco prima che muoia spruzzando veleno su tutti, in particolare su Slash.
Finita la battaglia esploriamo ulteriormente il sotterraneo ma i cunicoli sono veramente troppi e rinunciamo a proseguire. Su Slash, al quale stanno venendo bolle dappertutto, applico un bell'unguento fatto sul momento che secondo me dovrebbe lenire i dolori e dargli una pelle vellutata, e stranamente se lo fa fare: non mi sembra piu` quel burbero misogino che mi propone cose alla svelta! Decidiamo nel frattempo di fare il punto sulla situazione: Floriana, che ancora non ho capito bene perche' stiamo cercandola se non per far un favore a Guastaldo, e` stata rapita da Gheorin, Orbailister e Lotharius, passata a tale Stregone Nero (che pero` potrebbe essere sempre Orbailister) e portata a Torre Arcana. Lerakentia ci aiuta riferendoci dove si trovi Floriana, e questo aiuto mi pare alquanto strano.
Decidiamo di andare a dare un'occhiata in via Terre Alte, dove Lotharius ci ha indicato esserci la casa di Gheorin. Dopo un incontro con un simpatico cane, Guastaldo ed Ariel riescono a farsi invitare dalla vecchietta padrona di casa che dice di essere la zia di Gheorin. I due riescono a scoprire che Gheorin, che si fa chiamare Remilli, abita qui da un anno con degli amici di cui uno e` un professore dell'accademia! Qualche notte fa e` arrivata pure una donna, probabilmente Floriana spacciata alla zia come una fidanzata di Remilli. Una volta usciti veniamo raggiunti da Artiglio Bianco: quel ragazzo e` un portanto, riesce sempre a raggiungerci ovunque noi siamo! Ci porta una spilla a forma di ragno per Guastaldo, che dono atipico. Troppo strano, Ariel dice che sembra una divinita` malefica mentre io ho rinunciato a capire lo strano atteggiamente di Guastaldo, tanto strano che e` meglio andare a chiedere lumi a Mastro Mikon.
Proprio da Mastro Mikon troviamo il falconiere Olemberg che sta abbandonando la sua attuale posizione a Ulm per recarsi a Lloidevall. Quando gli racconto che Floriana pare essere stata rapita dallo Stregone Nero e portata a Torre Arcana, mi dice che nella foresta di Lloidevall sono successe ultimamente cose molto gravi: gli elfi hanno inviato due delegazioni a Torre Arcana per chiedere lumi sulla partecipazione di un mago della torre, quello che indossava la maschera bianca, al rapimento di Lady Isaniel e entrambe le delegazioni non sono piu` tornate indietro. Ora gli elfi stanno approntando un esercito per marciare su Torre Arcana. Una mossa cosi` drastica da parte del popolo dei boschi mi sembra strana e secondo me c'e` qualcosa sotto. Secondo Mastro Mikon lo Stregone Nero (che ancora non sappiamo chi sia: Orbailister, Morghenstain, Maschera Bianca, o chi altri?) possiede una maschera che cambia la personalita` di chi la indossa o di chi e` costretto ad indossarla. Ma come mai Mastro Mikon sa tutte queste cose? Che sia implicato anche lui? In fondo non era forse lui che ci disse di restarne fuori e che sapeva sempre tutto quello che stava per succedere? Comunque ci da` una pergamena per il ranger Heres che ci permettera` di parlare con il suo maestro Mago Grigio, una personalita` senza dubbio importante.
Poi Guastaldo, come e` ormai abitudine, si ritira da solo con Mastro Mikon. Io, Slash e Olaf siamo tra l'incuriosito, l'offeso e il preoccupato per queste conversazioni private e questi segreti che Guastaldo ci tiene. Nonostante ieri mi abbia tranquillizzata circa le sue intenzioni, non riesco a convincere Slash e mi metto quindi a origliare. Sento distintamente la frase "credere a Lerakentia" e, forse troppo ingenuamente, la riferisco agli altri. Slash va su tutte le furie, ma riesco a calmarlo prima che Mastro Mikon esca per cacciarci dal negozio in malo modo come fa sempre quando ha avuto le informazioni che gli interessano! Il litigio prosegue in strada e solo la folla ci salva da uno scontro interno. Il gruppo e` abbastanza disgregato e mi sembra che, incredibilmente, Slash ci tenga tantissimo all'unione di noi. Mi pare che Slash abbia una sorta di codice d'onore tra compagni d'arme e stia attentissimo a potersi fidare l'uno dell'altro. Bene, bene, lo diro` a Guastaldo per tranquillizzarlo su Slash. Ma perche' devo fare io da paciere in questa strana banda?
Abbiamo appuntamento con il falconiere Olemberg questa sera alla locanda, dato che anche lui verra` a Lloydevall con noi per parlare agli elfi e convincerli a non attaccare Torre Arcana. Anche a me preme molto questa questione, la foresta di Lloidevall e` la mia foresta e non vorrei mai succedesse una guerra proprio in quel bel posto. Non vedo l'ora di tornarci. Mi compro per il viaggio un mulo piccolo per portare le mie cose. Sono diventata piu` cittadina degli altri, che invece hanno talmente poche cose che se le portano tutte in spalla. Cosi` durante il viaggio faccio un po' di esercizi di lettura. Sto diventando brava e ho anche scritto una lettera a Dervin per informarlo di dove sto andando. La sera, alla locanda, Olemberg ci dice che, a Torre Arcana, Showinder Wantaars, il potente mago che ne e` a capo e che io ho visto qualche volta, e` in viaggio nelle terre a nord e al suo posto c'e` provvisoriamente Berenier, un vecchio mago, simpatico ma decisamente meno carismatico e per questo Torre Arcana tarda a prendere una posizione sulla situazione. Olaf stasera e` molto strano: va a dormire senza bere nemmeno una pinta di birra. Questo vecchio nano sta cambiando radicalmente: allora voglio provare io a bere e mi ritrovo per terra piu` volte. Qualcuno mi deve aver portata a letto e, mi dicono, devo aver anche fasciato Slash e Ariel in malo modo da come li ho ritrovati la sera dopo.
Durante la notte ho un sogno diverso dal solito: Morghestain e Soidelkan stanno giocando a scacchi e Morghenstain mangia un pedone di Soidelkan e, quando guardo bene, vedo che tutti i pezzi degli scacchi hanno volti noti, e che il pedone mangiato ero io! Meno male che arriva Slash a svegliarci. Piove, sara` un viaggio duro. Mi trucco e trucco anche Ariel: stavolta mi e` venuta proprio carina. Olemberg ci informa anche della novella che gli orchetti sono giunti alle porte dei Monti del Sogno ma che gli elfi e i maghi di Torre Arcana non possono andare ad aiutare i nani essendo impegnati nella loro diatriba. Slash ha una sua teoria: la scaramuccia, nella speranza che sia solo tale, tra elfi e maghi e` stata creata apposta per distrarre l'attenzione dall'attacco ai nani e da invasioni che stanno succedendo nelle Baronie Meridionali. Stavolta mi pare che Slash abbia fatto un ragionamento sensato, ma Guastaldo sostiene che dietro invece ci debba essere Morghenstain.
A sera siamo a Jaslin alla locanda Alla Bussola. La bussola e` un gioco che non avevo mai visto, con le proprie monete bisogna infilare le monete degli altri nel proprio buco. Pare divertire assai Slash e Guastaldo tanto che ci passano un bel po' di tempo, durante il quale io e Ariel parliamo con uno strano mago che dice di fare parte del Circolo degli Incantatori di Ulm. L'incantatore Firemil e` vestito di bianco e azzurro, con le maniche a sbuffo, e ha uno strano gattone nero, Tinkerpinkel, al quale mi diverto a dare un mucchio di biscotti. Dice che gli incantatori costruiscono oggetti magici e anche lui sa qualcosa degli avvenimenti di Lloidevall: e` preoccupato perche' i falconieri toglieranno la loro protezione a Ulm per andare a sistemare le cose tra elfi e Torre Arcana. Dato che e` cosi` esperto di oggetti magici tutti gli chiediamo lumi sui nostri oggetti. Della mia spilla dice che serve contro gli attacchi degli animali mentre di quella di Guastaldo dice che e` fatta per iniettare veleno ed e` pure piena! Anche il gatto, che e` molto piu` intelligente di un gatto normale e ha indubbiamente un legame particolare con il padrone, rifiuta di avvicinarsi. La spilla di Guastaldo si rivela essere il simbolo di Yezud, il dio ragno, e l'incantatore ci dice che tanto tempo fa una sacerdotessa del dio, tale Acrem Aracnis, invoco` un demone potentissimo che aveva la forma di quest'amuleto e soltanto gli elfi di Lloidevall, con il loro eroe Ahrim Kiondatur, riuscirono a sconfiggere il mostro grazie ad una spada magica.
La mattina dopo Firemil non c'e` piu`: e` rimasto solo Tinkerpinkel! L'unica cosa che ci resta da fare e` portare questo simpatico gatto con noi a Lloidevall lasciando un messaggio per Firemil tramite l'oste. Quando arriviamo finalmente a Lloidevall il falconiere Olemberg, che tiene pure lui come Almairen un falco prigioniero con strani sortilegi, riceve un messaggio dal suo collega Almairen che dice che l'indomani ci sara` la riunione dello sheffir degli elfi per decidere se muovere guerra a Torre Arcana. Difatti il mattino seguente andiamo verso lo sheffir di Lady Isaniel ed entriamo finalmente nella foresta. Non ero mai stata in questa parte ma mi pare di riconoscerla immediatamente. Le piante, gli alberi, il sottobosco, il terreno, tutto mi pare familiare. Spiego ad Ariel, che non e` mai uscita da Eliendall, come ci si deve comportare e quali sono le caratteristiche delle varie piante. Mi pare molto interessata e segue con attenzione; spero di poterla ricompensare per gli insegnamenti di lettura e scrittura. Arriviamo ad un semicerchio di alberi, ma guardando bene e` tutta una strana struttura fatta con piante vive. Questi elfi sono incredibili: ci devono aver messo anni per fare crescere gli alberi in questo modo. veramente fantastico. In giro ci sono tanti elfi, tutti vestiti in modo diverso e spesso discinto: spero che questo non turbi Ariel. Due guardie, che ci riconoscono quali liberatori di Lady Isaniel, ci scortano con tutti gli onori, nonostante l'ingombrante presenza di Olaf, da Almairen e Lord Mires. Speriamo solo che Olaf si comporti a modo, anche perche' Guastaldo mi pare giustamente preoccupato.
Sta per iniziare il Consiglio. Penso sia il caso di riodinare le idee mentre mangiamo per evitare di fare la solita figura dei casinisti. Ma ecco che Lady Isaniel ci chiama a colloquio; la sua casa e` incredibile, veramente non me ne sarei mai aspettata una cosi` bella e cosi` strana. E` una casa fatta di foglie vive, resistente come fosse di muratura e delicata come fosse di cristallo. Anche Lady Isaniel ha un vestito analogo: interamente fatto di foglie color smeraldo con due ancelle che la vestono. Ci accoglie con tutti gli onori, anche se devo dire il nostro comportamento non e` certo dei piu` educati: siamo decisamente eccitati per tutte queste novita` e per trovarci nuovamente a cospetto di una donna cosi` bella e di una personalita` cosi` importante. Suggerisce anche lei di mantenere un giusto contegno al Consiglio e di avere una linea di prove per poter essere sufficientemente convincienti. Detto questo ci allontaniamo e esigo dai miei compagni una attimo di riflessione. Vagliamo le prove in nostro possesso: lo Stregone Nero ha rapito Floriana per impedire alla famiglia del Falco Dorato di andare a combattere gli orchetti, gli orchetti hanno rapito Lady Isaniel con l'aiuto di un uomo con la Maschera Bianca, lo Stregone Nero ha una maschera che fa cambiare la personalita`, a causa di questo mago con la maschera bianca gli elfi e i maghi di Torre Arcana si preparano a combattersi anziche' andare a difendere i nani dall'attacco degli orchetti, navi stanno approdando nelle Baronie Meridionali per attaccare i nani. Insomma, ci rendiamo conto anche noi che le prove non sono proprio decisive e cosi` decidiamo, su proposta di Olaf, di chiedere solo qualche giorno di tempo per andare noi stessi come delegazione a Torre Arcana a portare la pace degli elfi e a chiedere chiarimenti sull'accaduto.
Il Consiglio si svolge sotto un'enorme quercia che funge da ombrello. Sono presenti Almairen, Olemberg, Eiren il capo dei falconieri di Ulm, Heres il ranger, Lady Isaniel con due ancelle, i suoi fratelli Lord Mires e Lord Flaindelvell, l'Ahrim Kiondatur, Lord Mesianderr, due elfi molto belli tatuati con due spade a testa che mi dicono siano i generali delle lame danzanti, due elfi vestiti di scuro con arco a tracolla seguiti da cinque elfi piu` giovani con l'arco che sono i generali degli arcieri infallibili e un elfo che funge da ciambellano. Slash guarda con entusiamo gli arcieri infallibili: vorrebbe tanto imparare ad usare meglio il suo arco.
Inizia a parlare Lord Mires che pare chiaramente voler sferrare immediatamente l'attacco a Torre Arcana. Mi pare cosi` assurdo il suo discorso sull'onore, ma cerchero` grazie al consiglio dei miei compagni, di parlare nella maniera piu` pacata e piu` umile possibile. Si`, perche' hanno scelto proprio me per parlare. Secondo me Slash, che ha combattuto ottimamente contro gli orchetti di fronte a Lady Isaniel, sarebbe stato piu` adatto, ma la sua impulsivita` lo puo` rendere pericoloso e cosi` hanno preferito me, anche se sono poco avvezza alle finte gentilezze della vita mondana. Mi sono pero` messa il vestito migliore e la spilla di Lady Isaniel. Dopodiche' parla anche Lord Flaindelvell che e` su posizioni un po' piu` rilassate del fratello, e chiama in causa Heres che racconta di come ha seguito Maschera Bianca e lo ha visto andare effettivamente proprio a Torre Arcana. Lord Mesianderr vuole invece vederci piu` chiaro in questa faccenda e auspica una posizione piu` pacifica mentre Almairen conferma che ci sono tantissimi falconieri nella foresta e resteranno tutti neutrali in una eventuale guerra tra elfi e maghi. Per finire la saggia e bella Lady Isaniel si raccomanda che gli elfi non si chiudano nelle loro foreste e mantengano buoni rapporti di vicinato con i maghi. Poi tocca a me. Do` il meglio di me stessa, ci tengo tanto a salvare la foresta da una guerra e anche a salvare Torre Arcana anche se non ho ottimi ricordi di quel posto. Se Dervin fosse qui anche lui parlerebbe con enfasi contro la guerra. Alla fine del mio discorso, in cui ho riassunto tutte le idee che abbiamo e le prove che abbiamo raccolto, Lord Mires me lo liquida come pieno di fantasia e insiste con i suoi propositi di guerra immediata. Nella fase delle richieste avanzo la nostra proposta: quattro giorni di ritardo nella partenza delle truppe per poter andare noi stessi, a rischio delle nostre vite, a Torre Arcana per indagare. Lord Mesianderr ci appoggia, dopodiche' tutti noi non elfi dobbiamo lasciare il Consiglio dove l'Ahrim Kiondatur decidera` sul futuro della guerra.
Andiamo in disparte con Heres il quale, visto il simbolo di Gheorin e dell'assassino, ci dice di aver visto il medesimo fregio su un vestito di un aiutante di Maschera Bianca! Dopo avergli dato la pergamena di Mastro Mikon ci vuole condurre da Mago Grigio. Questo mago potentissimo mi sarei aspettata abitasse in un lussuoso palazzo e invece Heres ci fa fare piu` di due ore per sentieri tortuosi al buio della foresta: solo Ariel riesce ad avere un'idea di dove siamo, vedo che i miei insegnamenti sulle foreste stanno avendo successo. Arriviamo finalmente ad una caverna all'ingresso della quale perdo Tinker Pinkel, che era rimasto fin qui in braccio a me. Non posso nemmeno cercarlo dato che c'e` un buio pesto e Heres mi vieta di accendere la lanterna. Lego il mulo e entriamo in una caverna buia e molto lunga seguendo una luce in fondo. La caverna sbuca in una caverna piu` grande, con un lago sotterraneo e un vecchietto con la barba bianca, il mantello grigio con cappuccio e i capelli brizzolati. Dai lineamenti sembra un elfo. Prima che parli nell'acqua vediamo un flebile tremolio ed esce una voce: "Il loro cuore e` puro, puoi fidarti di loro". Questo posto e` meraviglioso, chi ci sara` sotto l'acqua? Mago Grigio parla e dice che abbiamo di fronte dei terribili nemici e dobbiamo a tutti i costi evitare uno scontro diretto. Un nemico e` Morghenstein, l'altro e` lo Stregone Nero che con la maschera bianca tiene soggiogato un mago. Avevamo ragione! Perche' Mago Grigio non e` venuto anche lui al Consiglio anziche' starsene qua in fondo alla grotta? Ci fornisce anche un feticcio, una collana che consegna ad Ariel, con la proprieta` di far cadere la maschera bianca quando e` infilata al collo del mago con la maschera visibile. A questo punto dall'acqua si genera una strana immagine e arriva una voce, non rassicurante e dolce come la precedente ma dura e minacciosa: "Vecchio, non sai a cosa vai incontro. Questi insignificanti uomini dureranno poco.". Iniziamo a chiederci chi sia e Heres ci suggerisce che il male puo` essere arrivato tramite noi! Tinkerpinkel e` immediatamente il principale indiziato ma dorme beatamente in una sacca del mio mulo fuori dalla grotta e una magia di Ariel dice che non ha intenzioni ostili nei nostri confronti.
Quando torniamo allo sheffir degli elfi, Almairen ci viene incontro esultante: abbiamo vinto e abbiamo ottenuto quattro giorni di ritardo. Dovremo partire domani mattina per Torre Arcana. Sono cosi` contenta: ce l'abbiamo fatta. Gli altri non mi sembrano molto entusiasti di andare in questa missione pericolosa ma io sono determinata: andro` anche da sola. Verranno con noi anche due lame danzanti per la nostra sicurezza. Sono tanto presa che non noto Eiren che dice d'aver conosciuto Firemil e che l'incantatore non viaggia mai cosi` lontano fino a Jaslin. Slash e Guastaldo sostengono che Ulm potrebbe essere attaccata ma Eiren li tranquillizza: sono 50 anni che non viene attaccata. Arriva Lady Isaniel e si dirige proprio verso di me: mi sono proprio sbagliata sul suo conto e mi deve volere molto bene. Difatti mi abbraccia e mi bacia sulla fronte, che bello! Mi sussurra che non devo farmi bloccare dai timori e dalle paure. Terro` caro questo suo consiglio!
Siamo svegliati all'alba direttamente da Lord Mires in persona. Siamo a quanto pare diventati importanti, anche se sento che Lord Mires non ci guarda di buon occhio. Con lui ci sono due elfi con il corpo interamente dipinto armati di due spade; sono molto muscolosi e carini, e si chiamano Efrel e Gaidon. Partiamo tutti quanti con il mio mulo a seguito. Durante la strada, che Gaidon abilmente individua in mezzo al bosco, Efrel mi spiega il significato di tutti i suoi bei segni sul corpo. E' molto interessante, peccato che ci fermeremo con loro solo fino a questa notte. Devo essere molto simpatica a Efrel e mi piace molto, ma Gaidon, che ho scoperto essere suo fratello, non ha alcuna intenzione di lasciarci un po' soli e sento che il resto del gruppo commenta. Chissà che hanno da dire, probabilmente Efrel piace anche a loro.
Ad un certo punto ci fermiamo: scopriamo due gocce di sangue su una foglia e poco più avanti vedo un ciuffo di peli bianchissimi. Non è possibile, parrebbe essere un rarissimo cervo bianco, che nemmeno io ho mai visto. In lontananza sentiamo dei latrati di cani, cacciatori. Ci precipitiamo nella direzione opposta, cercando di seguire delle tracce, quando a rotta di collo arriviamo ad un fiume dove troviamo proprio un cervo bianco. Che emozione vederne uno, però perde parecchio sangue e non mi pare respiri più. Tento il tutto per tutto ma non ce nulla da fare: è morto e il suo sangue ha già tinto il fiume. Non ci resta che appostarci strategicamente per affrontare i cacciatori di frodo che arriveranno a breve. Dopo una piccola attesa sentiamo rumori di combattimento più indietro: Guastaldo, Olaf e Ariel stanno combattendo contro i cani e tra poco arriveranno anche i cacciatori. Difatti giungiamo in loro aiuto nel momento in cui uno dei cacciatori si sta trasformando in una strana bestia: gli spunta del pelo dalla faccia, ha la bava alla bocca, le unghie cresciute a dismisura e si contorce dal dolore. Avevo sentito parlare di umani mutaforme ma non pensavo così impressionanti: si sta trasformando in una bestia. Io prontamente lo colpisco e lascio agli elfi la possibilità di finirlo: Efrel è molto soddisfatto della mia abilità con il bastone ma è troppo timido per dirmelo. La bestia si ritrasforma ora lentamente in un essere umano: pazzesco. Noto ora che Guastaldo e Olaf hanno della bava del mutaforme addosso e, per loro fortuna, mi affretto, mentre si riposano, a prendere dell'acqua al fiume per toglierla loro anche se la vista del cadavere del cervo mi riempie il cuore di dolore.
Riprendiamo il viaggio e Efrel mi sta facendo proprio impazzire. Ha un corpo perfettamente muscoloso e stupendamente dipinto, sa un mucchio di cose sulla foresta, è bravissimo con le spade e continua a guardarmi. Ora però dobbiamo attraversare il fiume lungo il guado individuato dai due elfi. Tutto pare filare liscio a parte qualche scivolone nell'acqua: il mio mulo se la cava egregiamente e ancora sto pensando a che nome dargli, dato che mi fanno notare che Dervin potrebbe essere offensivo. Una volta sull'altra riva però un sibilo. Un altro. Ci stanno tirando frecce. Mollo il mulo e tutti ci abbassiamo a terra. Incominciamo ad avanzare in ordine sparso verso il luogo da cui provengono le frecce. Maledizione non ho il mio bastone che ho prestato a Efrel per controllare la profondità dell'acqua. La battaglia sembra volgere in nostro favore quando sento degli strani rumori di fronde alle mie spalle: tre alberi si sono animati. Sono enormi, colpiscono con i loro rami e vedo Olaf e Efrel crollare sotto i loro colpi. Mi precipito a curare Efrel quando sono morsa da un uomo che mi è saltato addosso. Ha la bava alla bocca e gli artigli mi penetrano nella carne. In questo momento intravedo, sulla prima sponda del fiume, un uomo con la maschera bianca accanto a un altro che mi pare proprio essere Gheorin e sento che ci urla che non ce la faremo mai. E come se le sorprese non fossero finite dalla terra emerge una specie di montagna di sassi animata che travolge Gaidon schiacciandolo. Ma ancora: da davanti a noi appaiono due uomini, uno con la gobba e la barba rossa e un altro che mi pare assai strano ma che ha dei poteri eccezionali: difatti ha appena incendiato un albero che ci stava attaccando! Lorien inizia una diatriba verbale con Maschera Bianca e la battaglia a questo punto volge prontamente in nostro favore. L'ammasso di terra si sgonfia e gli alberi cedono uno dopo l'altro. Sul campo di battaglia restiamo tutti feriti ma, ahimè, Gaidon sembra conciato proprio male.
I due maghi che ci hanno salvati si presentano come Lorien, maestro alchimista di Torre Arcana, e il suo assistente Gregor. Che bello, e che felice, siamo vicini a Torre Arcana. Tinker Pinker, che scopriamo essere probabilmente il familio dell'incantatore, pare non avere alcuna simpatia per il mago e lo graffia. A terra giace il corpo di Gaidon, sembra proprio morto e cio` ha sconvolto talmente Guastaldo che fa la solenne promessa di vendicare la sua morte. A me sembra molto strano, promette una cosa ovvia e che non sa se potra` mai fare. Mentre sono assorta sul modo di pensare molto particolare di Guastaldo, intravedo Efrel che se ne va! Io sono distrutta e ho solo la forza di urlare il suo nome piu` volte ma non mi vuole sentire. Perche'? Perche' non mi vuole piu`? Vorrei tanto aiutarlo in questo momento di dolore ma non mi vuole! Nel mentre Slash riferisce tutta la nostra storia a Lorien; quel caro ragazzo ha questa strana abitudine che, onestamente, non gli biasimo ma che potrebbe anche metterci nei guai. Ma uno di questi cadaveri lo riconosco: era un taglialegna del villaggio di Torre Arcana. Poveraccio, che fine che ha fatto, e` diventato un mutaforme. A questa mia parola Lorien ha un sussulto e chiede lumi su questi mutaforme ma posso solo raccontargli quello che ho visto.
FInalmente arriviamo alla Torre, dove Gregor chiama quattro aiutanti per portarci dal mago Borel che sembra essere una specie di cuoco. La Torre e` sempre come me la ricordo: ha quattro torri laterali e un cortilone interno con la torre centrale principale. E tutte le case del villaggio arroccate attorno. Entrando incontro proprio lei! Che bello, sapevo che forse avrei visto zia Gardenia ma non me l'aspettavo cosi` presto! Zia Gardenia e` sempre uguale, espansiva ma burbera, saggia ma pettegola. Cura Olaf e Slash e mi insegna una nuova tecnica di utilizzo del peperoncino dolce coltivato sotto le foglie dell'ulivo. Sempre interessante, ma sempre con la lingua troppo lunga. Chissa` se il peperoncino piccante che le ho messo nella zuppa contribuira` a fargliela stare piu` ferma. Slash invece pare molto propenso a parlare con zia Gardenia, troppo propenso. Per fortuna ci si mette la solita litigata con Gaustaldo e cosi` facciamo un'ottima figura con il mago Krion e la maga Lena che arrivano per condurci dinanzi al conclave di Torre Arcana. Ci accolgono proprio nella grande sale circolare centrale, quella delle assemblee plenarie. E` semivuota, sono presenti solo sette maghi: uno panciuto con il nasone, Lorien dalla barba rossa, uno sorridente che mi sembra assai disponibile, Berenier il vecchio mago a capo della torre con un grosso bastone con la solita gemma verde tonda di cui mi ricordo benissimo, Albert quel mago calvo e scorbutico con la vena della fronte che e` ancora al suo posto, Krion e Lena, che e` nuova e non avevo mai visto ma mi sembra assai di spirito.
Questa volta sono Guastaldo ed Ariel a spiegare la situazione, dato che io mi sento decisamente in imbarazzo. Tutti gli occhi sono puntati su di me, anche se i maghi sembrano ascoltare con interesse e giusta preoccupazione il racconto sugli elfi che stanno muovendo loro guerra! Slash aggiunge anche una parte che mi sembra gli sia molto cara, quella sulle navi delle Baronie Meridionali. Pare che Slash veda qualche strana tattica negli eserciti che si muovono al sud, sembra abile con le cose d'arme quel ragazzo. Il concilio non e` molto convinto delle nostre parole, sembrano troppo impegnati nei loro problemi per considerarci. Si svegliano solo quando Lorien dice che non vuole rivelare i tipi di magia fatti contro di noi. Sembra sospetti di qualcuno del consiglio! Proprio mentre ci congedano sento una voce che mi fa gelare: Albert mi richiama dentro, da sola!
Entro nella sala del conclave. Tutti gli occhi sono puntati su di me. Tengo lo sguardo basso, ma sento il potere di Berenier su di me. E Albert, e' irritato come al solito. Crion anche non pare contento, devono avergli raccontato tutto. Sento vicini solo Lena e Lorion, ma loro non c'erano due anni fa. Albert subito mi incalza con una serie di domande sul perche' me ne sono andata senza avvisare nessuno, ma per fortuna Berenier interviene e calma il discorso. Ora e' lui a farmi domande, sento tutto il suo potere, e mi e' difficile restare silente. Incomincio a raccontare di come mi sentivo prigioniera, non piu' capace di girare per la foresta, sempre vincolata e obbligata a curare, curare, curare. E di come non riuscissi a dire di no a nessuno. Onestamente mi pare che nessun mago mi stia capendo, ma proseguo comunque. Racconto dell'uomo, della cui onesta' non ero sicura, di cui non sapevo se fosse veramente un bisognoso, e di come ho fallito il mio potere. Racconto della mia disperazione, ma solo Lena mi sta capendo. Quando accenno a come sono stati tremendi i giorni che hanno seguito, Albert si alza in piedi e sbraita che capita a tutti un fallimento e mi accusa di immaturita' e stupidita' per essermi abbattuta cosi'. Ma non puo' capire: non si trattava di un fallimento ma di un tradimento. Spiego che c'era un motivo ben preciso per la perdita del potere: il mio distacco dalla foresta, il mio animo che non si sentiva piu' schierato a difesa dello spirito di Lloidevall. Sento qualcuno che sogghigna, per schernirmi, ma non vedo chi. Berenier si alza e mi chiede se voglio restare. Rispondo decisamente di no, non voglio piu' essere indagata, sottoposta ad esperimenti e non voglio che cio' che non e' mio venga usato a sproposito. Mi congedano con Albert fumante, e gli altri maghi sbigottiti. All'uscita trovo Slash che mi incalza con domande su cio' che mi hanno chiesto. Sono assai nervosa ma Slash e' molto suscettibile e gli dico che mi hanno chiesto perche' ero andata via due anni fa e se volevo restare. Circa le motivazioni gli dico che cercavano di sfruttarmi senza capirmi: chissa' se avra' capito.
Il nostro alloggio e` nella zona bassa della Torre in una delle stanzone per gli ospiti. Ariel e Guastaldo se ne escono e non sappiamo cosa facciano ne' dove siano finiti. Ci diranno poi di essere stati con Lorien, su suo appuntamento al pozzo, il quale ha riferito loro di avere dei sospetti su qualche membro del conclave e che in giro ci sarebbe una malattia che ha definito "mannara" e che causa un mutaformismo. Mentre erano li`, raccontera` Ariel, e` arrivato Giocarta, il ragazzo strano quasi pazzo, che ha detto che dei mutaforme hanno buttato dei corpi nel pozzo che, purtroppo, e` molto alto. Mentre Ariel e Guastaldo erano fuori in stanza siamo stati attaccati da un'ombra. Sembrava inoffensiva, ma ha colpito Slash e poi ha assunto l'aspetto di un teschio verde. Stavolta il mio bastone e` stato l'arma piu` utile: l'ho abbattuta con due colpi ben piazzati. Andiamo a dormire non poco preoccupati ed abbiamo ragione: al mattino Armando, l'apprendista di Albert, ci sveglia con una tragica notizia: Lorion e` morto avvelenato nel suo laboratorio! Nel salone principale c'e` una grande confusione, molta gente che borbotta convulsamente e Lena ci conduce nei laboratori sottorranei, dove ero stata anch'io qualche anno fa. Albert e` nel laboratorio di Lorion e al solito e` nervosissimo. Urla e da` ordini a tutti. Ma io certamente non mi faccio dare ordini da lui: vado diritta verso il cadavere di Lorion ad esaminarlo ed ecco che prontamente trovo due dita macchiate di inchiostro e una contusione dietro all'orecchio che nessuno aveva notato. Berinier pare essere dalla nostra parte e piu` volte zittisce Albert che vorrebbe mandarci via dal laboratorio e farci interrompere le indagini. E` il caso di interrogare Gregor, che lo ha visto nell'istante della morte: mi racconta un po' di menzogne e puzza misteriosamente di fumo. Quando vedo Ariel e Olaf trafficare con il caminetto e Slash guardare le sue mani nere e Guastaldo le orme di fuliggine sul pavimento capisco che c'e` qualcosa di losco in lui. Ma Guastaldo si mette a litigare con Albert, e non posso certo dargli torto! Olaf gli da` un pugno secco e Albert cade a terra. Si mette ad urlare e Berenier giustamente ci caccia fuori chiamando le guardie. Interviene Lena ad accompagnarci nel cortile.
Nel giardino vedo finalmente il pozzo di cui mi hanno parlato Ariel e Guastaldo con le panchine tutte attorno dove hanno passato la serata. Lena controlla con la sua magia la purezza dell'acqua e come sospettavamo dice che e` impura anche se non velenosa. Ed e` il pozzo che rifornisce tutta la comunita! Purtroppo e` impossibile scendere da qui a controllare quello che c'e` sotto: bisogna fare il giro e entrare dal punto in cui il fiume diventa sotterraneo, nella zona delle pozze. A questo punto appare Albert con le guardie: ci comunica che per ordine di Berenier siamo banditi da Torre Arcana. Almeno questa volta non si lamenteranno che me ne sono andata da sola! Provo a curare Albert ma cio` non placa la sua ira, e mi duole anche che sia stato colpito. In fondo, nonostante la sua indole, e` uno degli elementi migliori della Torre. Troviamo alloggio a casa di Gustavo, un mio vecchio amico di quando abitavo qui, che ci ospita gratuitamente ma io insisto perche' mentre lavora nei campi gli lasciamo delle monete. Slash va da zia Gardenia e ci passa un'oretta. A quanto pare deve essere stata una visita proficua se rientrato mi chiama "guaritrice". Sono profondamente indecisa se ucciderlo nottetempo o parlargli, ma forse e` meglio parlargli dato che ora di notte avra` spifferato tutto a tutti. Accetta di tenere la boccaccia chiusa, anche se mi sa che dovro` trattarlo molto meglio in futuro; il povero Slash soffre un po' di gelosia e gli faro` qualche carezza in piu`. Finalmente, mentre andiamo alla zona delle pozze, vedo la pergamena semibruciacchiata che Ariel e` riuscita ad estrarre dal caminetto del laboratorio di Lorion: "Malattia pozzo ... stregone ... incantatore Ulm ... piano ancora piu` grandioso ... occhio di Shergal". Il Terzo Occhio di Shergal, uno degli artifatti piu` potenti che si conoscano, quello che governa la magia!
Arriviamo alle pozze e Guastaldo scorge una specie di scivolo che entra nel sottosuolo quasi seguendo il fiume che si inabissa. Strano, sono stata qui tante volte in passato e mai lo avevo notato. L'anello d'ottone a cui bisognerebbe attaccare una corda per scendere viene via come fosse infisso nel burro e cerchiamo di legare la corda per calarci in altro modo. Vanno giu` i ragazzi e dopo poco Guastaldo ci chiama. Ariel provvede alla sicurezza della corda con una magia, dice, e scendiamo per questo cunicolo stretto, ripido e liscio. Sotto troviamo una pozza d'acqua con un grande mucchio di guano puzzolente. Che schifo, ecco perche' l'acqua risultava impura! Mentre giriamo attorno alla pozza all'imporvviso vedo un gorgoglio ma non faccio in tempo a saltare indietro: delle pinze, delle chele mi afferrano e mi trascinano per una gamba. Sono in acqua, mollo il bastone ma non trovo il pugnale. Le chele mi afferrano alle braccia e mi bloccano. Sono sotto e non respiro. Nonostante all'improvviso mi senta velocissima, sono molto piu` debole e mi sto allontanando dalla riva. Sento dei tuffi: stanno venendo a salvarmi. Vedo volare l'ascia di Olaf e saettare la spada dell'assassino nelle mani di Slash. Ma questo mostro mi trascina sempre piu` verso il fondo e mi stringe sempre piu` e svengo. Mi risveglio con Ariel che mi trascina a riva e Guastaldo che issa il mostro, un gigantesco scarabeo, fuori dall'acqua. Ma il suono di un campanello subito riattira la nostra attenzione: qualcuno ci ha tagliato la corda!
Ricomincio il mio diario ben tre anni dopo, probabilmente è stata proprio la vista di un mutaforme a farmelo ricordare. L'Inquisitore Heam non si trova più. Avevamo appuntamento, e aveva appuntamento anche con Shelem Elienall, ma non c'è traccia. L'orchetto suo servitore non mi vuole aprire e anche i suoi servitori sembrano preoccupati. Per fortuna incontro Olaf e Guastaldo in un momento drammatico per la città: un attacco del pirata Coin al porto! Olaf farfuglia una storia poco comprensibile dicendo di essere stato catturato dal pirata mentre Guastaldo è in città per i preparativi del suo matrimonio. Ora grazie all'intervento del pendolo Floriana si è definitivamente liberata della succube, devo dire che a me è andata molto meglio! Cerchiamo l'inquisitore in lungo e in largo, ma nessuno sa molto di lui, salvo l'orchetto che dopo la solita rocambolesca invasione di domicilio confessa che si è allontanato su una carrozza del Cigno Nero fuori Eliendall, tranquillizzato dal Guaritore. Me ne stupisco alquanto, così come se ne stupisce Shelem Elienall e mastro Ulfemel, prontamente informati di ciò.
Shelem Elienall ci dà indicazioni su dove trovare un nuovo inqusitiroe che sarebbe arrivato in città. Indubbiamente potrà esserci d'aiuto e quindi andiamo tutti assieme al Mulino dei Suicidi per incontrarlo: ma è una donna, e anche molto giovane. Mi fa subito un'ottima impressione nonostante non abbia una grande esperienza, soprattutto della zona, e non sappia nulla di nulla di Heam. Comunque ci aiuterà nelle ricerche. Per fortuna abbiamo un aggancio al catasto e soprattutto abbiamo con noi Guastaldo, che ora è il Barone di Guttaperca, e velocemente otteniamo l'informazione che una proprietà fuori Eliendall è il podere di Pietramurata a due ore di cavallo dalla città. Mentre ci dividiamo per prendere il nostro equipaggiamento incontro la megera: erano tre anni che non la vedevo, e mi dice che sono ingrassata! Sembra molto turbata per la scomparsa di Heam, mi riferisce di un sogno che ha avuto in cui l'ha visto in fondo a un pozzo con pochi spiragli di luce che fendevano il buio. Subito ha un malore, ma per fortuna intervengo prontamente e la rimetto in sesto senza dover ricorrere a Gea. Quando le dico di Pietramurata mi suggerisce di chiedere a qualcuno del Concilio, ma non saprei bene a chi se non a Mastro Mikon. Conclude dicendo "il tramonto confonde le ombra e cambia i colori". Devo dire che tre anni di eserienza in queste cose mi permettono ora di intuire frasi come queste, mi chiedo se da vecchia diventerò anch'io così. Gli altri comunque decidono di partire subito. Mezzena, l'inquisitrice, non ci è di molto aiuto, se ne sta sempre avanti o indietro e non esplora nemmeno il villaggio fantasma di Pietramurata.
Nel villaggio non c'è nulla di nulla e sta facendo buio. Non è una saggia idea girare per questi posti di notte, comunque ci dirigiamo velocemente verso la torre. Olaf sale e riesce ad entrare in una stanza, ma sentiamo un urlo. Così anch'io salgo da un'altra finestra e isso su il bel Guastaldo, quando sento un pugno che si avventa su di me. Mi risveglio con Guastaldo che gentilmente mi passa dell'acqua sulla faccia: un brutto goblin grassone mi ha fatta svenire e mi ha anche fatto sbattere la testa, che schifoso. Ma Olaf e Guastaldo sono riusciti a liberare un prigioniero: è un uomo del Nord, molto pazzo, che appena vengo lasciata sola si mette ad urlare dalla finestra. Per fortuna tornano Olaf e Guastaldo e lo mettono a tacere, ma all'improvviso gli spuntano i denti e del pelo dalla faccia e mi afferra tentando di strangolarmi! Il prode Guastaldo lo trafigge con la spada e io sono salva, ma il mutaforme si getta dalla finestra e scappa, vano è il nostro inseguimento di notte sotto un diluvio torrenziale. Resto nella torre con il prigioniero mentre Olaf e Guastaldo vanno a cercarlo nel mulino, dato che secondo Olaf un'ombra sarebbe arrivata ad avvisarlo che anche Mezzena è là. Mentre sono da sola che mi asciugo, il prigioniero muore! Che disgrazia, era completamente innocente e noi gli abbiamo fatto fuggire il mutaforme e lo abbiamo ucciso. E tutto per colpa mia che non ho pensato subito a curarlo. Non me lo perdonerò mai, è la prima volta che un uomo muore per colpa mia. Mi sento male come quando è morto Gaidon, per fortuna arriva Olaf a risollevarmi il morale dicendomi di essere stato attaccato da una porta!
Mi portano al mulino, il pavimento è completamente marcio e cede sotto il nostro peso, in particolare di Olaf. Ci sono vari piani sotterranei dove è caduto il mutaforma, ma una scala che scende al buio sotto il diluvio proprio non si trova. Scendiamo calandoci e finalmente la troviamo. Tre piani più sotto la sensazione è di morte totale, non ci sono nemmeno insetti qui! Intravediamo la punta di una piramide e Olaf ci rimane attaccato con la mano, e per poco non muore! Al piano di sotto troviamo Mezzena che ha tracciato col proprio sangue un enorme cerchio magico attorno alla piramide, chissà cosa vuol fare. E' messa molto male, così con qualche difficoltà l'aiuto un pochino: non l'avessi mai fatto, parte con una selva di domande su come ho fatto a guarirla. Per fortuna il tempo stringe e saliamo, ma temo proprio che me lo richiederà di nuovo. Sopra troviamo le guardie del Cigno Nero, con tale signor Pirri che ci stanno cercando. Un orco ci lancia un masso enorme, che solo grazie a Olaf riesco ad evitare. Ci precipitiamo giù e, con l'aiuto della magia di Mezzena, ci nascondiamo assieme al mutaforme dentro la parete. Le guardie ispezionano la piramide, cancellano i segni di Mezzena, e vanno a cercare aiuto. Ci riposiamo un po', dopodiché usciamo e ci socntriamo con le guardie rimanenti. Però mentre Olaf viene colpito accade una cosa stranissima: una bava appiccicosa esplode e invischia lui e la guardia. Per fortuna, perché era messo veramente male e io proprio non ce la faccio più a curarlo. La bava dura però poco, e mentre Guastaldo sta cercando un carro per andare via, scompare, lasciandomi sola ad affrontare la guardia! Svengo e mi ritrovo qualche ora dopo curata e sul carro guidato da Guastaldo, che racconta di essere stato aiutato da un falconiere di Elishen. Sempre più strana questa nottata, ed ormai è giorno quando arriviamo a Eliendall.
Dormiano alla casa del Falco Dorato. Però, proprio una gran bella residenza, ci rifocillano e arriva anche un utile guaritore molto impiccione che ci sana. Mi sento proprio una gran signora qui, quindi quando usciamo con la carrozza nobiliare mi metto il mio vestito migliore con cappello e mantello. Andiamo a fare visita da Artiglio Bianco e alla Gilda dell'Ascia Vittoriosa, ma né Mastro Mikon né Mastro Ulfemel sono presenti. Allora per avere delle informazioni sui mutaforme andiamo a trovare Molbenus, che in questo periodo lavora all'Ostello del Bisognoso. Purtroppo nemmeno lui ne sa molto, ma mi dà l'idea che io possa almeno curargli lo strano stato intontito che ha permanentemente. Ci provo varie volte di sera, ma Sheama non ha nessuna intenzione di fare alcunché: probabilmente si è irritata per le continue richieste, oppure costui proprio non deve essere curato. Peccato, perché potrebbe essere un'ottima fonte di informazioni. Al mattino seguente apprendiamo notizie orribili: una donna e due arcieri hanno attaccato la bottega di Mastro Mikon, la gilda dell'Ascia Vittoriosa e hanno incaendiato l'Ostello del Bisognoso, ferendo molto gravemente Artiglio Bianco e anche Molbenus. Sono preoccupatissima, è chiaramente un avvertimento per noi tre, ma Guastaldo e Olaf non hanno intenzione di seguire il mio consiglio di lasciare la città. Indaghiamo un pochino presso Mastro Milkon, parecchio affaticato, e presso Shelem Elienall, e scopriamo che la donna è una maga della terra e del fuoco, e gli uomini due arcieri infallibili. Non hanno volutamente ucciso nessuno, ma volevano interrogare Molbenus. Racconto anche al Gran Sacerdote quello che è successo a Pietramurata nella torre e della piramide e è etremamente turbato per la fine del grassone, infischiandosene per il resto. Questo comportamento mi sembra molto sospetto, che ci sarà sotto? Ci chiede anche di andare a recuperare il cadavere del grassone! Secondo me la chiave di tutto sta nel licantropo, se riuscissimo a farlo parlare. Ah, Mezzena è tornata a Eliendall, è andata al Tempio di Mitra, e al solito non ci ha detto nulla di nulla, non è nemmeno venuta a salutarci!
Decidiamo di andare a parlare con Molbenus, ma né lui né Artiglio Bianco ci sono di molto aiuto. Anzi, sembra proprio che all'ostello ci sia nei nostri confronti una specie di ostracismo. Stesso atteggiamento ha Mezzena, che troviamo allegra e felice a casa dell'inquisitore in attesa dei misteriosi arcieri che le si sono presentati come i parenti di Heam. Non ci crediamo molto, anche se forniscono prove.
Il giorno dopo abbandoniamo Guastaldo, troppo preso con i preparativi del suo matrimonio, e portiamo il mutaforme al tempio di Mitra. Io e Olaf giriamo un po' senza meta per Eliendall, finché non troviamo Mezzena che mi dice che si recherà dagli elfi. Io le presto la mia spilla elfica, per farsi identificare come amica, sperando vivamente che me la restituisca e lei ci presta il carretto di Heam con il suo cavallo più bello, chissà perché Heam si ostina ad usare invece sempre quello vecchio. Incontriamo i rinforzi mandatitici da Mastro Mikon: sembra Artiglio Bianco da vecchio, un tipo strano che fuma sempre la pipa. Su insistenza di Olaf andiamo col carretto a Pietramurata per recuperare il cadavere del grassone, anche se ormai dubito che troveremo qualcosa. Mentre siamo là che attendiamo la notte nascosti in un fossato sotto un sole impietoso, passa una carrozza nera di un importante personaggio, speriamo che non ci abbia visti. In ogni caso, quel grassone di Olaf riesce a farsi vedere mentre cerchiamo di avvicinarci alla torre, e io mi prendo due frustate in faccia mentre cerco di avvisarlo. Inutile dire che dopo avermi insultata perché non riusciva a farsi curare, se n'è andato. Per fortuna mi ha raggiunta Paramecius, che mi fa bere una pozione. Sapevo che Mastro Mikon gli aveva dato dietro qualcosa di buono!
Recuperiamo Olaf e andiamo a fare visita alla torre. Secondo me è un suicidio, ma Olaf insiste e contraddirlo lo rende sempre più irritabile. Subito il vetturino col suo frustino ci assale, Olaf ci mette parecchio a buttarlo giù con vigorosi colpi d'ascia al collo. E in effetti il perché è facile a dirsi: è fatto di legno! Mi metto la testa nello zaino e andiamo davanti all'ingresso ad esaminare l'interno della carrozza nera: non ci sono sedili, bensì una bara! Grossa, nera, imbottita e decorata. Metto il naso fuori dalla carrozza e scorgo 4 cavalieri arrivare velocemente. Olaf e Paramecius si tuffano dentro, io non ci sto e mi butto dietro al muretto fino a dietro la torre. Ma siamo stati troppo imprudenti: dietro la torre mi aspettano altri cavalieri che mi colpiscono a tradimento e mi catturano. Vengo portata dentro la torre e svegliata da due elfi! Non credo ai miei occhi, sono veramente elfi, ma non mi sembrano dai modi carini e gentili come Lord Selendill! Arriva il loro padrone e sbalordita scopro che è proprio Lord Grummel del Cigno Nero, che va su tutte le furie prima quando gli dicono che gli abbiamo rotto il burattino e poi quando gli dico che siamo qui per cercare l'Inquisitore Heam. Mi urla una frase che non dimenticherò mai: "Sparisce l'Inquisitore Heam e andiamo a cercarlo dal vampiro". Dunque lui è un vampiro, oppure lo dice solo per farmi paura? Mi sembra di essere più in una farsa che in una galera, ma ecco che la dura realtà mi piomba subito addosso. Vengo impiccata all'arco d''ingresso della torre, spogliata e picchiata, finché le mie urla attirano Olaf che arriva a salvarmi armato d'ascia. Ma cosa potrà fare lui, barcollante su una gamba, contro due elfi? Ma non posso crederci, per costringerlo ad avvicinarsi gli elfi mi tagliano tre dita della mano mentre si riparano dietro il mio corpo nudo. Anche gli uccelli della notte arrivano in mio soccorso, mentre scateno sugli elfi tutte le maledizioni che mi ha insegnato Zia Gardenia. Svengo.
Al Ricovero del Bisognoso Molbenus sta riattaccandomi le dita. Non pensavo fosse possibile, forse è vero che è più potente di me. A dire la verità non pensavo che me le avessero tagliate veramente, né tantomeno pensavo che Olaf le avesse amorevolmente raccolte. Quel nano burbero ha il cuore di un Leviatano, anche se, pur di non mostrarlo, quando viene a trovarmi mi dice che gli devo 1000 monete. Sarà la cifra per un salvataggio? Devo ricordarmi di ringraziare anche Molbenus.
Purtroppo le dita non si riattaccano. Giro in lungo e in largo, ma solo al tempio di Mitra possono fare qualcosa. Sono costretta a fare un mese di preghiere e riti per farmele riattaccare, e chissà in che modo! Dovrò abbandonare i miei compagni per un po', Olaf si caccerà sicuramente in qualche guaio. Approfitto di questo periodo per ringraziare colei che mi ha protetta anche nei momenti più buii: apro un piccolo tempio dedicato a Sheana, Gheah, la ristoratrice. Trovo subito un grande seguito, forse grazie al fatto che la voce delle guarigioni miracolose si è sparsa, e addirittura un vecchietto fedelissimo, Ianus, diventa il custode del tempietto. C'è una statua della dea a grandezza umana e un albero fatto venire apposta da Lloidevall che cresce bucando il tetto. Sul retro una stanzetta per me.
Sono tornati Olaf e Paramecius da Jaslin. Miracolosamente hanno compiuto la missione che il sommo sacerdote ha affidato loro, ma che storia rocambolesca. Hanno fatto tanti di quelli incantesimi assurdi, che onestamente comincio a non credere più a Olaf. E Sir Elvariss è morto in circostanze misteriose, che sia stato Olaf? Comunque Shelem Elienall si beve tutto quello che Olaf racconta e pur di avere il corpo del grassone ci dà pure una benedizione globale dopo oltre un'ora di messa! Olaf confessa che la mia foglia elfica, consegnata a Mezzena, è finta nelle sue mani e l'ha scambiata, con l'aiuto di Sir Elvariss, con gli elfi selvaggi in cambio non ho capito bene di cosa, ma penso di niente. Il racconto è assai confuso, mi pare che Olaf voglia nascondermi delle cose. Comunque questa me la segno: Mezzena e Olaf mi devono una spilla elfica, altro che 1000 monete!
Ma non dimentichiamoci del Signor Pirri, che andiamo prontamente a interrogare di nuovo. Stavolta ci pensa Stier ed è quasi più efficiente di Zap. Ci riferisce che il licantropo nasconde un artifatto e che il grassone è il figlio di Mastro Mikon! La notizia mi sconvolge: adesso ho capito perché li ha riempiti di pozioni per recuperare il cadavere, quando di solito le fa pagare un occhio. Poveraccio, e io che gliel'ho lasciato morire... quando lo saprà... Non faccio in tempo a riflettere che scoppia l'ennesima rissa tra Olaf e Stier, che ha pure la meglio! Olaf con quella linguaccia però si è lasciato sfuggire il nome dell'orchetto, e ora dovranno uccidere Pirri. Ben gli sta, i suoi scagnozzi mi hanno fatto tagliare tre dita!
Purtroppo con Olaf sono tornati i guai: arrivano i due elfi che mi hanno tagliato le dita, davanti al mio tempio, e dopo aver picchiato Ianus ci minacciano che vogliono l'artifatto entro la sera. Sono terrorizzata, me li sogno tutte le notti! Pensavo di essere al sicuro in città e invece sono venuti fin davanti alla mia stanza. Come avranno fatto a trovarmi? Ma le sorprese non sono finite: arriva anche un pirata, che oltre a minacciare Olaf e chiamarmi "strega" si permette di orinare sull'albero di Lloidevall. Per fortuna Sheana veglia e penso che per un po' non orinerà più!
Torniamo al tempio di Mitra e mentre attendiamo il Sommo Sacerdote per parlagli interroghiamo il licantropo. Scopriamo che ha ucciso una donna kaideita in passato, ma al solito si trasforma e pensa che la donna sia io e tenta di strangolarmi! Olaf interviene, e nel parapiglia arrivano le guardie del tempio. Il Sommo Sacerdote non è per nulla contento della confusione che abbiamo fatto e del disturbo alla guarigione del licantropo e caccia Olaf definitivamente dal tempio. Quanto a me, riesce a farmi sentire molto in colpa e ne ne vado mesta, mentre mi fa capire che per gli elfi sono me la devo vedere da sola.
Davvero non sappiamo che pesci pigliare. Abbiamo alle calcagna gli elfi tagliatori di dita e pure i pirati di Coin. Ah, finalmente Olaf si degna di confessare che dalla prigione era stato fatto uscire da Morghenstain in persona e che si spacciava per Lungachioma, il secondo del pirata Coin. Ma bene, belle alleanze. Gliel'ho detto di stare lontano dai guai, ma senza il mio controllo è peggio di un bambino. E quando sembriamo vagare nell'incertezza riceviamo un aiuto da parte di chi non ce lo saremmo mai aspettato: l'omino dal buffo cappello! Stavolta dà un consiglio molto saggio: smetterla di giocare ai quattro cantoni e scegliere definitivamente una fazione. Decidiamo per l'unica con cui ancora non siamo invischiati: Mastro Mikon e la Coorte della Fenice. Forse riuscirò a recuperare la spilla elfica?
Incredibilmente troviamo Mastro Mikon prima che vada a parlare con il Sommo Sacerdote e gli diciamo tutto. Ci fissa un appuntamento a sera, dove ci porta nella sua torre segreta. Stupenda, qui sì che sarei al sicuro. Vengo a sapere un mucchio di particolari sul licantropo, a partire dal fatto che era una spia dell'Impero del Dragone. Ma le cose più incredibili le vengo a sapere da Olaf, che oltre a dismotrare una strana conoscenza degli artifatti in circolazione, confessa nefandezze di ogni genere che mi vergono a riportare. Ora capisco perché abbiamo alle costole gli elfi sicari di Morghenstain e tutta la ciurma di nani, e soprattutto capisco perché ci trovano sistematicamente. E quel cretino è pure restio a confessare tutto a Mastro Mikon. Il Mastro oggi è in giornata di grazia e si limita a fargli una ramanzina, quando io lo avrei lanciato giù dalla torre! Non riesco a capire se è solo un ingenuone che si ficca in un mare di guai, o se lo fa apposta. Almeno poteva evitare di raccontarmi un mucchio di bugie... non devo fidarmi così tanto della gente, ricomincerò ad analizzarla a fondo come facevo una volta.
Il mastro ci incarica di andare al tempio su un tappeto volante e, tramite una pozione, parlare con lo spirito del licantropo. In cambio della sua protezione accetto volentierissimo, anche se devo tener d'occhio Olaf perché è inciuciato con i peggiori soggetti della città e sono sicura che sta nascondendo qualcosa. Nel frattempo due arcieri infallibili di Lloidevall ci spiano da un tetto, ma il Mastro dice che non sono suoi amici.
Che divertente guidare il tappeto personale di Mastro Mikon. Ci metto un po' a prendere confidenza, ma è comodissimo. Olaf trema dalla paura, ma non ha il coraggio di dirlo. Arriviamo in un battibaleno al tempio e con il soffio di gelo apriamo la finestra senza problemi. Altra cosa comoda questo soffio, mi tornerà ancora utile in futuro, ne sono sicura. Tutto sommato pensavo che fosse molto più difficile entrare qui, secondo me Shelem Elienall sa tutto e ci ha fatti entrare apposta e adesso sta origliando dietro il muro. Poco male, tanto io non dico nulla a Olaf onde evitare che mi lanci giù dal tappeto e scappi con le informazioni. Ce ne torniamo tutti tranquilli alla torre di Mastro Mikon quando no, gli elfi! Di nuovo Sven e Grebre, sono terrorizzata! Scappo, ma il tappeto non funziona più, uno dei due lo sta controllando. Piuttosto che dare a loro le informazioni e finire nelle loro mani mi butto di sotto! Ma all'improvviso due frecce, e poi altre due... sono gli elfi selvaggi che vedevamo prima e mi hanno riconosciuta. Anche senza foglia sono sempre loro amica, che sollievo. Scappo ringraziandoli e con massima cautela andiamo al Nano Storto a passare la notte: con il giro che ho fatto voglio vedere se ci trovano.
Ahimè, non hanno trovato noi ma hanno trovato il tempio di Sheana, e menomale che non ci siamo andati come suggeriva Olaf! Hanno bruciato tutto e quando entriamo, con il massimo della prudenza, vediamo anche un cadavere che sembra quello di Ianus, poveraccio. Ma il cadavere salta su all'improvviso e non è Ianus resuscitato ma uno scherzetto di Morghenstain: di nuovo il suo vetturino. Vediamo stavolta come se la cava: gli soffio due volte il gelo addosso e alla seconda è paralizzato. Ma quel maledetto stavolta ha messo una magia in più: lancia dardi dappertutto e mi colpisce gravemente. Svengo, per fortuna.
Olaf, che quando si tratta di salvarmi sa farlo molto bene devo ammettere, mi ha portato in un'ospedale dove ha denunciato anche l'incendio e l'aggressione. Rinvengo e Sheana miracolosamente mi cura completamente. La mia fede si è rinnovata e contestualmente Sheana interviene sempre in mia difesa, sono contenta. Andiamo a restituire il tappeto a Mastro Mikon ma al solito non c'è. E' molto più indaffarato nell'ultimo anno purtroppo. Ma c'è Zap e Olaf ha la bella pensata di raccontargli tutto tutto tutto, senza nemmeno bisogno di farsi leggere nelle mente! Nei rapporti con gli altri spesso si comporta da vero idiota. Per ringraziarci, Zap ci addormenta e non oso pensare cosa ci abbia fatto.
Ci svegliamo nella prigione del Grifone che è già sera. Sono contentissima, siamo al sicuro da Sven e Grebre! Purtroppo Olaf non ne vuol sapere di stare qui fino a domattina e al solito mi tocca darmi da fare. Arriva il sergente del Grifone, un gran bell'uomo, più di Guastaldo, che mi invita fuori. Sicuramente sarà una compagnia migliore di quella di Olaf, e che galante. Anche a lui piaccio, glielo vedo dagli occhi. Si chiama Brestrario e mi racconta che è anche nobile, viene dalla Famiglia del Cervo Argentato, non l'ho mai sentita ma già mi piace. Stiamo assieme purtroppo solo un'oretta, ma secondo me è successo qualcosa di importante. Voglio assolutamente reincontrarlo, e spero di non morire proprio stanotte. Ha anche promesso di proteggermi da Olaf e dagli incendiari!
Olaf se ne va agli Scudi Bianchi e io vado da Mastro Mikon. Lungo la strada trovo gli elfi selvaggi: come sono contenta, mi restituiscono al spilla, Lady Isaniel ha chiesto informazioni di me. Riferisco loro che la colpa è dell'idiota di Olaf ma chiedo loro di non ucciderlo, per ora. Mi riempiono di doni, devo proprio andare a trovarli appena qui sarà tutto finito. Magari con Brestrario. Mi proteggeranno anche per altri due giorni, ottimo. Vediamo se Olaf riesce a farmi cacciare ancora nei guai.
Mastro Mikon al solito non c'è ma riesco a parlargli via conchiglia. E' ovviamente adirato per Zap, ma dice di andare lo stesso noi a cercare l'artifatto. Mi da una pozione per poteggermi dagli attacchi mentali, e sto pensando che forse è meglio darla a Olaf: con la sua mente semplice chissà cosa farà. Anche se ho sempre più il sospetto che questa spifferata sia il pagamento per il lavoro di Zap e magari lui non è stato nemmeno addormentato. All'uscita, ancora un incontro! Mezzena, travestita da vecchietta, che evoca l'illusione molto credibile di un guerriero e minaccia di torturarmi se non le rivelo tutto. Fingo di stare al suo gioco, ci aiuterà a recuperare l'artefatto e poi vedrò come liberarmi di lei e difendermi da Olaf, magari mettendoli uno contro l'altro! Intanto pure lei mi rivela che l'artifatto si chiama Pietra di Luna.
Che nottata turbolenta. Mezzena mi convince a seguirla nel suo piano idiota: fingermi incinta di Crio per farlo scendere. Funziona, e riusciamo anche a rapirlo grazie alle illusioni di Mezzena, peccato che mi abbia ben visto in faccia e che lo portiamo proprio al mio tempio. L'interrogatorio rivela che ha dato l'artefatto, ben 5 anni fa, proprio a Stier. Io ammazzerò l'inquisitore, il suo orchetto-topo e Mezzena se scopro che è sempre stato a casa sua! Olaf, al solito impegnato a chiacchierare, si fa scappare Crio che ora sa pure la strada per ritornare al mio tempio. Ottimo! Per fortuna c'è Brestrario che mi fornisce un facile e piacevole alibi, mentre lascio Mezzena e Olaf interrogare Stier. Al mattino per fortuna il giudice Verelio mi scagiona: proprio non mi capacito di come ho mantenuto il sangue freddo mentre gli raccontavo quella menzogna.
Ma le sorprese non sono finite qui: mentre tutti riposano a casa di Heam in attesa che arrivi, vado da Zap che si crede di riuscire a controllarmi la mente! Per fortuna l'antidoto di Mastro Mikon funziona bene e così scopro che Olaf è ai suoi ordini, e a quanto pare pure volontariamente. Ma che bell'amico, è diventato un triplo-giochista! Sono tentata dal trucidare Zap con il mio nuovo pugnale elfico, potrebbe essere un giusto inizio per una tale arma, ma mi diverto di più a continuare sulla strada delle menzogne e dirgli che l'artefatto è finito nelle mani del tempio di Mitra. Potevo inventarmi qualcosa di più creativo, come che era finito a Millivan o nelle mani di Morghenstain, ma non sono brava a raccontarle. Infatti quando mi ordina di uccidere Olaf quasi non mi faccio scoprire! Peccato solo che non sia riuscita a parlare con Mastro Mikon. Torno a casa di Heam e ricopro Olaf di insulti, oltre a fargli ri-raccontare tutta la storia del pirata Lungachioma che mi convince sempre di meno.
Penso proprio che per recuperare l'artefatto dovrò agire da sola contro Mezzena e Olaf. Intanto per sicurezza, e per piacere, passo la notte da Brestrario!
Nottata turbolenta e giornata noiosa, ma densa di tensione. Al mattino rivedo subito Paramecius, che in maniera confusa mi racconta che col Guaritore e Mago Grigio è andato a recuperare Heam, prigioniero degli elfi selvaggi di Lloidevall. Alla faccia della delegazione! Io e Olaf contraccambiamo raccontandogli in modo ancora più confuso gli eventi degli ultimi giorni. Finalmente Stier ci fa incontrare Heam che non si ricorda quasi più nulla. Sembra ricordarsi a mala pena di noi, spero per lui che si sia dimenticato tutta la storia di Joriol e Mastro Eyork... Anche a lui raccontiamo cose in modo assai confuso, tanto per chiarirgli le idee sulla situazione di Eliendall. E cosa sentono le mie orecchie: Olaf, oltre ad ammettere che è veramente il pirata Lungachioma, ora diventa quadruplo-giochista e promette l'artifatto anche a Heam. Lo guardo in modo feroce, ma non capisce nulla. Heam riferisce che l'artefatto ce l'ha la Megera che l'ha nascosto in un posto che solo lei sa e insiste per andarci di notte, non capisco perché le cose si fanno sempre o di fretta o con troppa calma. Già speravo di andare da Brestario questa notte.
Tutto il giorno prigioniera dentro casa di Heam, medito a lungo se scappare e tentare di prendere l'artefatto da sola prima di tutti o se andare con gli altri. Ad un certo punto Mezzena convoca una noiosissima e densa di tensione riunione plenaria a cui presenzia anche Erice, la nipote di Heam. Riesco con un ottimo giro di parole a non promettere a Heam di consegnare a lui l'artefatto, proprio un lavoro di fino, quando quell'idiota di Olaf mi fa saltare tutto il piano andando a raccontare di Mastro Mikon! Proprio un deficiente, gli tiro una maledizione col pensiero, ed ecco che ha effetto! Proprio questa doveva funzionare? Gli viene un accidenti, e tutti capiscono che sono stata io. Quell'invasata di Mezzena vuole addirittura uccidermi, penso che dopo essermi liberata di Olaf mi libererò per sempre anche di lei. Faccio andare immediatamente il discorso sul fatto che Olaf è controllato da Zap, ma fa poca presa, Heam è proprio uno che si fida di tutto e tutti. E mi dispiace molto. Ma quando ero in difficoltà non è stato certo il Frassino ad aiutarmi, anzi la sua aiutante mi ha pure perso la foglia!
Riprendiamo la riunione dopo il piccolo incidente a Olaf e riprende la lagna che lui mi ha salvato la vita tante volte. Sì, ma solo dopo avermi messo nei guai con i suoi giochi loschi! Insisto ancora che di Olaf ci si deve fidare poco, ma ormai sembra che si fidino di me meno che di lui. Ad un certo punto si sveglia Paramecius e scopre che Mastro Mikon non è proprio dalla stessa parte di Heam, lo terrò d'occhio per capire al momento opportuno che strada sceglierà. Inutile segnalare inoltre che a Heam non ha fatto per nulla piacere la visita di Zap in casa sua né il nostro incontro con il simpatico Mendicante Folle. Quando è ora di partire arriva proprio Mastro Mikon, e ora stiamo a vedere chi è da che parte. Mezzena e Erice diniegano il suo aiuto, io e a sorpresa Olaf, che tenterà probabilmente il quintuplo-gioco, accettiamo e Paramecius nicchia. Strane nuove posizioni. Comunque sono d pattuglia verso la casa della Megera assieme a Artiglio Bianco, meno male perché se Heam mi metteva con Olaf o Mezzena li facevo fuori. A parte un tentativo di rapina in cui quel prodigo di Artiglio Bianco ha regalato un sacchetto di monete, arriviamo in fretta dalla Megera.
Ma un gran trambusto ci attira verso il Ponte dei Sospiri. Un'intera formazione a cuneo, come non ne vedevo dalla battaglia di Torre Rossa, formata interamente da Scudi Bianchi avanza lungo il ponte, con i tre pazzi, Heam, Mezzena e Erice, che cercano di fermarli. Come se non bastasse, esplode il parapetto del fiume e attraccano barche stracariche di pirati! Gli amici di Olaf! Dietro agli Scudi Bianchi si fa largo un altro amico di Olaf, Morghenstain in persona! E, quel che è peggio, ha con sè i suoi 6 elfi. Io me la batto prontamente mettendomi al riparo dietro una casa, forse non mi hanno vista. Abbiamo anche l'ordine di Heam che dal ponte ci urla qualcosa del tipo "Fuggite...", ma le teste dure di Olaf e Paramecius non vengono. Anzi, il nano spera di morire nella battaglia da eroe piuttosto che assassinato da uno dei suoi tanti committenti. E penso che non sarebbe giusto... che morisse da eroe intendo! Da sopra vedo per fortuna arrivare delle frecce che mi sembrano familiari: sono i miei protettori elfi, spero che non vengano feriti nella battaglia. E dall'altra parte altre frecce dei falconieri, devono essere i nipoti di Heam. Mentre mi sto guardando in giro per vedere dove sia anche Zap, che manca tra i capi presenti di Olaf, ecco che vedo un essere che ho già visto in precedenza combattere testa a testa addirittura con Showinder Wantaars: Nortrop Frie, che lancia strali contro Morghenstain. Ma ci pensa Heam con la sua tecnica abituale: appare una enorme luce dall'alto e illumina tutto come se fosse giorno. Morghenstain, e per fortuna anche i 6 elfi, fuggono terrorizzati, ma Nortrop Frie non sembra molto toccato. Penso che sia stata un'ottima idea quella di andare dalla Megera di notte, con tutti i nemici a pieni poteri. Comincio a pensare che anche Heam stia cercando di immolarsi, spero che lo faccia assieme a Mezzena. Mentre vedo in lontananza arrivare anche i nani con Mastro Ulfemel retto su uno scudo che, probabilmente ubriaco, ordina di attaccare e le Guardie del Grifone che da dietro al ponte incalzano gli Scudi Bianchi, e prego che tra loro non ci sia Brestrario, corro dalla Megera a chiederle se ha già pronto il rituale per recuperare la Pietra di Luna. Poco prima della sua porta vengo aggredita da tre molossi che mi buttano per terra. E stavolta Olaf mi salva veramente, senza vermi cacciato lui in questo guaio. A meno che i 20 cani che ora attendono davanti alla casa non siano opera di qualcuno dei suoi nuovi amici, magari qualcuno di cui non abbiamo ancora saputo! Per fortuna Stier è con noi e riusciamo a camminare sui muri utilizzando un suo potente incantesimo. Quell'orchetto è meglio di quello che sembra, molto meglio; un po' testardo, ma decisamente più affidabile del nano.
Entriamo e il clima cambia completamente. Si sentono solo in lontananza rumori da battaglia, ma la Megera è tranquillissima e ci offre tè e pasticcini. Il rituale è pronto e somiglia a uno di quelli che avevo visto nei boschi vicino a Torre Arcana. I miei compagni sono stupiti, probabilmente loro non ne hanno mai visto uno. Spero che non commettano stupidaggini, gli spiriti sono sempre saggi ma molto suscettibili. La Magera, grande veggente, attiva senza difficoltà il circolo ed ecco che tutto cambia di nuovo e vediamo avvicinarsi il nostro spirito guida che è Adamo! Non sa di essere morto, poveraccio. In questo mondo la città di Eliendall è molto simile per certi versi, ma più antica in altre zone. Ovunque ci sono scene di morte che si ripetono ad oltranza, anche se bloccando i protagonisti smettono di fare la scena e parlano normalmente. Olaf lo vedo un po' trasparente, sapevo che era meglio mangiare i biscotti della Megera! Adamo non è cambiato proprio per nulla rispetto al solito, non si fa capire e non sa quasi nulla. Ci mettiamo due ore a riuscire a carpirgli che la persona che ha l'artefatto è Joriol, era ovvio, una persona di cui Heam si fida e che fosse morta! Quel genio di Adamo ci fa passare proprio per il Ponte dei Sospiri dove vediamo in diretta tutte le morti del combattimento. Sto scrutando se vedo qualche guardia del Grifone, o auspicabilmente Mezzena, quando sento Paramecius urlare "a terra" e vedo dei lampi che mi colpiscono. E' Nortrop Frie che riesce a vederci anche nel mondo degli spiriti! Per fortuna dal mondo reale qualcuno, probabilmente Heam, lo colpisce e lo distrae, dandoci il tempo di scappare. Non è facile muoversi in questo mondo, Adamo ogni volta che non viene tenuto costantemente d'occhio si distrae e sparisce, per tornare nel vicolo dove è stato ammazzato e ripetere la scena della sua morte all'infinito. Ora mi è chiaro cosa sia successo tre anni fa: Cromos, il cugino di Olaf, l'ha ucciso con un colpo di ascia alla testa! Si sente pure la sua voce che lo sbeffeggia nel momento della morte. Buon sangue non mente, vedo. Cercherò di non fare la fine di Adamo, meno male che sento che il mio pugnale elfico ha grande potere qui mentre Olaf, che ha sdegnosamente rifiutato la cura di Gheah, è stato punito dalla dea con un secondo infarto e ora giace su un carretto moribondo. Ovviamente dà la colpa a me, come al solito. Assieme al nano, che di tanto in tanto si rivela utile, riusciamo a ricordare esattamente dove era la casa in cui Joriol è morto e grazie ad una geniale intuizione di Paramecius ci facciamo portare dentro da Adamo, l'unico che riesce a ricostruire la casa come era all'epoca dei fatti. Sotto rivediamo tutta la scena: Joriol che impaletta Mastro Eyork, Morghenstain che lo sbeffeggia con la frase della profezia, e gli spiriti che aggrediscono Joriol mangiandolo. La interrompiamo e dopo aver convinto Joriol che ci manda Heam ci facciamo dire che l'artefatto è al teatro antico. Qui mi ricordo bene è morto Shelvinn, e l'omicidio è rimasto un mistero. Sarebbe molto interessante rivederlo per cercare di capire chi sia stato, ma meglio non allontanarsi da Joriol, che ha la stessa tendenza di Adamo a dissolversi se distratto, e soprattutto Stier, che è l'unico che può riportarci indietro! E soprattutto l'artefatto è vicino e vedo tutti molto nervosi. Joriol e l'addetto al Teatro Antico, morto sotto gli scaffali, recuperano la sfera di metallo e ce la porgono. Il momento è cruciale, chi la prende? In questo mondo la può prendere solo Stier, abbiamo bisogno di lui, ma tutti ci guardiamo con diffidenza. Che clima teso, quando siamo a casa della Megera pronti a ritornare nel mondo reale tutti beviamo una pozione! Io bevo quella della potenza totale, e difatti mi sento molto più agile e più forte, chissà quali mostruose boccette stanno bevendo tutti gli altri.
Riappariamo al tavolo della Megera, ma passa all'improvviso uno spirito fuggito dal suo mondo: è proprio Adamo. E' il giusto compenso che ha ricevuto per il suo servizio, ora potrà fare giustizia del suo assassino. La Megera che riceve subito la preziosa palla da Stier e la porta in cucina. Come un gruppo di pecore la seguiamo immediatamente, ma Stier e Olaf restano indietro. Qui sospetto un trucco, magari stanno scappando con il vero artefatto e Olaf si è venduto anche a Stier. No, Stier ne ha approfittato per chiudere Olaf fuori dalla casa in balia dei cani. Apro la porta per farlo entrare e vedo una scena surreale: un trasparente Olaf che combatte contro i cani e gran parte dei colpi della sua ascia attraversano i cani, come succede d'altronde con i morsi dei cani. Sembra divertito della situazione e quindi lo lascio là tranquillo. Pessima scelta, ovviamente non stava giocando ma cercando il punto migliore per tenderci un'imboscata letale. Torno dentro e la situazione, nonostante il tè della Megera, è ancora più tesa. C'è un battibecco su chi deve prendere l'artefatto tra Artiglio Bianco, Paramecius e Stier. Alla fine si accordano per darlo a me, proprio io che non mi sono intromessa perché non mi ritenevo degna! Avanzo con titubanza e con un fazzoletto che mi copre le mani, ma la sfera al contatto come me si apre come se stesse sbucciandosi e appare una bellissima pietra grossa a forma di pendaglio, bianca e luminescente. Che emozione, la Megera dice che sono la portatrice! E adesso cosa faccio? Non riesco a darla a nessun altro. Mi faccio coraggio, prendo la pietra nella mano sinistra, il pugnale elfico nella destra e partiamo. Stier tiene a bada i cani e noi corriamo via. Ma ecco Olaf che sbuca dall'ombra e falcia Artiglio Bianco. Gli ha staccato una gamba quel bastardo, devo fagliela pagare. Tira l'ascia e manca Paramecius, accorso per proteggerci. Non sa che errore ha fatto, gli sono addosso e lo trafiggo con il pugnale elfico, che muoia quel traditore. Ma non cade, tenta di colpirmi e schivo e, con Paramecius che mi copre la fuga, scappo con la Pietra di Luna in mano. Voglio vedere se ferito riuscirà a inseguirmi.
Sto per lanciarmi verso il Ponte di Ferro quando vedo Mezzena scagliata da enorme distanza atterrare in fin di vita. Impietosita mi precipito verso di lei, ma quella stolta ancora mi afferra e mi dà ordini. Sono indecisa se ucciderla, ma penso che non ce ne sarebbe bisogno. In fondo combatte per una giusta causa, chiedo a Sheana di curarla quanto basta per tenerla in vita. Vedo in fondo alla strada Heam che sta combattendo da solo contro Nortrop Frie: il solito pazzo! Devo assolutamente aiutarlo, ma ho paura del bale. Gli corro incontro urlando che ho l'artefatto e lui mi dice di usarlo. Sì, ma come? Lo alzo in direzione di Nortrop Frie nella vana speranza che fugga, ma ovviamente non lo fa: non è fuggito neppure di fronte a Showinder Wantaars! Però non mi vede, e l'artefatto mi indica un punto dove colpire nella corazza di Nortrop Frie che si è trasformato in scorpione e sta tagliando la testa a Heam. Mi avvicino di soppiatto e lo colpisco con tutta la mia forza e riesco a farlo indietreggiare e mollare Heam. Nortrop Frie mi guarda sbigottito, nessuno lo aveva colpito durante la battaglia. Ma ora mi vede, meglio indietreggiare un pochino. Con un suo braccio estensibile cerca di afferrarmi ma io lo scanso e per poco non glielo taglio. Veramente efficace questo pugnale elfico, poveri i miei messaggeri che sono distesi tra i cadaveri della battaglia. Ma Nortrop Frie ancora non è vinto: con due chele enormi mi cattura alle gambe e io ne approfitto per pugnalarlo in bocca. Un altro colpo andato a segno. Ma la sua enorme coda sta per pungermi e io sollevo l'artefatto per proteggermi. Ed ecco che di fronte a me appare l'Uomo dal Buffo Cappello che si immola per salvarmi la vita. E' un vecchio, ci è stato veramente di enorme aiuto. Il Cappello però vola, portato via dal vento. Per un attimo penso che non sentirò più quegli strani campanellini. Ma la Pietra di Luna ora mi mostra tutto per quello che è: lo scoprione torna ad essere Nortrop Frie e il cappello diventa un grande occhio. Ecco dove stava tutta la magia del Mendicante Folle. Ma ancora più stupefacente quando il Cappello si deposita su un ferito, il quale si alza e se ne va, identico al portatore precedente. Con la Pietra di Luna scaccio Nortrop Frie e mi precipito a curare prima Heam e poi uno degli elfi selvaggi sopravvissuto.
Ma Heam mi fa un incantesimo e mi dice di curare tutti quanti. Come posso fare da sola? Mi metto a pregare con il mio nuovo strano compagno orchetto e dopo poco tempo Sheana mi risponde. Ma assume la forma di un essere enorme, bianco anzi no d'argento, di colore simile alla pietra che ora pulsa in sincronia con la luna. L'essere mi dice "esaudirò il tuo desiderio, ma d'ora innanzi sarai mia". La voce è identica a quella che ho già sentito mormorare nella caverna di Mago Grigio, ci potrei giurare!
Tutti si rialzano e mi guardano, l'unica in piedi e con l'artefatto in mano. Prendo l'orchetto e Heam e corriamo verso casa sua. Da Heam, con l'aiuto del validissimo Stier e di una pozione della verità che Artiglio Bianco ha sapientemente mescolato alla ministra, scopriamo l'incredibile: l'orchetto che si fa chiamare Perrik non è altro che l'omnipresente Olaf, in uno dei suoi più riusciti travestimenti, che ha ovviamente cambiato padrone. Ora racconta che il suo nuovo padrone è l'Uomo dal Buffo Cappello, certo che ne ha di fantasia quel nano. Secondo me l'ha visto che andava via dalla battaglia, ha raccattato un berretto di un mago che combatteva e questo gli ha dato sia il potere di tramutarsi che allo stesso tempo una forma di controllo mentale sulla sua piccola testa. L'importante comunque è che lui sia ben ben convinto che deve proteggermi e che il Mendicante Folle lo ucciderà se non ci riesce e che rimanga così convinto anche quando vedremo Sven e Grebre. E se il buffo berretto fosse opera di Zap? Penso che prima o poi gli darò da bere la pozione anti controllo mentale assieme a una della verità per sapere se è controllato dal goblin o meno. La mattinata comunque è stata una grande pena per me: ho dovuto prendere la decisione più importante della mia vita, cosa fare con l'artefatto. Le guardie del Grifone hanno circondato la casa di Heam, ma avevo comunque una via di fuga nascosta. Andare dagli elfi di Lloidevall, che mi hanno sempre protetta, ma mettere nei guai Heam che mi sta proteggendo? Oppure seguire il consiglio di Heam e restare a Eliendall, affrontando il Consiglio Cittadino che si sta riunendo a Torre Incantata dove ci sono tutti quei maghi che bramano di mettere le mani sulla Pietra di Luna? Mi ricordo delle mie titubanze a Torre Arcana, quando ho deciso di scappare da quella vita e venire a Eliendall. Ma ora sono più grande e ne ho passate veramente tante, ora affronterò la città e lotterò per usare l'artefatto secondo quanto ho promesso al drago!
Sotto protezione di un'incantesimo fatto da quell'antipatica di Mezzena, vado di corsa dalla Megera per chiderle l'interpretazione di una visione che mi ha mandato l'artefatto. Lei mi spiega un mucchio di cose interessanti, innanzitutto che la Pietra è in grado di darmi la conoscenza ma non i consigli. Ottimo, la conoscenza è la chiave di tutto, è veramente potente questo artefatto. Ora capisco perché tutti impazziscono per averne uno, e capisco il pericolo a cui sto andando incontro. Ma sono fiduciosa e le parole della Megera mi rincuorano: quando imparerò ad usare l'artefatto nessuno oserà più alzare mano contro di me. La Megera mi dà anche un taqquino con dei preziosi appunti di meditazione, ma appare imporvvisamente scontrosa, quasi tenti di non più avere nulla a che fare con me e l'artefatto. La ringrazio tantissimo, e mi affretto a fare uscire Olaf prima che combini danni.
Andiamo senza indugio a Torre Incantata, sono pronta per affrontare il Consiglio Cittadino. Appena in piazza le guardie finalmente mi riconoscono e un pretoriano mi scorta davanti al Consiglio. Guardo se vedo Brestario, ma non mi sembra proprio. Entro finalmente a Torre Incantata, non c'ero mai stata anche se avevo atteso davanti alla porta molte volte Elias e Pierre Seoman. E' tutto pronto nella grande sala al piano terra: tre tribune, una piena di nobili, vedo anche l'ambasciatore del Leone con tanto di stendardo, ma non è Slash, un'altra piena di Mastri di Gilde, scorgo Mastro Ulfemel che chiacchiera con Mastro Cereo, e Mastro Mikon che chiama subito Artiglio Bianco accanto a lui. Nell'altra, quella centrale, ci sono le persone più in vista della città, Shelem Elienall, il direttore del Teatro, un mucchio di maghi della torre, ma anche qui mancano sia Elias che Pierre Seoman. Io, Heam e Mezzena, stiamo su una specie di leggio centrale. I due stanno di sotto, mi piace per Mezzena ma mi dispiace per Heam. Ecco che arriva Lord Meldonio, squillo di trombe e entrata in grande stile. Penso di non averlo mai visto prima, è un gran simpaticone, mi saluta e mi fa cenno di non inchinarmi. Veramente un grande uomo, spero di riuscire a ricordarmi che non devo dargli del tu se avrò occasione di parlargli direttamente.
Quell'antipatico del suo ciambellano fa un breve resoconto, piuttosto fedele a dir la verità, se non fosse per alcuni commenti su di me che proprio non capisco. Poi il Lord dà la parola proprio a me, che emozione. Devo stare attenta, e inizio da una fase molto avanzata e subito mi impapero parlando di persone come Stier che evidentemente il Lord non conosce. Capisco che vuole che venga al sodo, evidentemente deve avere molto da fare, e racconto brevemente tutto quello che è successo. Ma ecco che Lady Prelidiana della Fenice salta su e mi dà della bugiarda! Le sue osservazione in effetti potrebbero essere sensate, ma c'è dell'altro in questo suo astio, forse è invidiosa. E' già Marchesa della Fenice, non le basta? L'assemblea è molto turbolenta, guidata soprattutto da Lady Prelidiana, e Lord Meldonio ci mette delle ore a mettere pace. Sono costretta ad estrarre l'artefatto, e a chiedergli di mostrare a tutti il suo potere: mi fa levitare, sotto la luce solare di Heam, e assumere forma trasparente. Sono tutti molto impressionati, anche perché penso che in questa sala la magia non funzioni. Alla fine il Lord, che probabilmente ha cose urgenti da sbrigare, chiama una votazione: i nobili si schierano quasi tutti perché l'artefatto mi venga tolto, non so proprio tralaltro in che modo, tranne Sir Welmerinn che si schiera invece in mio favore, assieme a quasi tutte le Gilde della città. Ma non mi convince per nulla: dentro di lui vedo la faccia di Sir Eishutt Millivann, ma senza quell'aura mistica che mi prendeva quando ero a Millivan, e dentro ancora vedo due anime, una rossa e una nera, che lottano tra loro con quella rossa che ha la prevalenza. Probabilmente Sir Welmerinn si è schierato dalla mia parte solo perché spera di rubare l'artefatto? Mentre il Regno del Leone si lava le mani lasciando la decisione a Lord Meldonio, Shelem Elienall a sorpresa lascia tutta la decisione a Heam. E quel pazzo, si propone di appoggiare ogni mia decisione! Quell'uomo è troppo buono, vorrei che insegnasse qualcosa anche a Mezzena, tremo all'idea che lo sostituisca.
Esco dall'assemblea che sono anche ufficialmente la portatrice dell'artefatto. Sono molto scossa.
Essere la portatrice dell'artefatto ha i suoi netti svantaggi. Mi ritrovo con un'accozzaglia di tirapiedi che mi seguono ovunque. Tutti i miei tentativi di tediarli con estenuanti giri per la città non servono, c'è sempre qualcuno che è più resistente di me. Soltanto Olaf, per fortuna, non si fa vedere molto, ma penso che mi osservi da lontano. Se non altro ho Brestario vicino e mi sento protetta. Ho potuto rimettere in sesto il mio tempio e trovarmi un luogo di fuga che nessuno conosce in caso di problemi. Il Grifone mi ha dato una casa, che con tutte le guardie del corpo sembra più un albergo. Mi tocca anche dormire vicino a loro, per fortuna che hanno il sonno pesante e di notte me ne vado in giro per i fatti miei. Mi chiedo se l'Imperatore del Dragone abbia i miei stessi problemi.
Una graditissima sorpresa arriva due settimane dopo: oltre a Paramecius che ritorna dalla foresta e Mezzena che decide di installarsi anche lei, più antipatica che mai, a casa mia, arriva Dervin! Chiacchieriamo a lungo, per quanto le risse che fanno le guardie del corpo lo permettano, e mi riferisce interessantissimi messaggi di Lady Isaniel. Scopro che si è sposato con un'elfa, ma non è Lady Isaniel. Ha portato con sè un bellissimo lupo, chiamato Luce, che è molto intelligente e probabilmente è dotato di poteri magici. In casa però monta la confusione, temo che se Sven e Grebre attaccheranno non saranno abbastanza coordinati per difendermi. Chiedo all'artefatto quali sono i piani di Morghenstain e rimango sconvolta dalla risposta: mi mostra prigioniera a Pietramurata, nello stesso posto del licantropo. Avviso Dervin e Brestario, e anche Artiglio Bianco che mi sembra il più in sè qua dentro, che in caso di mio rapimento vengano a cercarmi là, e spero!
Organizzano dei turni di guardia, non senza una ormai consueta grande confusione. Alla fine non sono ben sicura di quanti e quali guardie avrò fuori dalla porta di notte, so solo che Brestario mi sta dormendo addosso puzzando come un caprone. Me lo aspettavo più elegante come persona, sta diventando peggio di Olaf, che invece si è fatto più educato e più sfuggente con quel nuovo ridicolo berretto. Ho un brutto presentimento e all'improvviso apro la finestra: e infatti eccolì là, Sven e Grebre che mi aspettano dall'altra parte della piazza! Sveglio subito Brestario per dare l'allarme ma quel cretino si limita a salutarli educatamente! Ma che demente! Esco fuori armata del coltello che ha ferito Nortrop Frie e mi aggiro per la casa allarmata. Le mie guardie se ne fregano, come al solito, e riescono solo ad incrementare la mia tensione. Ecco un rumore al piano di sotto, ma non è il piano terra. Ci sono delle persone in casa, Paramecius, Dervin e Artiglio Bianco si attivano subito e le combattiamo assieme come ai vecchi tempi. Soltanto che ora io non ho armi ed armatura, dato che su indicazione dell'Inquisitore mi sono spogliata di tutto per essere più "elegante" e quindi mi trafiggono con armi che penso siano avvelenate. Io e Dervin cadiamo a terra, ma per fortuna gli altri due con Luce riescono ad ucciderli. Ma quelli imbecilli di Olaf, Kathleen, Mezzena e soprattutto Brestario cosa stanno facendo? Artiglio Bianco si fionda a prendere il fantomatico carretto per curarci e sento dei gemiti provenire da sopra, è Olaf senza ombra di dubbio lo riconosco quando è in calore. Ecco cosa stanno facendo di sopra! Mentre sono distratta da questo, un'esplosione mi tramortisce e faccio appena in tempo a vedere Sven e Grebre che entrano e Paramecius che mi difende.
Mi risveglio e non sono legata ad una sedia e senza dita, come mi immaginavo, ma in una bella camera al caldo. Unica nota particolare l'aria sembra essere priva di vita, senza nessun odore. Cerco pian piano di focalizzare chi è quella figura che sta davanti a me, al buio. Sven e Grebre non possono essere, e così tranquillizzata e convinta di essere a casa di qualche amico, faccio notare di essermi ripresa. Che colpo! E' Morghenstain in persona! Ma stavolta è estremamente gentile, deve essere un po' matto dao che alterna momenti di gentilezza a rudezza e crudeltà. Mi tratta benissimo e mi dice che mi ha curata lui, e ha curato anche il mio bambino. Ma come avrà fatto? Poi vedo un cadavere rinsecchito accanto a me e capisco, poveraccio, non volevo essere curata così. Lo redarguisco, ci sono altri modi per curare! Senza tante mezze parole viene al dunque: vuole essere mio alleato. Deve avermi scambiata per Olaf. Ma un'alleanza strana: innanzitutto mi promette che anche se rifiuto mi farà tornare a casa senza problemi, addirittura accompagnata da Sven e Grebre, anche se preferirei a piedi. Poi l'alleanza consiste solo nel dargli delle informazioni e solo se lo vorrò io. Mi sembra un affarone, non devo fare nulla, tranne restare a Eliendall, e mi tolgo Sven e Grebre dai piedi. Faccio finta di pensarci, per non sembrare troppo sfacciata e per capire se c'è qualcos'altro nascosto, ma mi dice che per lui è meglio così che non che io finisca nelle mani di qualche altra fazione, soprattutto in qualle di Millivan. Forse ha ragione, anche se l'Omino dal Buffo Cappello non penso che approverebbe. Se ne va e resto sola. Penso e rifletto, ma in questa stanza mi sento nervosa. C'è una strana serva fuori dalla porta, che sta al buio e legge nella mente. Spero che questo patto non irriti né l'artefatto né Sheana, non me lo perdonerei. Irriterà invece sicuramente Heam e Shelem Elienall, quindi mi accorto con Morghenstain per tenerlo semi-nascosto tanto per salvare almeno le apparenze. Insiste per darmi anche uno scrigno pieno di monete, io rifiuto ma poi mi convince con i suoi modi cortesi e garbati e accetto: lo userò per il tempio, spero che Sheana non ne abbia a male. Per suggellare il patto non gli basta una stretta di mano e io rifiuto di mescolare sangue e così, a sopresa, mi bacia. Che emozione, anche se è freddo come un ghiacciolo. Se ne va a dormire senza voler proseguire oltre.
Resto con la servitrice che mi racconta un mucchio di cose interessanti. Innanzitutto i vampiri non nascono da soli, come si racconta, ma sono figli di due elfi. Ogni tanto, quando il sangue non è puro, viene fuori un vampiro. Ecco perché Lady Isaniel e l'Arim Kiondatur ci tengono tanto alla purezza della razza e hanno fatto tante storie ad accettare Dervin. Inoltre ci sono dei vampiri-orchetti, come mi spiega Reija, abituata forse a dover spiegare le cose a quella testa dura di Olaf, che sono le persone uccise da un vampiro e curate all'ultimo momento. Mi vengono i brividi a sentire queste storie, anche perché in questa stanza non c'è alcun bracere nonostante il calore! Mettiamo in atto un piano per far sembrare la mia liberazione verosimile: Luce verrà attirato fino a questa porta dove stenderà due guardie e mi libererà. Non va esattamente così, purtroppo una guardia ci lascia la vita ma non ho tempo per curarla, e con Luce riesco a uscire e andare a Eliendall. Olaf, vengo a sapere, è prigioniero alla torre, ma verrà rilasciato a breve, spero senza berretto.
Ormai Eliendall non e' piu' quella che avevo visto qualche anno fa. Dall'alto mi arrivano Artiglio Bianco e Dervin a cavallo del tappeto volante di Mastro Mikon, e mi portano direttamente al porto dove e' stato costruito uno speciale attracco per oggetti volanti. Pazzesco! Ovviamente la mia nuova faccia e le mie dita aggiustate causano un mucchio di domande e Dervin si fa sospettoso, non vorrei averlo offeso. Confabula col lupo, come fa Paramecius, e scappa via all'improvviso. Ma Dervin prende ordini dal lupo? Dove andra'? Forse devo andare con lui? Andiamo invece da Mastro Mikon che mi becca subito per essere stata curata con la necromanzia e mi fa una predica. Quando poi rifiuto la sua protezione, per paura di finire in gabbia, mi manda via scocciato. Ma so gia' che ritornero' e ci rivedremo al momento giusto.
Vado alla mia vecchia casa e vedo che in gabbia ci finiro' veramente: e' stata trasformata in una piccola fortezza, piena di guardie del Grifone ovunque, con sbarre e cancellate. Scappo spaventata, ma con tre guardie del grifone alle calcagna, e vado da Heam, che si dimostra un po' piu' comprensivo di Mastro Mikon per la mia faccia, in fondo non ho mica scelto io, anche se si offre per farmi tornare come prima con metodi rudi. Mezzena e Kathleen mi chiedono scusa e poi si appartano sole. Da Heam succede qualcosa che mi rischiara la vita: lui, il solito testardo, si rifiuta di farsi curare da me per i postumi del suo attentato, ma Stier si offre volontario. Bene bene, provo e Sheana risponde curandogli interamente una gamba avvelenata. Ottimo, sono contentissima che Sheana sia ancora con me! Sono talmente contenta che, dopo una cerminioa di ringraziamento al tempio, rientro nella casa-fortezza. L'interno e' peggio dell'esterno: dovrei vivere con quel bue di Brestario in una stanza senza finestre all'interno di uno stanzone dove sono sistemate le mie guardie casiniste, con ai piani sopra e sotto guardie del Grifone. Se avessi voluto vivere in una caserma mi sarei arrualata nell'esercito dei nani! Vado a parlare col Capitano che e' di una rudezza incredibile, e mi scappa anche una maledizione che per sua fortuna non ha effetto. Sono incarcerata qui fino a domattina e sfogo le mie ire su Brestario che arriva a sera tardi e senza il mio equipaggiamento. Piu' tardi ancora una gradita sospresa: arriva tale Cletaco del Regno del Corvo, un sedicente apprendista inquisitore che sa pure fare incantesimi. Lo mando da Heam a presentarsi, lui che puo'.
Al mattino finalmente posso uscire! Rifilo il mio equipaggiamento a Cletaco e indosso il vestito da Sacerdotessa, in modo che nessuno sospetti, e dico addio a queste inferriate. Vado da Heam, con le 3 guardie, Cletaco, Artiglio Bianco e Kathleen al seguito e me ne esco tranquillamente dall'uscita sul retro vestita da combattimento. Sono disposta a vendere cara la pelle se mi riportano la' dentro, piu' di quanto ero disposta a venderla con Morghenstain! Mi spiace per Luce e Kathleen, mi erano diventati simpatici, e non so bene perche' ma mi porto dietro Artiglio Bianco e il suo assegno da 50000 monete che gli ha dato Mastro Mikon! Andiamo dritti alla Locanda delle Notti Felici, e Rejia mi accoglie tutta contenta. Artiglio Bianco sgrana gli occhi, ma poi si abitua al posto e soprattutto alle ragazze. Spero per lui che non si spenda tutto l'assegno qui! Le ragazze sono bravissime, mi vestono e mi truccano in un modo che neppure Ianus mi riconosce e cosi' posso girare per la citta' per tre giorni indisturbata. Solo Stier sa dove sono, e monta la guardia davanti alla Locanda. Artiglio Bianco ancora non ha capito bene di cosa si tratta, meglio cosi'. Dopo tre giorni Heam mi fa chiamare perche' ha bisogno dell'artefatto per esaminare la piramide di Pietramurata, nel frattempo fatta requisire al Cigno Nero. Ma non mi fido ad andare laggiu': cosi' chiedo un incontro con Morghestain per accordarci e mi sembra, al solito, estremamente accondiscendente e dice di fare quello che mi pare a patto di dirgli quello che scopro sulla piramide. Ma se era sua! Proprio non capisco, Olaf deve essere stato un incapace a non riuscire a fare i semplicissimi incarichi che Morghestain gli affidava. A tal proposito, ora come ora sara' stato liberato.
In una carrozza assieme a Artiglio Bianco e Stier quella notte stessa andiamo a Pietramurata, dove dorme quel fanatico di Heam. Ho come l'impressione che tutti quanti sappiano quello che sto facendo. Appena usciti dalle mura sento l'ululato di Luce, ma non dico nulla a nessuno, e la carrozza si ferma. C'è Paramecius, che invito immediatamente a salire e gli racconto tutto. Il viaggio inizia in modo molto nervoso, siamo tutti timorosi di un assalto. A pensarci bene non vedo cosa possa succederci fino a Pietramurata e fingo di aver paura di Sven e Grebre, ma sento che c'è qualcosa che non va. E non mi sbagliavo: un urlo da sopra ci fa capire che Artiglio Bianco è caduto. Non mi sembra un inetto, non vorrei che qualcuno gli avesse tirato un brutto scherzo. Resto dentro con scudo e pugnale elfico mentre Paramecius, Stier e il vetturino indagano. Sento un altro urlo, esco di botto dalla carrozza e vedo Olaf che aggredisce Paramecius mentre Artiglio Bianco sta avanzando zoppiccando e imprecando contro il nano malefico. Ancora lui e ancora con questi modi, secondo me è tornato al servizio di Morghenstain ma non è stato informato di non attaccarmi. Non riuscirà a farcela: bevo il soffio di gelo e sono pronta a spararglielo in faccia, per farla finita definitivamente. Un attimo di esitazione e mi dà una manata in faccia, proprio non me l'aspettavo, la pozione mi va giù e mi sento tanto fredda.
Mi risveglio davanti all'Omino dal Buffo Cappello e Olaf. L'omino lo redarguisce e lui, al solito, inventa mille scuse. Ha fatto tutto questo per parlarmi. Proprio non ha capito nulla, e fa bene il mendicante a togliergli il berretto. Mi dice che era tutta una trappola per me e che alla piramide moriranno tante persone. Gli credo, ma ora voglio correre a salvarle. Arranco verso la carrozza che il Mendicante mi ha fatto arrivare, e all'improvviso mi sento perfettamente sana. No, non avrà anche lui fatto la stessa cosa... sì, Olaf giace a terra in fin di vita. Non posso lasciarlo così, prego Sheana di curarlo ma non funziona! Probabilmente perché Olaf invece di pregarla sta bestemmiando e lamentandosi dei malanni che giustamente lei gli ha procurato. Non mi vuole nemmeno più vedere, poco male mi reco con la carrozza lungo la strada ma ci sono già le guardie del Grifone. Non voglio tornare nelle loro grinfie, scappo verso la costa e si occuperranno loro dei feriti. Peccato che nessuno farà nulla a Pietramurata.
Tornata a casa dopo un lungo viaggio vengo a sapere che sono morti in parecchi a Pietramurata. Spero non Mezzena. Scrivo una lettera di rassicurazione circa la nostra amicizia a Heam, Artiglio Bianco, Paramecius, Brestario e Ianus. Le faccio fare un lungo giro, arriverà tardi ma non mi individueranno. Scrivo anche a Morghenstain, il portatore della Pietra di Luna andrà a svolgere il suo compito secondo i patti.
Finalmente Janus torna a Lloidevall con la Pietra di Luna. Sono proprio contenta che sia arrivata a lui, la sa usare veramente bene. Però da Eliendall mi porta buone e cattive notizie: intanto tutti i miei amici sono salvi, tranne il povero Guastaldo che è stato ucciso dai MoG. Se solo Leopoldo sapesse... Cromos è diventato un grande prete, a quanto pare un po' intransigente ma molto più serio e posato rispetto a tanti anni fa. Artiglio Bianco se l'è vista male per un po', ma adesso pare essere un mercante importante. Meno male. Ma passiamo alle brutte notizie: Mezzena è diventata la figlia di Lord Grummel. Ma non la figlia nel senso di figlia di Morghenstain, bensì ha sconfitto il vampiro e si è autoproclamata nipote di un sedicente Lord Grummel e quindi nobile del Cigno Nero! E è diventata pure Marchesa. Folle, starà governando Eliendall con il Frassino in mano. Occorre immediatamente andare là ma far pesare la mia fazione e difatti Mastro Mikon mi ha mandato a chiamare tramite Janus.
Appena in città incontro subito altre novità: Shelem Elienall ci ha lasciati e non riesco a contattare il nuovo Gran Sacerdote. Ma ecco passare su un assurdo tappeto volante non Zap bensì Heam. Con la vecchiaia si è abbondantemente rimbambito, ormai funge da chierichetto del tempio di Mitra. Davanti al tempio ci sono proprio Padre Cromos e Artiglio Bianco, reduci dalla grande battaglia con i MoG e anche loro convocati da Mastro Ulfemel e Mastro Mikon rispettivamente. C'è anche un altro soggetto con un nome strano, che non avevo mai sentito. E' un aarelita, e come Anvayr ha un nome strano. E anche come Anvayr ha maltrattato l'Omino dal Buffo Cappello e che gli ha tirato una maledizione. Heam gli ha fatto una benedizione, dato che ha farneticato un po' di cose su Mitra assieme a Cromos. Poverino, ancora non sa che tra il Mendicante Folle e Heam ne passa...
Andiamo a fare bisboccia in locanda, come ai vecchi tempi! E come ai vecchi tempi arriva una tipina, tale Shelly, che manda su tutte le furie Padre Cromos. Shelly ci dice che Mezzena la manda per proteggerci. Proprio come ai vecchi tempi ci beviamo le cose che ci racconta la prima che passa e ci facciamo portare tutti quanti in un bel bordello, dove siamo sorvegliati a vista. Ho uno strano ricordo, e per girare il coltello nella piaga Cromos mura la porta! Per fortuna Shelly è molto socievole e mi dà un po' di sicurezza. Mi dicono che Brestario sia caduto in disgrazia, poverino vorrei poter fare qualcosa per lui. E chissà che fine ha fatto Olaf.
La notte non scorre tranquilla, con il fantasma del fantasma di Adamo che arriva a chiamarci e Cromos che si agita rischiando di ammazzarmi, urlando che avrebbe fatto patti con Morghenstain. Ci porta tutti quanti a fare un giro nel mondo degli spiriti, dove fa pace definitiva con Cromos. Che scena commovente! Per fortuna si riesce a far capire e ci porta tutti dalla nuova megera, tale Fiona, una mia bella coetanea. Adamo proferisce stranissime parole e poi decide di entrare dentro Cromos: ottimo, così sarà sempre con noi. La megera Fiona ci fa vedere a tutti la scena della nostra morte e pare che moriremo tutti quanti nella zona di Torre Nera. Mentre Jean e Cromos moriranno abbandonati dagli alleati sterminati dai MoG, io e Artiglio Bianco ci salveremo a fatica, io solo con l'aiuto di Sishisstar e Janus! E per giunta sembra che Artiglio Bianco sia in combutta con i MoG, dovrò chiedere lumi a Mastro Mikon a tal proposito prima che Cromos, e Jean che sembra intransigente quanto lui, lo scanni!
Il giorno dopo andiamo a colloquio da Mastro Ulfemel, Inquisitore Heam, Mastro Mikon e Erik. Ci raccontano una strana storia di un nano, che decido di chiamare Gros in onore del vecchio Grogson, il quale sarebbe stato tenuto prigioniero assieme al suo clan, scomparso da centinaia di anni, dai maghi di Torre Nera e adibiti a ricercare scaglie di drago nero. Lui sarebbe fuggito, quasi intermanete cieco, vagando per tutto il continente finché non è arrivato a Shoven Rook. I Mastri vorrebbero che fingessimo di condurre una carovana di mercanti composta da una trentina di persone per tutto il Vecchio Continente guidati dal pazzo Grog che conosce la strada solo in base al suo olfatto. Arrivati ai Monti Tonanti dovremmo esaminare la situazione e poi mandare i messaggeri-falco di Mastro Mikon.
Secondo me è la solita follia, con l'aggravante che non si capisce bene chi stia remando in quale direzione. Difatti vado a chiedere lumi a Mastro Mikon che mi spiega che è meglio se facciamo scannare Fuoco e Fiamma contro Ombra, mentre noi stiamo ad attendere l'arrivo dell'Ombra al Sud. Non sono d'accordo, comunque queste sono manovre ben al di sopra della mia capacità di manovra e quindi lascio perdere. Mi stupisce non poco invece la notizia che i MoG sono della nostra loggia, come è possibile? Avviso di tutto Janus e l'Arim Kiondatur per lettera, speriamo che arrivino.
Finalmente conosco questo famigerato Palle d'Oro, il grande campione dei nani. Beh, è grosso grosso, ma probabilmente è più grosso il suo ego che non il suo corpo. È alto come un uomo e largo circa il doppio, tutto nudo si sta facendo ungere ampiamente. Invece di parlarci chiaramente ci sfida e ci va giù molto pesante, cadiamo uno dopo l'altro. Dopo poco arriva Zap, era tutta una finzione! Nemmeno più di Palle d'Oro ci si può fidare. Poco dopo piccolo consiglio locale. Presenti Mastro Mikon e Mastro Ulfemel e arriva anche Heam, che ormai è quasi da pensionare. Si decide il da farsi per la carovana. Come se non bastasse la confusione arriva nientepopodimeno che Lady Mezzena. La detesto, sento che ci odiamo in modo viscerale, anche se provo sentimenti contrastanti nei suoi confronti. Ma soprattutto nei confronti di Shelly, che adesso viene presentata come Ivonne e che porta per Mezzena un rispetto incredibile. Dopo i convenevoli di rito in cui non ha mancato di ignorarmi, decide lei gli incarichi. Cromos capo missione, e sene vedranno delle belle, Loki adetto alla sicurezza, e può starci, Artiglio Bianco diplomatico al posto mio, e peggio per loro, e io addetta alle risorse. Va be', meglio, così i problemi diplomatici se li cucca tutti Artiglio Bianco. Povero, spero che non si inguai con le sue mani. Partenza prevista per il giorno dopo.
Il viaggio inizia tranquillo con Loki che cerca un rapporto con Ivonne e lei che scappa. Penso che spesso giri invisibile oppure che abbia un posto dove nascondersi che ignoro persino io. Questa carovana d'altronde è enorme: ci sono 15 carri, oltre 50 buoi, 15 guardie del grifone e 15 nani, una cosa gigantesca. L'unico turbamento iniziale sono degli uccelli che Ivonne ci dice essere maghi che ci spiano. Loki non ne sembra convinto, ma pur di imboscarsi in una macchia con lei la asseconda. Arrivati al guado sul fiume Lloidevall finalmente si scoprono: invisibili e appostati su un'isola tirano frecce infuocate contro di noi. Ce l'hanno proprio con me, Loki e Artiglio Bianco. Stavolta Artiglio mostra le sue mille risorse e Loki la sua bravura: usando un medaglione di Artiglio, Loki riesce a colpirli a distanza e ne ferisce due. Ne recuperiamo uno in fin di vita e ci pensa padre Cromos a farlo fuori in un modo assai bizzarro. Non bastava ucciderlo, prima lo interroga e poi lo trasforma in pietra e lo fa inghiottire dalla terra. Meno male che non c'era l'inquisitore Heam con la luce divina. Due giorni dopo altra imboscata: un passo con orchetti a presidiarlo. E' evidentemente un tranello, praticamente ovvio ed evidente. Ma ho la pessima idea di avvisare il fatalista Cromos che decide scaltramente di mandare metà guardie al passo e lasciare le altre qui. Ivonne urla e si ribella, ma viene zittita. Attendiamo noi ai carri un attacco ovvio e infatti, mentre i nani e Loki si divertono con gli orchetti, arrivano i due elfi invisibili. Stavolta vogliono parlare. Guarda guarda cercavano proprio me. E viva! Ma allora perché le frecce del fiume? Mi accordo per andare con loro assieme ad Ivonne, quella ragazza comincia proprio ad attirarmi. In cambio mi garantiscono di poter tornare incolume in 2 giorni. Per il bene della missione, ma soprattutto per curiosità per quel che mi dirà Morghenstain, voglio andare. Vado a preparare le mie poche cose per i due giorni e arriva Loki. Si mette in mezzo e mi impedisce di andare. Se tra un po' arriva Cromos con i nani finisce male, meglio accellerare. Ivonne lo tramortisce e lo minaccia con la spada. Lui va su tutte le furie, leggo dai suoi occhi che non tollera essere battuto da una donna, è questo che gli brucia. Andiamo via io e Ivonne con Loki che minaccia le furie di Cromos. Vengo portata al cospetto di Sven, che ora gira in un carrozzone con una compagnia di una quarantina di persone. Grebre è morto e Sven è in parte trasformato in pietra. Faccio accomodare la cara Ivonne fuori. Mi fa una proposta che purtroppo non posso assolutamente accettare: convincere l'Arim Kiondatur in persona a partecipare spontaneamente ad un rituale che permetterebbe allo spirito di Morghenstain di fondersi col suo corpo e farne un bale. Follia, anche se i bale si creassero così sarebbe una vera follia far governare gli elfi selvaggi di Lloidevall da un simile mostro. Gli devo dire di no in maniera tassativa, mi offre un mucchio di cose ma sono tutte cose che non mi interessano. Allora Morghenstain gioca la sua ultima carta: mi fa entrare nel mondo degli spiriti e mi appare, distrutto e in condizioni penose. Minaccia ripercussioni su mio figlio, ma da principio non ci credo. Alla mia dipartita mi regala un pugnale con lo stemma del Cigno Nero dalla lama nera, lo presto a Ivonne che ormai sospetto pesantemente essere la figlia di Mezzena.
Sulla via del ritorno ripenso alla situazione e potrei dover prendere provvedimenti per salvare Janus. Torniamo dopo qualche giorno come promesso a Shoven Rock. Ovviamente non entriamo, Cromos avrà messo una taglia su entrambe sicuramente. Mi fermo nel paese vicino e mando via Ivonne che rischia anche l'ira di Loki. Attendo l'arrivo di Cromos che si presenta scortato dai nani. Pensava forse di avere a che fare con una vampira, di giorno? Deve ancora iniziare la discussione, al solito farneticante perché con Cromos di meglio non si può fare, che appaiono due falconieri di Elishen mandati da Heam in persona. Dopodiché avviene un ridicolo duello tra Cromos e Ivonne, duello in cui entrambi subito infrangono le regole. Certo, non potevano trovarsi due dipendenti di Heam più diversi. Ivonne sembra così diversa da sua madre, Sven dice che non ha ancora scelto la sua strada, vediamo quale prenderà. Dopo ore ed ore di discussione inutile sul piano di avanzamento finalmente si è deciso che io e Artiglio Bianco ce ne staremo comodi comodi con la carovana mentre gli altri andranno in avanscoperta con Grog durante la notte per poi essere raggiunti di giorno. E menomale non sono andata anch'io, perché vengono attaccati da uno strano mostro messo sottoterra da qualcuno. Ivonne dice giustamente che ci hanno teso un'imboscata, ma come avranno fatto a sapere che saremmo passati di qui? O qualcuno di noi sta tradendo, oppure usano alta magia per scoprirci. Loki propone uno scudo magico, vediamo se funzionerà.
Stiamo per iniziare questo rituale proposto da Loki quando ci accorgiamo di un comportamento stranamente pacato da parte di Cromos. Dopo esserci scambiati un po' di impressioni ne abbiamo la conferma definitiva: lo spirito di Adamo ha preso possesso del corpo di Cromos. Oltre ad essere rimasto a 20 anni fa, il guaio è che si esprime come Adamo e per di più non conosce il nanico. Quando arrivano i sergenti dei nani per far benedire le asce abbiamo un bel daffare a convincere Adamo a fingersi ammalato! E, come se non bastasse, arriva un contingente di 100 lancieri del Lupo che ci ha dichiarato guerra. A noi! Incaricato di dirigere le difese strategiche è Artiglio Bianco, ho paura e mi metto su un cavallo pronta a scappare, non si sa mai. Per fortuna il sergente dei nani ha l'idea mezza balorda di incunearsi nel quadrato di lancieri che funziona e dopo pochissimo il combattimento è finito. Ad Adamo-Cromos ho lasciato 10 lance ma stranamente non ne ha usata nessuna.
Il giorno dopo Padre Cromos torna in sé. Inutile dire che ci vuole un'oretta per accorgecene e un'altra oretta per convincerlo dell'accaduto. Inoltre vuole informare il sergente dei suoi nani, disastro! Passiamo a faccende più serie e interroghiamo il capitano delle guardie, che comincia anche a farmi un po' di pena. Viene prima pozionato da Artiglio Bianco e poi runato da Cromos: tra l'uno e l'altro ricorda tutto quello che aveva dimenticato a causa di un potenate incantesimo. Un'elfa, tale Kin-Saiia 'n Talin, accompagnata da altri due elfi si è presentata alla Casa del Lupo e ha bloccato le guardie con incantesimi. Dopodiché ha ordinato di approntare un'armata di 100 uomini e partire all'attacco nostro per uccidere i nani. Perché se la prendano solo con i nani proprio non lo capisco. Inoltre, fatto grave, aveva altri tre lasciapassare da consegnare e probabilmente ne aveva consegnati altri. Quindi dobbiamo aspettarci altre piccole aggressioni come quella appena successa.
Loki e Ivonne, grazie al rituale che hanno fatto, riescono a capire che saremmo attaccati da lì a 3 notti in corrispondenza di un guado. Benissimo, ottimo saperlo in anticipo, ma per un gruppo come noi non aiuta moltissimo giacché, nonostante le mie richieste insistenti, non si prepara alcun piano e si arriva all'ultimo momento senza sapere cosa fare, ognun per sé. Io attraverso il guado per prima e mi fermo dall'altra, pronta a trapassare gli attaccanti con le mie frecce. Yvonne mi presta il suo bracciale, che carina. Ma delle due colonne di fumo che si levano, una è troppo vicina ai miei amici e l'altra non prende forma. Nel frattempo Artiglio Bianco con il suo nuovo pugnale costosissimo riesce a eliminare entrambi gli attaccanti che svaniscono nel nulla. Con molta fatica riesco a farmi confessare da Cromos che Grog è stato colpito ma non sembra aver ricevuto ferite. Questo è un problema che richiederebbe l'artifatto di Ianos, provo a entrare in contatto con lui chissà, se funziona. Dopo un po' riesco a parlargli, che bello, non mi pare vero. E ancora mi sembra di essere a casa mia, che pace, che bella sensazione, le mie cose. All'improvviso vengo risucchiata alla realtà, pam! I miei amici mi raccontano che mio figlio è arrivato e ha spiegato che si tratta proprio di un demone chiamato Grog, mentre il vero nome del nano è Xxxxx, il quale è tenuto a bada dalla forte volontà del nano me se ne esce quando il nano si stanca. Ecco spiegate le aggressioni.
Ma i problemi non sono finiti. Yvonne finalmente ritorna all'accampamento, ferita, e racconta di aver affrontato tre elfi che ci stanno per attaccare. Inoltre altre due armate da 100 uomini sono sulle nostre tracce. Yvonne deve aver fatto qualcosa di molto strano, intanto sono sicura che mi sta mentendo e poi Geah si rifiuta di curarla. Molto strano, quando saremo sole vedrò di interrogarla. Stavolta stranamente prepariamo un piano: attaccheremo i tre elfi per primi, sperando che poi le due armate rinuncino. Sapendo, grazie alla cara Yvonne, che sono dotati di poteri magici, stavolta prendiamo precauzioni antimagia e decidiamo quale colpire tutti assieme. Peccato che non ci siamo preparati ad una sfida tra il loro capo e Cromos e quindi restiamo imbambolati mentre Cromos di pietra affronta in un fossato l'elfo; gli altri elfi invece non restano fermi e ci attaccano. Vedo solo uno strale di fuoco che arriva verso di me. Non sento più nulla.
Mi risveglio a cavallo con Yvonne che mi riporta all'accampamento curata magicamente. Penso che sia stato la veste bianca che ci accompagna. L'ho sempre sottovalutato, è riuscito a ricostruirmi la schiena e alleviarmi i dolori un pochino. E pensare che io non gli ho mai chiesto neppure il nome. Ma la giornata non è finita: alla sera Cromos decide che andremo nuovamente all'attacco e stavolta chi ci lascia le penne è Artiglio Bianco. E' il mio turno intervenire, ma lo squarcio è tale che non riesco a fare molto. Torna la veste bianca e questa volta non ce la fa: si è causato delle ferite per poterle alleviare a Manach, veramente degno questo uomo. Non sapevo ci fosse una via per la guarigione così impegnativa.
Stavolta è il turno di affrontare due eserciti. Cromos ha miracolosamente un'ottima idea, o forse era di Yvonne? Creare l'illusione dei 15 nani che, assieme ad Yvonne e ad un falconiere, si avviano a combattere uno dei due eserciti, mentre in realtà stanno nascosti dentro uno dei carri pronti a saltar fuori quando l'altro esercito ci attacca. Già, ma in quale carro? Ovviamente nel mio e in quello di Cromos! Che schifo, mi tocca anche spostare tutte le mie cose e chiedere ospitalità ad Artiglio Bianco, che è assai diffidente. Chissà cosa avrà in quel carro di tanto prezioso, per quattro boccette.
Prima battaglia. Possibile che io mi trovi sempre in eserciti male organizzati in cui ognuno fa quello che vuole? Non serve un esperto di strategia per capire che ci vuole un po' di pianificazione, prima o poi mi metterò a fare io il generale. Attacco ai soliti 100 soldati abbastanza a caso, con l'esercito avversario che si divide in gruppi e anche i nostri si dividono. Il risultato è abbastanza disastroso, abbiamo avuto vari morti tra i nani e le guardie. In particolare sono morti alcuni miei devoti fedeli e la mia cura non funziona su un altro di loro, pessimo segnale. Verso la fine del combattimento sento un grido provenire dal carro di Olaf e Gunvo e vedo Artiglio Bianco a terra con un'elfa kaideita che scappa e mi fa un incantesimo.
Mi risveglio dopo parecchie ore, troppo tardi per fermare il sergente dei nani che, su ordine di quell'idiota di Cromos, ha decapitato tutti i nemici arresosi. Questo ci causerà gravissime rimostranze da parte della Casa dell'Aquila perché, anche se ci ha attaccato, non potevamo massacrare i suoi soldati in questo modo. Bestie, i nani sono poco più che bestie. Vado a consolarmi andando a trovare il più simpatico, Olaf: ma guarda come me lo hanno ridotto, interamente rasato ma sempre pronto a qualche battuta. Su Gunvo ha fatto un incantesimo ma non riesco a capire quale. Cromos al solito è occupatissimo a scrivere rune mentre la cara Yvonne, tornata, dorme e mi impedisce di fare pulizia in quel che rimane del nostro carro.
Il giorno dopo altra battaglia e altra indecisione totale. Questa volta addirittura Cromos non si fa vedere e devo prendere in mano io la situazione. I due sergenti sono più abili dei miei compagni e mi propongono una soluzione credibili anche se ci causerà molte perdite. Siamo pronti ad affrontare questo scontro contro un esercito e due maghi elfi, liberando persino Olaf, quando si fa avanti il capitano della parte avversaria da solo. Io e Manach andiamo a parlamentare e si scopre essere posseduto dall'elfa kaideita che ci invita nel suo carro per una proposta. Rientriamo al campo alla chetichella per evitare domande inopportune e andiamo dritti al carro posto nelle vicinanze. Un carro bizzarro, senza cavalli e decorato come quelli tipici dell'est. Lei ci saluta, è molto bella e simpatica, ma non è un'elfa. Chissà chi ha messo in giro questa diceria. Restituisce il pugnale a Manarch, facendolo subito contentissimo. Tutti assieme beviamo uno speciale elisir che ci fa siglare il patto, chissà se funziona. E' difficile riuscire a formulare questo patto in maniera opportuna, non vorrei mai ritrovarmi con un serpente in pancia per non aver mantenuto una mezza parola del patto né trovarmi con una maga kaideita che mi pugnala alle spalle con i loro pugnali ondulati. A proposito, chissà se è vero o se è una leggenda anche quella. Il patto assicura collaborazione fino al ritrovamento di quella che ormai potrebbe essere proprio Torre Nera.
Ritorniamo all'accampamento e, stranamente, il più difficile da convincere della nuova alleanza non è Cromos, bensì Yvonne. Cromos è occupato a scrivere rune e delega il sergente a fare le sue veci, sergente che accoglie di buon grado la kaideita. Yvonne invece è gelosa perché non è più la prima donna della carovana, o meglio la seconda donna giacché la prima sono io se non altro per questioni d'età; ma forse voleva solo essere la prima maga della carovana. Fatto sta che mi schiaffeggia e, peggio, mi fa dormire fuori. Va be', tanto la mia carrozza era ancora puzzolente di piscio nanico. Manarch al solito è geloso dei suoi oggettini, mi pare averlo visto armeggiare con uno strano copriorecchi e paraocchi e quindi non mi resta che chiedere ospitalità proprio a Nashib. Ma non serva, in una serata surreale nel suo carro con tanto di Cromos tranquillissimo mi addormento con Manach e mi risveglio il giorno dopo.
Non bisogna fidarsi troppo di Nashib, non mi piace l'idea che ci siamo addormentati come due polli nel suo carro. Vedrò di limitare le mie frequentazioni, anche perché vedo che Ivonne proprio non si fida a causa dei suoi studi magici. Stranissimo però che dopo solo tre giorni siano diventate amicone, ormai Ivonne fa coppia fissa. Strane le donne, quelle di cittèà soprattutto. Nel frattempo Gunvo ha ripreso a farci da guida notturna e mi porta per luoghi sempre più familiari, anche Artiglio Bianco li riconosce e con Olaf rivanghiamo i tempi passati! Nashib invece teme la foresta di Lloidevall e soprattutto Torre Arcana e fa di tutto per evitarla. Devo dire che anch'io mi sento un po' a disagio, non vorrei essere messa nuovamente in mezzo a questioni tra elfi e maghi di Torre Arcana, che magari litigano per appropriarsi di Gunvo! Non sarebbe infatti nuna cattiva idea portare Gunvo direttamente sulle coste del lago interno e fargli ricercare le tracce da lì. Alla fine del solito piccolo conclave con varie assenze, Loki ormai è imbottito del fumo di Nashib fino alle orecchie, decidiamo per andare nientepopodimento da Showinder Wantaars a chiedere aiuto per il demone di Gunvo. Non mi fido proprio per nulla a tornare a Torre Arcana, anche se mi fa molto piacere rivedere la mia gente, per fortuna Gunvo restarà con la carovana ad aspettarci oltre i monti occidentali.
Non siamo ancora entranti in foresta quando ecco un palesissimo agguato degli uomini di Morghestain. Possibile che si mostrino in modo così evidente? Al solito invece di prendere una decisione assieme, Cromos parte al galoppo e non sa nemmeno cavalcare bene. Artiglio Bianco gli va dietro. A questo punto decido di giocarmi il tutto per tutto: sento che la Pietra di Luna è vicina e il suo potere arriva anche a me e provo a far fare al cavallo un salto sopra le teste degli elfi di Morghestain e anche sopra il fiume guadato. Ci riesco, che fortuna. I tre elfi che ci aspettavano e i 5 cavalieri dietro di noi restano sbigottiti e io mi infilo per prima dentro alla foresta con dietro Cromos traballante e Manarch. Bellissimo cavalcare nella foresta, da quanto tempo non lo facevo. Mi fermo ad aspettare i miei compagni solo quando siamo arrivati abbastanza dentro da proteggerci dai poteri occulti.
A questo punto un imprevisto: sbuca un abitante del mio villaggio che si dice inviato da Janos. Io però non l'ho mai visto anche se le storie che racconta sono pllausibili. Plausibili sì, ma non credibili, secondo me ci sta prendendo in giro e deve essere qualcuno che ci vuol tirare un tranello. Lo vedo anche negli occhi di Manach e, stavolta provvidenzialmente, Cromos parte all'attacco. Povera guida, penso per un solo istante, finché non vedo la mano di Cromos mozzata a terra! Avevamo ragione, questo è un combattente addestratissimo, non mi resta che sferrargli un violentissimo colpo di bastone alla testa. Sviene e mi precipito a far qualcosa per Cromos. Nulla da fare, la mano è completamente staccata. Almeno si potrebbe chiudergli la ferita, ma Gheah non lo concede. Gravissimo segnale, le alternative sono che la guida fosse veramente inviata dal villaggio o che Torre Arcana sia molto molto vicina.
Non è comunque finita qui. Cromos, in preda a follie mistiche, prima rifiuta di prendere una pozione curativa e poi si mette ad invocare Crom. E stavolta purtroppo funziona: la terra trema, gli alberi cadono, un muro di terra si solleva. Cadiamo tutti a terra e una voce comincia a parlare dalle viscere della terra: dice di essere un antichissimo elementale e ci racconta che loro sono state le prima creature dei draghi, in seguito abbandonate a favore di elfi, umani e altri viventi. Dice che i nani non proteggono più gli elementali della terra e, proprio quando mi stavo distraendo per la lentezza delle sue parole, asserisce che la terra, e dunque gli elementali, è proprio Geah. Sono stupefatta e faccio anche una domanda, alla quale l'elementale mi dà risposta. In seguito ci ordina di recuperare da Torre Arcana delle antiche tavolette dimenticate ma soprattutto di liberare un enorme elementale che è responsabile dello spostamento continuo della Torre. Se la prima impresa appare difficile ma fattibile, la seconda sarà impossibile. Ma è stato molto convincente, Geah potrebbe veramente essere la terra. Devo forse ritornare alle origini. Pretendo di andare a Holailvall a parlare con Janus, soprattutto della pietra che ha dato a me e Cromos, che ha comportamenti strani.
Come è cambiato mio figlio. Adesso è il capo del villaggio, stimato e quasi venerato da giovani e vecchi. Ed è diverso da me, lo vedo intransigente su alcuni aspetti. Gli racconto tutto, compresi i miei rapporti con Morghenstain, e rimane allibito. Mi sembra stia prendendo una via troppo radicale e ci confrontiamo sulle rispettie visioni del mondo: lui è affasciato da Sishisstar mentre mi mostra che io sono servitrice di Geah, che è solo una parte del magnifico drago ma non tutto. E' vero, ha ragione: le nostre strade cominciano a dividersi. D'altronde ormai è grande, posso anche rassegnare i miei incarichi come rappresentante del popolo di Lloidevall e consegnarli a lui che è il loro vero capo. Anche se mi rode il fatto che si senta succube di Showinder Wantaars, questa cosa l'ha presa da me e non riesce a togliersela.
Altra grande novità: ha una fidanzata, una maga della natura, tale Zobeide o un nome simile. Ottima scelta, anche se la ragazzina mi pare un po' gracile. Che bella festa di fidanzamento, un po' noiosa forse perché Cromos è stato allontanato a forza. Vabbe, il villaggio non è più come una volta, sembra troppo organizzato. Chissà come sarà diventata l'Alleanza di Torre Arcana e se zia Gardenia sarà ancora viva. Entreremo da traditori o di nascosto? E Manach ci tradirà o aiuterà, non riesco a capire quali sono le sue intenzioni. Lascio Holailvall con una profonda decisione: la situazione è cambiata, io sono cambiata e Janus è cambiato, ora devo seguire la strada di Geah.
Cromos, sempre il solito Cromos. Una volta se ne andava a bordelli, ad affondare navi e ammazzare povere vecchiette, adesso scompare per i fatti suoi nelle viscere della terra o a raccogliere bacche. Sono cambiati gli scopi, ma lui è sempre quello. Stavolta però, con l'aiuto di Manach, riusciamo ad imbastire un piano su cosa dire e cosa non dire a Torre Arcana. Ma il destino c'è avverso: volevamo farla sotto il naso a Showinder Wantaars ma ha sentito tutto quello che abbiamo detto, mi ha obbligata a confessare tutto in sogno e ci ha pure parzialmente accontentati. Quanto grande è quell'elfo. Ma andiamo con ordine. Intanto ho rivisto un capitano delle guardie che dice di conoscermi. Mah, sarà per i brutti ricordi che mi porto dietro ma io di lui proprio non mi ricordo. Poi la povera zia Gardenia: se all'ultima visita mi aveva infastidito per la sua espansività, adesso mi ha fatto proprio pena. Seduta immobile su una sedia non mi ha nemmeno riconosciuto. L'Alleanza adesso ha anche una palizzata, dicono che ci siano attacchi di mannari oppure di predoni Fein Shaleb, ma visti i precedenti potrebbero essere i primi. La taverna ottima più che mai, peccato che a inizio sera chiuda e che non ci sia nemmeno un po' di musica.
Ed eccola là, la tanto odiata torre alta ma tozza. Siamo accolti da un magonzolo che nemmeno si ricorda di me né io di lui, nonostante sia più vecchio di me. Passati i tempi di Albert, Lena e persino Rossian non c'è. Con i suoi incantesmucoli decide che di me non ci si può fidare e così sto zitta. Quasi un nulla di fatto, non abbiamo con noi abbastanza carta per mostrare chi siamo. Sto per tirare fuori l'autorizzazione di sir Eishutt Millivan a combattere per suo conto, quando Cromos si lancia in una delle sue filippiche noiose, ma che alla fine si rivelerà vincente: noi non ci muoviamo per nulla. E difatti, dopo essere stati allontanati dalla torre e nemmeno in modo molto garbato, Showinder in persona ci appare in forma di cameriera e ci spegne la mia candela magica, chiaro indizio che vuol sentire quel che diciamo. E deve averne avuto di tempo da buttare dato che tra pomeriggio e sera mi sono andata a divertire con Velvart! Difatti recupera di notte: ci appare in sogno a tutti tre e ci obbliga a confessare tutto. Io speravo fosse solo un sogno ma a quanto pare... A Torre Arcana ci attende il solito maguncolo che ci chiede qual è stata la sceta. Ovviamente prendiamo le tavolette, anche perché Showinder Wantaars, forse per ingannarci, ci fa credere che sia la cosa più preziosa e potente in grado di liberare anche l'elementale di Torre Arcana. Risultato: 27 tavolette d'argilla grandissime da portarci dietro. Per fortuna ce le trasciniamo per poco tempo, dato che il giorno dopo siamo attaccati da due MoG con un nano mago che li risuscita in continuazione. Sconfittoli, decidiamo di ritornare a Torre Arcana con il mago catturato.
Quand'era capitano dell'alleanza di torre arcana gli viene detto di tenere a freno i nuovi culti che stanno nascendo nella foresta (la torre si riferiva ai mog e ai culti di yezzud) all'epoca dei fatti, ma il suo fanatismo per scheana gli ha fatto sedare una manifestazione religiosa di divinità minori, sfociata in festa di paese, col sangue, facendo caricare la folla dai suoi soldati per disperdela e poi lui stesso ha punito gli organizzatori marchiandoli a ferro rovente sul petto. questo a causato la morte di un bambino marchiato nel nome della dea oltre a decine di feriti. col tempo il fattaccio, per colpa dei passaparola, si è trasformato in una vera e propria carneficina con decine di vittime. la torre non ha preso provvedimenti seri nei confronti velvar, l'ha deposto dalla carica di capitano delle guardie e lo ha arruolato di forza nei guardia boschi della foresta con un grado equivalente a quello lasciato.
Quand'era piccolo poi è rimasto orfano e allevato dai taglialegna della foresta, la famiglia completamente sterminata dai briganti, così gli era stato detto, poi ha scoperto che era figlio di una coppia mog fuggiasca sterminata dalle guardie della foresta, lui non porta rancore per questo, dice! (forse era troppo piccolo per ricordare qualcosa con acredine)
Ha svolto numerosissimi incarichi per la torre. sopratutto cattura di
fuggiaschi e di malfattori, poi con la nomina a guardia boschi gli è
stato affidato il compito di scovare e cacciare gli stranieri
indesiderabili dalla foresta.
Racconta anche di misteriosi rituali a cui a preso parte da giovane con altri giovani della foresta con i quali sono affiorati i suoi poteri. a volte si tradisce con l'accenno ad una affiliazione segreta a una setta dedita a sheana.
Più di una volta ha incontrato il sir ma non gli ha mai rivolto la parola, solo un cenno con la mano.
È temuto anche perchè ha il potere legale nella foresta di giustiziare chiunque lo intralci, è una cosa che ha a che fare con la setta segreta!!
I mog ci sono sempre stati all'interno della foresta, piccole comunita isolate e celate da figure di comunità di cacciatori e conciatori, pensa che la torre lo abbia sempre saputo e pensa pure che abbia incoraggiato la cosa, solo di recente (una decina d'anni) c'è stata una spaccatura tra mog e torre, si è venuto a creare una nuova volontà all'interno dei mog si dice burattinata da alcuni elfi della foresta, ma non ne è sicuro, certo è che la torre non approva e usa la forza e la magia per cercare di mettere fine a tutto.
Finito tutto vorrebbe un pezzo di terra di cui fare lo sceriffo e mettere su famiglia, vorrebbe un figlio da me, dice.
Mi preoccupa non poco Velvert: intanto perché ha sviluppato una mania di protezione estrema nei miei confronti e mi è sempre addosso. Ma soprattutto perché ha una capacità stranissima: riesce a sdoppiarsi, anzi a stripplarsi e quindi mentre una copia mi è addosso le altre possono svolgere i compiti di routine, non molto bene a dir la verità, dato che quando era di guardia non mi sveglia e va a terra al primo colpo. Nota positiva: ho scoperto che è un devoto di Sheana e finalmente posso fare una bella cerimonia come si deve, con vestiti rituali, trucchi e riti doverosi. Portiamo il MoG a Torre Arcana e in cambio ci aggregano Forianna, una maga che ci aiuterà a liberare Grog dal demone. In cambio noi potremmo, se vogliamo, indagare su un villaggio di nani della foresta, mai sentiti prima d'ora, che sarebbe nella zona di azione dei MoG. Come se non ne avessimo abbastanza ci accolliamo anche questa missione e partiamo, stavolta faccio strada io.
Difatti dopo sei giorni di cammino siamo avvicinati da un MoG che vuole parlamentare: non capita spesso e sta dicendo cose molto interessanti, quali la riorganizzazione dei MoG con una nuova filosofia e nuova fonte di potere, tutte cose molto interessanti se non fosse che vengono interrotte da quello stupido di Cromos che cerca invano di fare un incantesimo e dallo stupidissimo di Velvart che mi blocca mentre cerco di continuare il discorso. Ne nasce un parapiglia nel quale spero vivamente che uno dei due ci lasci le penne, ma per sfortuna dopo poco lo interrompo dato che Cromos, visibilmente impazzito, sta sostenendo una tesi e il suo contrario. Con un po' di manipolazione riesco a manipolare la sua mente semplice e convincere tutti quanti ad ignorare il villaggio di nani e andare dritti al Lago Sogno. Anche Forianna è facilmente convinta a venire, intimorita dalla prospettiva di essere lasciata altrimenti sola nella foresta, dopo ovviamente che Cromos le ha raccontato tutto e di più della nostra missione e di tutti i nostri segreti, compreso Morghenstain che ci attende! Per fortuna Cromos dura poco: i MoG ci inseguono e, stressato dalla fuga, fa fuoriuscire la personalità di Adamo, che viene poi opportunamente stordito per non fare danni.
Arriva a salvarci proprio Guastaldo di Guttaperca, diventato da tanti anni Barone. Che bella sorpresa, non è cambiato per nulla e nemmeno invecchiato. Bello come al solito, gentile, cortese, un vero nobile. Talmente tanto che salva Forianna dalle grinfie di Cromos e Velvart e le promette protezione garantita. Questa giovane maga mi sembra innamorata di lui, povera, non sa che Guastaldo è fedelissimo a Floriana, in fondo adesso è un barone! E non arriva da solo: con lui c'è il vecchio Al e i figli di John e Jack, oltre ad uno strano nano che come pazzia potrebbe uguagliare Cromos. Con il suo aiuto riusciamo a fuggire dai MoG che non hanno mantenuto le promesse e ci hanno inseguiti fin fuori dalla foresta. Come se non bastasse, arrivano anche undici orchetti vestiti da paggi della Chimera che riferiscono a Guastaldo uno strano messaggio: pare che Slash ci stia aspettando a Ordenfall e voglia che andiamo là. Impossibile che Slash abbia a che fare col Regno della Chimera e non c'è nemmeno il simbolo di ambasciatore del Regno del Leone. Difatti gli orchetti sono stati tutti controllati mentalmente e non hanno idea di chi sia stato. Come faremo a liberarci di questi che girano chiedendo di noi per tutte le baronie centrali? Morghestain sicuramente lo verrà a sapere e scoprirà che siamo usciti a ovest dei monti Vooren invece che a est.
La situazione diventa sempre più assurda, siamo continuamente inseguiti da orchetti travestiti da paggi della Chimera che chiedono di Guastaldo e riferiscono un presunto messaggio di Slash, secondo il quale ci aspetterebbe alla Locanda Del Ritrovo Dei Vecchi Amici nella città di Ordenfell. Che nome assurdo per una locanda, potrebbe proprio essere degno di Slash. Io, Guastaldo e Artiglio Bianco, approfittando che il pazzo di Cromos è impagnato a sistemare da solo l'ultima decina di ochetti arrivati che continuano a seguirci, facciamo il punto della situazione. E' abbastanza improbabile che si tratti veramente di Slash, non si sarebbe mai messo al servizio del Regno della Chimera, lui che era un fanatico seguace del Re del Leone. Decidiamo di proseguire ma la situazione precipita: accompagnati da centinaia di assurdi orchetti in livrea avanzano verso il nostro campo tre cavalieri mascherati. Cerco di gestire la situazione e dare ordini, ma al solito nessuno ascolta una donna e ognuno fa una cosa diversa, in particolare Guastaldo seguito dalle sue guardie del corpo che monta a cavallo e si allontana al galoppo. Io vengo bloccata da quel tirapiedi di Velvart che insiste per proteggermi, mi fa irritare terribilmente e mette ogni volta a repentaglio la mia vita. Cerco di liberarmi a strattoni, ma è più forte di me e non mi fa nemmeno prendere l'arco. Osservo miseramente da lontano, mentre penso se sia il caso una notte di tirargli una coltellata nella schiena. Mio figlio non la prenderebbe bene sapendo che ho assassinato l'amico che mi ha messo al collo. Ma Guastaldo all'improvviso si ferma e si gira. Uno degli uomini si è tolto il cappuccio, ma da qui non riesco a vedere il volto, mi sembra porti una maschera. Guastaldo e l'uomo avanzano uno verso l'altro, l'uomo afferra le sue spade più volte e le rimette via, stessa cosa fa Guastaldo. Non riesco a capire cosa sta succedendo, sono troppo lontana. Certo che il fatto che usi due spade mi fa proprio pensare sia veramente Slash, ma perché cerca di tirarle fuori e si trattiene? Si stringono la mano, segno che non c'è pericolo. Riesco a convincere Velvart a mollarmi e, assieme ad Artiglio Bianco, avanzo anch'io verso l'uomo.
E' veramente Slash, ma come è ridotto male. Tutto il lato destro sembra essere stato ustionato gravemente, la faccia è coperta da mezza maschera, braccio e gamba claudicanti e anche il suo famoso stemma della Loggia Del Sole parzialmente fuso. Ma lo porta ancora al collo, nonostante indossi gli abiti del Regno della Chimera. Mi riconosce, ma ha paura ad avvicinarsi a me e cerca di tirar fuori le spade trattenendosi a fatica. Cosa avrà passato il nostro povero Slash? Chi lo ha ridotto così? Cerchiamo di parlargli ma sragiona, dice che dietro di lui ci sarebbero nientepopodimeno che Rufus e il grande mago Elias. Avviso subito Velvart di preparasi, Elias potrebbe lanciare incantesimi ad ogni istante. Nelle sue farneticazioni Slash ci dice che sua moglia, Morgana, e sua sorella, Stephanie, sono morte, sembra uccise da lui. Ricordo che Stephanie era un'esperta maga del fuoco e l'ustione di Slash potrebbe averla fatta lei. Ma perché? Slash non è in grado di ragionare, già una volta non era una cima figuriamoci ora.
Guastaldo capisce che potrebbe esserci Elias dietro questo comportamento: quel mago aveva sempre avuto un debole per l'occulto, in particolare per la magia e per la pazzia di Shergal. Ma Slash estrae le spade e si avventa per attaccarlo. Guastaldo non intende combattere, è pur sempre un nostro vecchio compagno d'arme e lui ora è un Barone. Difatti davanti a lui arriva velocissimo il suo nano guardia del corpo con un'ascia bipenne. Vorrei avvertilo che Slash è pericolosissimo con le spade ma non ce la faccio: quando sta per calare l'ascia, Slash velocissimo fa un triplo colpo di spada, il nano tenta due parate disperate indietreggiando ma il terzo colpo arriva e gli distrugge un piede. Drammatico, mi ero quasi dimenticata della ferocia di Slash durante i duelli. Per non vedere Guastaldo disarmato fare la stessa fine prendo una decisione drastica: estraggo una freccia, per l'agitazione non trovo la freccia penetrante o forse l'ho già usata, carico, prendo la mira alla testa di Slash che è senza elmo, nessuno mi sta notando nella confusione e mollo le dita come mi hanno insegnato gli elfi.
Zaaaac, la freccia sibila, ma sta andando storta, spero dentro di me di mancare e colpire eventualmente Elias che sta dietro, anzi che stupida potevo mirare direttamente a lui, ma all'ultimo istante Slash sposta la testa e vedo la punta della freccia che penetra nella nuca. Non la vedo uscire e Slash cade a terra. Qualche secondo di paralisi totale, nessuno pensava ad un finale così, siamo tutti basiti. Elias comincia a parlare, figo di ascoltare per distrarre Velvart che è pronto a stringermi, e mi tuffo su Slash. Sento le mani di Velvart che mi lambiscono, ma arrivo alla testa di Slash. Invoco disperatamente Geah, guariscilo, guariscilo. Urlo, mi faccio sentire da tutti. Ma nulla, la mia dea non mi aiuta. Slash è destinato a morire. Vado dal nano, che mi sta maledicendo perché non mi occupo di lui, ma nemmeno su di lui Geah interviene. Rimedio con un unguento emostatico, ma mi preoccupa seriamente. Geah mi ha abbandonato? Mi ha tolto i poteri? Che sia perché ho usato il Cuore di Pietra ieri notte? O non dovevo colpire il mio amico? Ma la battaglia non è terminata, Elias ci aizza contro i suoi orchetti mentre Guastaldo avanza per trafiggerlo.
Ma dove è finito Artiglio Bianco? L'ultima volta che l'ho visto stava bevendo una sua pozione. Il vestito di Elias si scuote in modo strano per due volte, mentre il mago ci racconta del fatto che lui ha costretto Slash a passare al servizio della Regina Nera. A quanto pare nessuno sta capendo esattamente la gravità di quello che Elias ci ha detto: la Regina Nera, l'ultima elfa rimasta di cui pochi conoscono l'esistenza, è un probabile alleata del Mago Nero, altro terribile elfo. Li ricordo perfettamente alla battaglia nella spianata di Torre Rossa, quindici anni fa, con il loro esertico di zombie e di uomini lucertola. Penso che dovrò informare i miei compagni di viaggio di chi ci sta aspettando lassù al nord. Poi all'improvviso il cavallo di Elias sgroppa, come colpito da dietro. Artiglio Bianco, lo sapevo che non ci avrebbe abbandonato. Per fortuna è dalla mia parte, o perlomeno dovrebbe essere.
Finalmente è finito tutto. Una scena raccapricciante e surreale, centinaia di orchetti vestiti tutti uguale giaciono moribondi sul campo di battaglia, vestiti tutti uguali, con Cromos che ha già cominciato a sgozzarli uno ad uno. Ma la cosa più tremenda è Slash che giace agonizzante con la mia freccia nel cranio e io che sono impotente di fronte a lui. L'estremo tentativo, con l'aiuto della pozione di Artiglio Bianco, fallisce: ha la freccia nel cervello, non possiamo fare nulla. Vieto ai compagni di scavare la tomba prima che sia trapassato. Dopo un'ora finalmente la fine. Gli scaviamo di persona, senza l'aiuto di Cromos, una tomba, è giusto che ci pensino i suoi amici. Cromos gli crea un sarcofago di pietra e una lapide sulla quale io incido un toccante epitaffio e Guastaldo crea uno stemma araldico tutto per lui. Dobbiamo purtroppo scappare di fretta, la notizia della battaglia si spargerà e arriveranno le autorità locali.
Passiamo 10 giorni in fuga, di locanda in locanda, ascoltando sempre più frequentemente le voci di questa leggendaria battaglia; per fortuna riferiscono sempre che entrambe le parti siano morte. Ma Elias ha deciso di non lasciarci in pace: organizza uno squadrone di orchi da combattimento e ci tende un agguato. Artiglio Bianco, dalle mille risorse, lo scopre grazie al suo occhio e orecchio portatili e decidiamo un piano d'azione. Tocca purtroppo a me metterlo in pratica: ammantata nel mantello di Artiglio e con i suoi occhiali per vedere nel buio riesco ad avvicinarmi al campo degli orchi. Ma ho troppa paura, se mi scoprono mi toccherà una sorte orribile. Riesco però a vedere che Rufus è al comando di questa piccola truppa e mi viene in mente un'idea alternativa. Torno dai miei compagni per parlarne e riesco a tornare, prendere il controllo mentale della debole mente di un orco e farlo avventare contro Rufus. E' troppo facile fracassargli il cranio con l'ascia dell'orco e poi lasciare che gli orchi litighino tra loro mentre io scappo con il cuore in gola.
Scappiamo di notte con Cromos che delira completamente, in preda a attacchi epilettici farneticando che moriremo tutti sotto un attacco di minidraghi color turchese e verde acquamarina. Per fortuna Atos lo tramortisce e lo occultiamo sotto delle frasche. Ma non ci riusciamo a riposare nemmeno un po': arriva nientepopodimento che una nobile di Millivan a proporci un'alleanza. In realtà più che allearsi fa di tutto per carpirci informazioni, cercando anche di intortare Guastaldo e Manach con la sua bellezza. Per fortuna Cromos è ancora sotto le frasche svenuto. Io non mi fido per nulla di questa qui, anche perché ci dice che Nashib Nudar è una loro spia. Questo la maledetta non ce l'aveva detto e ormai ci ha fatto bere quella pozione. Facciamo una breve discussione tra noi tre in cui raccontiamo tutto tutto tutto a Guastaldo. La reazione è proprio quella che ci aspettavamo man mano che raccontavamo le cose: secondo lui bisogna assolutamente liberarci di Cromos e anche di tutti i tirapiedi che man mano si sono aggregati alla carovana, compresi Nashib, Yvonne, Olaf, Loki. Mi viene un'idea geniale: rapiamo il nano e Cromos o Manach o io portiamo la carovana fuori strada, seguita da tutti i nostri nemici. Ma Artiglio Bianco non è d'accordo, dice che se Mastro Mikon lo ha mandato con una carovana fatta così avrà avuto le sue buone ragioni. Guastaldo figuriamoci se accetta questo ragionamento, anche se devo ammettere che questa volta ha proprio ragione! Temo però che se ne andrà dal gruppo.
E infatti, tutto impettito e anche un pochino altezzoso, Guastaldo ci abbandona, sola lasciando una spaventatissima Forianna, difesa ormai solo da Arak. Non faccio in tempo nemmeno a sperare di proseguire tranquilli senza altri intoppi quando rivediamo la tenda si Lady Serdingal di Millivan. Ha addirittura come servitori degli elfi! Da prima mi fa il solito effetto di una donna inutilmente piena di sé che cerca di convincerci senza alcuna motivazione ragionevole. Mi faccio convincere ad accettare un pendaglio magico che mi fa diventare molto più forte e molto più agile, anche se a spede delle mie capacità di ragionamento che sento vengono un po' meno. Ma riesco comunque a tenerle testa e a capire le sue vere motivazioni: vuole aiutarci a raggiungere la carovana che è in gravissime difficoltà. Difatti, già arrivata al Lago Interno, è assediata da orde di cadaveri riesumati. Quest'elfa donna è dotata di fortissimi poteri di divinazione, meno male che il destino ce l'ha mandata incontro. Ci fornisce anche generosamente 10 spade magiche per sconfiggere i cadaveri. Esco molto soddisfatta dell'incontro, ringraziandola infinitamente. E anche Artiglio Bianco mi pare contento.
Prepariamo il tutto per il magico teletrasporto di Lady Serdingal e in un istante siamo a poca distanza dalla carovana che, proprio come ha detto l'elfa, è sotto assedio. Con il nostro intervento i cadaveri vengono sgominati e Loki riesce addirittura a catturare vivo un mago che li controllava. Nashib Nudar era tutta intenta a fumare e non fare nulla. Per fortuna almeno ci aiuta ad interrogare questo mago dopo ampie torture minacciate e paventate: ci riferisce che il suo padrone è nientepopodimeno che Soidelkan, il vecchio bale di Eliendall, con lo Sciamano Zelg che solo io paio ricordare. Eh già, Cromos se n'era andato, Olaf è ormai andato e dei vecchi compagni non è rimasto più nessuno. Che tristezza. Al gruppo pare non fregare nulla che Nashib Nudar sia forse una spia di Millivan, vabbeh. Io però butto via il gioiello che mi ha regalato, non mi fido.
Ma per una volta mi ero sbagliata. Yvonne ci ripensa e inizia a farmi uno strano discorso: in pratica passa in rassegna i nostri compagni e valuta da che parte stanno. Quando arriviamo a Nashib iniziano i dolori, non ci vuole molto a decidere che dobbiamo per forza sbarazzarci di lei. Ma dalla mamma ha preso proprio una gran brutta cosa, decide di partire per ucciderla senza fare nemmeno un briciolo di piano e ignorando il fatto che io abbia stretto un patto siglato da pozione magico con lei. Per fortuna ho dietro la pozione proprio di Mezzena, che dovrebbe essere una pozione anti-incantesimo, che mi bevo prontamente prima di aggredire Nashib nel sua carrozzone. Anche il capo falconiere si unisce facilmente a noi, quello che mi chiedo è cosa stia facendo Yvonne invisibile. Nulla, mi rispondo quando invece di presentarsi alla porta Yvonne si presenta Artiglio Bianco completamente nudo che prende una frecciata del falconiere e rischia una mia pugnalata. IL carro parte all'improvviso e qui Ivonne cambia idea e decide di non seguirlo. Che stupida, stupida, Nashib Nudar ci aggredirà nuovamente.
A questo punto, una volta che Artiglio Bianco, da Loki soprannominato giustamente Artiglio D'Oro, ritorna tra noi, urge un chiarimento. Votiamo in 3 su 5 di uccidere Nashib Nudar alla prima occasione. Resta il problema di Cromos, che ormai resta chiuso nel suo carro a studiare quelle cavolo di tavolette dei nani. Quando racconto tutto l'accaduto a Torre Arcana a Yvonne non ci vede più dalla rabbia: l'idea che la decifrazione delle tavolette ci renderà così potenti da poter liberare Gunvo dal demone non la convince per nulla e litiga violentemente con Cromos rompendogli una delle preziosissime e antichissime tavolette. Il putiferio scende nel campo con i nani che rischiano di ribellarsi. Per fortuna Cromos si dimostra saggio per una volta: se ne va, forse per sempre, lui con le sue tavole. Sperando che Nashib Nudar non lo intercetti, gioiamo del fatto che il sergente dei nani decida comunque di restare con noi. Decidiamo di riprovarci partendo per Torre Verde io, Forianna, Artiglio Bianco, Loki e un falconiere. Mi sa che sarà più difficile di Torre Arcana, anche se per un po' respiro giacché mi sono liberata di Velvart.
Purtroppo a Ihremil non riesco a godermi minimamente la città. La locanda dove arriviamo in tardissima serata è un po' un tugurio e non ha nemmeno le lenzuola. Al mattino perdiamo un mucchio di tempo per comprare un vestito di scarsa qualità a Forianna, giacché Loki ha deciso di fare colpo. Mah, che noioso, non capisco perché non le chieda direttamente ciò che vuole così magari Forianna può scegliersi il vestito che preferisce. Non vedo nemmeno le famosissime torri bianche dato che è brutto tempo e così partiamo subito per il Lago Interno. La gitarella in nave è quasi più piacevole della permanenza in città, una cosa rilassante con il diversivo di alcuni mostri marini che ci aggrediscono. Quel taccagno del capitano però non ci fa nemmeno un po' di sconto per avergli salvato la nave. Il paesino dove arriviamo è un paese quasi più piccolo del mio, dormiamo praticamente a casa del locandiere che ci prepara i letti al momento. La Guida che reclutiamo comunque è ancora peggio: un pazzo che parla a stento la lingua dei regni e si degna di comunicarci solo troppo tardi che dovremo abbandonare i cavalli. Mi riprometto per la prossima volta che cerchiamo collaborazione di andarci con la mano molto più pesante, forse con qualche minaccia otteniamo una collaborazione più intelligente.
Viaggiare per la foresta è difficilissimo. Ad ogni passo sento gli alberi che ci stanno osservando, scrutando, per attaccarci ed espellerci. Mentre la nostra guilda cammina carponi e il falconiere si è trasformato in albero, io, Loki e Artiglio Bianco siamo costretti a camminare seminudi, con tutte le nostre cose artificali ben nascoste in un ruvido sacco di pelle. Stiamo cercando di convincere gli alberi che siamo animali, ma la cosa non funziona appena qualcuno di noi alza la voce o inciampa. Per due volte rischiamo un violento attacco da liane e alberi semoventi, che sgominiamo solo con una grande forza di volontà stando immobili mentre ci esaminano. La passeggiata nel bosco dura un'intera giornata, per fortuna non di più perché camminare nuda a quattro zampe è faticoso, non come il falconiere che se ne gira tranquillamente in forma d'albero o il redivivo Cromos, nel frattempo riapparso nel gruppo con la solita scusa improbabile, che gira come un enorme cumulo di terra.
La fatica è però ripagata dalla vista di Torre Verde: la nostra guida non ci aveva mentito, ci ha condotti dritti dritti alla torre e conosceva la strada molto bene. La torre è perfettamente integrata nella natura, molto di più della città degli elfi di Lloidevall che ho visitato tantissimi anni fa: un vastissimo plateau di legno, sempre meno grezzo e più lavorato, le fa da base e la torre è fatta da mille rami-comignoli, nodi nel legno che in realtà sono finestre e moltissimi animali che volano intorno o si arrampicano sulla torre. Ma non c'è un ingresso: appare un uscire a cui basta dire chi siamo per farci condurre direttamente dal Mago Verde! Altro che le mille formalità di Torre Arcana per quel spocchioso di Showinder Wantaars, il Mago Verde lui si che ci sa fare con le persone. Ci accoglie come un grande padre di tutti, lui sembra proprio l'incarnazione della madre terra sia come forma, indossa un vestito che è fatto di foglie e rami, sia come personalità, mi sento un tutt'uno con lui. Il colloquio è dolce e benevolo, tranne quando gli racconto del cuore di pietra, al sentire il quale si mette a ridere facendoci sogghignare tutti. Proprio una persona amabile, il padre di tutti noi. Mi spiega pazientemente che sono stata ingannata dagli elementali della terra, Ghea non è per nulla Crom, sono due divinità diverse che hanno scopi ben diversi. Mi adiro nei confronti di Cromos e delle sue palle di pietra, ma lui sa sempre come risolvere la situazione: mi dona in cambio dell'inutile Cuore di Pietra una Palla di Legno, che incarna lo spirito vero della natura. Sono contentissima, adesso tutto questo viaggio ha un senso.
Attraversiamo in un baleno una miriade di alberi, piante, foglie, radici e ci troviamo all'improvviso catapultati su un prato ai bordi della foresta. Ci mettiamo un po' a riprenderci e ad accorgerci che abbiamo il corpo ricoperto di una strana edera che si è attaccata alla pelle. Solo Loki se la toglie col fuoco, noi per il momento ce la teniamo addosso. Passiamo almeno due ore per decidere il da farsi. Parrebbe cosa più ovvia riunirsi alla carovana ma il falconiere stranamente insiste per andare verso le montagne e attendere lì la carovana. Mi pare stranissimo, che la carovana abbia un particolare teletrasporto che l'ha spedita direttamente nel posto giusto sulle tracce seguite da Gunvo di notte? Dopo ampie votazioni Cromos, rieletto monetaneamente capo della missione dato che oggi è in sé, finalmente scioglie le riserve e partiamo verso i monti. Ce la prendiamo comoda, tanto siamo davanti alla carovana di sicuro. Solo a sera il falconiere Tab si degna di dirci che ci sono degli alleati, non meglio determinati, che ci attendono alle pendici dei monti e che ci sono dei nemici, altrettanto sconosciuti, che ci vogliono intercettare prima. Ma che idiota, gli faccio una bella reprimenda. Intanto doveva dircelo molto prima, adesso per la sua riservatezza siamo costretti a camminare di notte. Poi non vuole assolutamente dire chi sia chi, ha al momento la loquacità che ricordo avere Adamo quando aveva loschi affari con le creature della notte. Noi ovviamente abbocchiamo ciecamente, ma se non altro non mi faccio legare per camminare di notte. Secondo lui dovremmo andare in giro come in cordata per camminare su delle colline con la luna!
Arriviamo sfiniti ad una radura dove ci intercettano degli elfi di Lloidevall. Ci voleva tanto a dirlo? Era da tantissimo che non li vedevo, mi fa molto piacere. Ma ho un sonno terribile, crollo addormentata. Quando ci svegliamo non abbiamo nemmeno il tempo di colazione che arriva il preannunciato attacco di un gruppo di orchi. Il falconiere ben si è guardato dal precisare che erano agli ordini dello sciamano Zelg, magari avremmo approntato delle difese appropriate. Invece al solito un pressapochismo da guerriglia, con gli elfi a mezzaluna che non si sa cosa facciano e Cromos che disegna rune per terra. Di sicuro sappiamo tutti che non è il caso di andare in quella zona. Vedo se riesco a utilizzare l'edera che ho attorno come aiuto per la battaglia e sembra succedere qualcosa al mio corpo, lentamente divento molto più rigida, il mio corpo diventa di legno, ben più robusto ma non così mobile per utilizzare l'arco con efficacia. Peccato che al momento sia la mia arma migliore! Quindi fatico a restare in linea con gli elfi e devo mollare l'arco per prendere il bastone e riuscirmi a difendere dalle picche giganti degli orchi. Ne vedo uno sullo sfondo che è infilato nel terreno fino al petto e ora è più basso di Cromos che lo sta affrontando. Una scena comica se non fosse per i loro tre simili, di cui uno ancora più grande che probabilmente è il capo, che puntano dritti a me. Paro e schivo, corro indietro, mentre gli alfi riescono a colpirli negli occhi. Io al massimo ne ho colpito uno inutilmente alla mano. Gli orchi cominciano a cadere, ma quello enorme impianta la picca nell'elfo di fronte a me con l'arma che rimane dentro al ventre, una scena impressionante, di tutte le battaglie che ho fatto non ho mai visto un danno tale! La battaglia finisce stranamente in breve tempo, con lo sciamano Zelg che vola via in fin di vita. Manarch non si è visto, sarà stato invisibile che combatteva chissà contro chi. Tento subito di far qualcosa per l'elfo caduto, ma l'unica cosa possibile ora come ora è seppellirlo.